Cremona: Balducci e i dardi d’amore

Prendi un astro nascente del controtenorismo internazionale, aggiungi un ensemble cosmopolita capace di suonare col sorriso sulle labbra, metti tutto nel cortile di un palazzo quattrocentesco “ravvivato” dall’eclettismo degli inizi dello scorso secolo e portato recentemente a nuovo splendore, il tutto in un pomeriggio caldo di quasi estate: questa la ricetta per un concerto ad alta godibilità.

Con “Amore Dolore”, questo il titolo del concerto proposto dal Monteverdi Festival 2024 nel cortile di Palazzo Guazzoni Zaccaria, Nicolò Balducci e l’ensemble Dolci Affetti  sono stati artefici della riscoperta di Filippo Finazzii, soprano castrato e compositore bergamasco tra i preferiti di Vivaldi, che lo volle nella Dorilla in Tempe e che fu capace di “staccarsi” da quello che oggi chiameremmo “mainstream” dell’epoca trasferendosi in Germania nei pressi di Amburgo, convertendosi al luteranesimo e, cosa impensabile per un musico, sposando una vedova con figli.

Tra le composizioni di Finazzi giunte fino a noi le 6 cantate per voce e quartetto d’archi rappresentano non solo un tributo alla scuola napoletana da parte dell’autore, ma ne dimostrano anche la capacità di staccarsi dagli schemi per percorrere strade nuove, sperimentando soluzioni armoniche contrappuntistiche tutt’altro che comuni, il tutto su testi che definire “allusivi” sarebbe riduttivo.

L’impaginato del concerto prevedeva due delle sei cantate – la 2 “Pianger vidi” e la 3 “D’amore il primo dardo” – nelle quali Balducci profonde una vocalità rigogliosa di armonici, ben calibrata nel vibrato, suadente quanto al timbro, folgorante nelle agilità

Il giovane controtenore pugliese – scuola Gemma Bertagnolli, sempre sia lodata – ha la capacità rara di godere di ogni frase che canta restituendo il godimento al pubblico, accompagnando il tutto con intelligente ironia.

L’omaggio al Genius Loci si era consacrato in apertura di concerto con il celeberrimo “Zefiro torna”, tratto dal Sesto Libro dei Madrigali, che Balducci interpreta attraverso trasognate mezzevoci.

Come si diceva, l’impaginato è all’insegna della piacevole riscoperta e dunque due arie sono dedicate al Ritorno di Ulisse in patria di Giuseppe Porsile, compositore napoletano che terminò la sua carriera come compositore di corte a Vienna, chiamato dall’imperatrice Guglielmina Amalia.

Dunque in “Tu sei crudel così” e “Mi preparo a trionfar” Balducci sciorina ornamentazioni lussureggianti coniugandole ad un fraseggiare impetuoso-

I Dolci Affetti non si limitano ad accompagnare offrendo di contro suono freschissimo e mai men che meditato che si ritrova puntualmente nella Sonata in La minore per flauto dolce e basso continuo TWV 41:a4 di Telemann, della quale l’ensemble coglie tutta l’intima familiarità che la percorre.

Anna Paradiso offre infine una lettura frizzantemente ariosa della Toccata in Do minore n. 10 per cembalo, dalle “14 Toccate per cembalo” di Leonardo Leo.

Successo meritatissimo per tutti.

Alessandro Cammarano
(15 giugno 2024)

La locandina

Controtenore Nicolò Balducci
Dolci Affetti
Flauti dolci e direzione Dan Laurin
Violino Maria Lindal
Viola Joel Sundin
Violoncello Kate Hearne
Clavicembalo Anna Paradiso
Programma: 
Claudio Monteverdi 
Zefiro torna SV108, da “Il Sesto Libro de Madrigali”
Filippo Finazzi 
Pianger vidi, cantata n. 2 dalle “6 cantate per voce e quartetto d’archi”
Georg Philip Telemann 
Sonata in La minore per flauto dolce e basso continuo TWV 41:a4
Giuseppe Porsile 
Tu sei crudel così, da “Il ritorno di Ulisse alla patria”, 1707, Napoli 
Filippo Finazzi
D’amore il primo dardo, cantata n. 3 dalle “6 cantate per voce e quartetto d’archi
Leonardo Leo 
Toccata in Do minore n. 10 per cembalo, dalle “14 Toccate per cembalo”
Giuseppe Porsile 
Mi preparo a trionfar, da “Il ritorno di Ulisse alla patria”

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