Clara Murnig e il pianoforte cangiante
La pianista Clara Murnig è stata protagonista di un evento speciale dello Steingräber Piano Festival organizzato in seno a Cremona Musica 2017, che l’ha vista esibirsi su uno Steingräber di nuova costruzione, pensato per la musica contemporanea e l’elettronica, ma anche con la possibilità di riprodurre diversi temperamenti direttamente dalla tavola armonica dello strumento. La intervisto nella chiassosa ma pratica Media Lounge, per esplorare il suo percorso da musicista e le possibilità del nuovo strumento.
- Lei ha tenuto questo concerto eseguendo repertorio classico e contemporaneo sullo Steingräber Transducer Piano. In cosa consiste questo strumento?
Di base è un normale pianoforte a coda, ma ha dei trasduttori montati al suo interno, fin dal momento della costruzione, non applicati a posteriori. Per capire quanto possa essere comodo questo, basti pensare che l’ultimo brano del programma di oggi, Branenwelten 6 di Robert HP Platz, l’ho suonato più volte, ma solitamente è più complesso trovare il pianoforte giusto. Poter avere uno strumento con tutto l’equipaggiamento già al suo interno è un lusso! Altrimenti serve uno strumento che possa in primo luogo attivare la funzione midi e poi servono dei trasduttori esterni da applicare ogni volta alla tavola armonica. Questo, invece, è uno strumento costruito apposta per queste occasioni.
- Prima di suonare il repertorio contemporaneo, ti sei dedicata repertorio classico e barocco, sfruttando la possibilità di variare temperamento. Come funziona?
Questa è una delle possibilità di questo strumento. Puoi fermare le corde, come nei comuni sistemi di silent, e mandare il segnale midi ad un sistema estermo. Maurice Oeser, il nostro ingegnere del suono, riproduce i diversi temperamenti e li reintroduce direttamente sulla tavola armonica tramite i trasduttori. Ciò che si è sentito, dunque, era un suono campionato, riprodotto e trasmesso ad un computer esterno, e poi modificato e ritrasmesso alla tavola armonica dello strumento, senza la necessità di casse esterne. Questo ti permette di variare anche l’accordatura, sia da un brano all’altro, sia all’interno dello stesso, come è successo nella Fantasia in re minore di Mozart. Da pianista è veramente impegnativo, anche perché non possiedo questo strumento, quindi non posso esercitarmici. Ciò che trovo veramente difficile non è il fatto che i martelletti siano stoppati, ma che quando vengano inseriti i diversi temperamenti, lo strumento lavori in una maniera completamente diversa, ad esempio in ambienti molto riverberanti è complesso da gestire a causa delle molte vibrazioni. Al contrario può anche essere secchissimo, in quanto il suono smette quasi istantaneamente appena togli il dito dal tasto e il pedale non influisce sulla lunghezza, ma solo sulle vibrazioni. C’è anche un difficoltà di equlibri: la sezione centrale suona molto di più, se vi suonassi come su uno strumento normale non avrei praticamente voci superiori! Insomma, è una bella sfida!
- Come pianista solista, lei è specializzata nella musica contemporanea. Com’è giunta a questa scelta?
In generale, perché amo molto il repertorio. Ma anche perché ho da subito amato moltissimo la possibilità di lavorare con il compositore, cosa piuttosto difficile da fare nell’educazione del repertorio! Per quanto riguarda la musica di Robert HP Platz, di cui ho suonato oggi due brani [Unter Segel e Branenwelten 6, NdA], il percorso è iniziato con un festival di Vienna dedicato alla musica pianistica contemporanea, cui io ho preso parte ancora da studentessa. Dovevo eseguire un suo brano e così sono entrata in contatto con lui e ora sono ormai dieci anni che ci conosciamo. Amo molto eseguire la sua musica e anche per questo programma ho potuto lavorare con lui. Ho eseguito Branenwelten 6 in più occasioni, mi pare che la prima sia stata nel 2012, e ho eseguito Unter Segel in concerto per la prima volta nel novembre 2016.
- Lei è anche accompagnatrice di cantanti, materia che insegna anche alla Hochschule di Vienna. Com’è iniziato questo percorso?
È stato molto spontaneo. Durante il mio percorso di studi ho iniziato a farlo e molto naturalmente il percorso ha continuato a svilupparsi, un po’ come per il repertorio contemporaneo. È stata poi una scelta specializzarmi prendendo un secondo diploma in accompagnamento pianistico a Londra, perché ho scoperto di avere una grande passione per il repertorio liederistico tedesco, ma anche francese, inglese, italiano e russo.
- Ti capita anche di unire le due cose e suonare repertorio contemporaneo con cantanti?
Non ancora, purtroppo, ma mi piacerebbe veramente moltissimo!
Alessandro Tommasi
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