Cremona: l’Iphigénie sontuosa della Antonacci
In coproduzione coi teatri OperaLombardia approda sulle scene del teatro Ponchielli di Cremona Iphigénie en Tauride di Christoph Willibald Gluck.
Osservando il panorama dei cartelloni dei teatri così detti di provincia ci si rende conto della volontà dei sovrintendenti di inserire all’interno della programmazione spettacoli che vanno al di là dei soliti titoli di tradizione. Ciò non significa che non si deve mettere più in scena Traviata e Bohème ma sicuramente è evidente l’intento di stimolare la curiosità del pubblico il quale puntualmente di fronte ad autori come Gluck o -mi duole dirlo- addirittura Mozart (!) storcono il naso e preferiscono starsene a casa.
Lo stesso avviene anche per il repertorio sinfonico e cameristico, generi snobbati anche da addetti ai lavori e incalliti frequentatori dei teatri che però preferiscono sempre e comunque vedere anziché ascoltare.
Ma andiamo oltre le polemiche e lodiamo questa importante operazione capitanata da Andrea Cigni che con coraggio non si arrende ai gusti del pubblico ma cerca di educarlo inserendo una produzione che è risultata vincente.
Iphigénie en Tauride, che negli anni cinquanta del secolo scorso ha avuto la sua renaissance grazie al contributo artistico di Maria Callas, è un’opera che ebbe un notevole successo fin dai suoi esordi inserendosi in quella fondamentale e tanto necessaria riforma di cui Gluck fu fautore convinto.
Sontuosa nel suo impianto la partitura di Gluck affida all’orchestra -come da intenti innovativi- un ruolo non solo di mero accompagnamento, ma è coprotagonista col coro e i cantanti alimentando le prospettiva drammaturgica della vicenda.
Diego Fasolis, insigne maestro, trasforma le sonorità dell’Orchestra dei Pomeriggi Musicali conferendo le giuste sonorità per questo specifico repertorio. La sua è una lettura analitica, essenziale, che mira a evidenziare i contrasti musicali e di conseguenza psicologici della narrazione che nella sua concezione -a volte pretestuosa- può risultare onirica. La grande attenzione per i recitativi, qui resi particolarmente intelligibili, fa emergere ancora di più le incantevoli parentesi melodiche.
A sottolineare gli snodi psicologici della vicenda è la regia di Emma Dante, che con pochi elementi scenici ad opera di Carmine Maringola e grazie anche ai costumi di Vanessa Sannino, ha saputo creare momenti di puro teatro. L’inizio tempestoso coi veli rossi, le colonne che ricompongono spazi interiori, un drappo funebre che riassume il lutto, i figuranti che sottolineano alcuni passi ben coreografati da Sandro Campagna e le altalene sono tutti elementi che rigenerano l’incedere di una tragedia lirica affrontata con profonda leggerezza.
I temi dominanti dell’amore e della fratellanza dominati da un destino selvaggio vengono riassunti, infatti, dalla Dante con sobrietà, assecondando in questo modo la trama musicale.
A incarnare la sacerdotessa Iphigénie è il soprano Anna Caterina Antonacci la cui intelligenze musicale si esprime fin dalle prime battute dimostrando il suo proverbiale dominio assoluto del palcoscenico. La Antonacci non si impone ma vive la parte amministrando accuratamente la sua voce, imprimendo ai recitativi il giusto peso senza mai eccedere anche nei momenti di maggior intensità. La sua Iphigénie è intima anche nelle arie la cui linea di canto dimostra una sapiente conoscenza dello stile.
Al suo fianco il baritono Bruno Taddia è interprete sfaccettato, estremamente tragico ma mai caricaturale, vocalmente duttile asseconda perfettamente la scrittura di Gluck restituendo al personaggio accenti di fragile umanità.
Ad esso si unisce il canto delicato e sensibile di Mert Süngü, tenore contraltino di tutto rispetto. Senza vezzi ma interprete raffinato Süngü dipinge un Pylade elegante dimostrando piena padronanza dell’impervia parte.
Michele Patti è Thoas prestante dalla voce brunita e piena così come Marta Leung nelle vesti di Diana si distingue per bellezza timbrica e presenza scenica.
Ottimo il resto del cast e un particolare plauso per il coro Operalombardia (in particolare la sezione femminile) istruito da Massimo Fiocchi Malaspina.
Ora non ci resta che attendere la nuova stagione con la speranza che il pubblico si appassioni anche di ciò che non è la consueta tradizione.
Gian Francesco Amoroso
(3 dicembre 2021)
La locandina
Direttore | Diego Fasolis |
Regia | Emma Dante |
Scene | Carmine Maringola |
Costumi | Vanessa Sannino |
Luci | Cristian Zucaro |
Coreografo e maestro d’armi | Sandro Campagna |
Personaggi e nterpreti: | |
Iphigénie | Anna Caterina Antonacci |
Oreste | Bruno Taddia |
Pylade | Mert Süngü |
Thoas | Michele Patti |
Diane/Una donna greca | Marta Leung |
Prima Sacerdotessa | Miriam Gorgoglione |
Seconda Sacerdotessa | Chiara Ciurlia |
Uno Scita | Alessandro Nuccio |
Ministro del tempio | Ermes Nizzardo |
Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano | |
Coro Operalombardia | |
Maestro del coro | Massimo Fiocchi Malaspina |
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