Filippo Arlia e “Pagliacci”
È uscita nelle scorse settimane, per la Warner Music Italy, una nuova incisione dei Paglicci che presenta non pochi elementi d’interesse, primo tra tutti l’assoluta “calabresità” della produzione affidata a Filippo Arlia – che per inciso oltre ad essere direttore e didatta di vaglia– e alla sua Orchestra Filarmonica della Calabria, con la partecipazione di un cast tutto italiano in cui spiccano nei ruoli principali Luciano Ganci, Francesca Dotto, Robert Frontali e il Coro Lirico Siciliano.
Il risultato è quello di una lettura meditata, fortemente sentita e al contempo scevra da qualunque inclinazione retorica. Arlia e gli interpreti superano i cliché veristi e proiettano l’opera nel Novecento. Lo abbiamo raggiunto per porgli qualche domanda.
- Pagliacci è opera che rimanda, purtroppo, all’attualità per quanto riguarda il tema trattato. Quanto di moderno c’è in Leoncavallo?
È un’opera che affronta dei temi universali, come il femminicidio e la gelosia, perciò credo che sia molto attuale anche per i giovani. Può essere un titolo che avvicina i ragazzi al teatro e all’opera lirica.
- Il cast è tutto italiano? Caso o scelta meditata?
Senza dubbio una scelta meditata. Gli italiani hanno una marcia in piú e le voci che abbiamo scelto sono tra le piú belle che negli ultimi tempi si ascoltano nei teatri italiani piú blasonati.
- Fare musica in Italia non è facile. Al Sud lo è ancora meno?
Purtroppo sì. La Calabria, per esempio, non ha il “privilegio” di avere un’orchestra o un teatro stabile. É una battaglia che da anni abbiamo ingaggiato con le istituzioni, ma senza una stabilitá politica é molto difficile dialogare con chi ci governa.
- Quali sono i suoi impegni futuri?
Ho appena concluso il Festival dei Teatri di Pietra in Sicilia, un’esperienza meravigliosa dopo un anno molto difficile a causa della pandemia. Dal 4 al 12 Settembre ci sará la terza edizione di Fortissimo Festival, con ampi spazi dedicati alla contaminazione musicale: ci sará il gruppo musicale del Teatro alla Scala ma anche Mariella Nava e Silvia Mezzanotte. Oggi dobbiamo capire che ci sono tanti linguaggi musicali che dobbiamo sperimentare sul palcoscenico per essere competitivi.
Alessandro Cammarano
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