Firenze: Haydn in tempo di guerra
Le istituzioni concertistiche hanno finalmente inserito in modo più frequente le composizioni di Joseph Haydn nei loro programmi. Il Maggio Musicale Fiorentino è tra queste, con Zubin Mehta impegnato in primo piano negli anni passati nel recupero di composizioni importanti. La strada è stata dunque tracciata e alla bacchetta di Sir Mark Elder è stato affidato un concerto quasi interamente dedicato ad Haydn nell’ultimo appuntamento sinfonico prima dell’84° Festival del Maggio. Fulcro centrale della serata, che si è tenuta nella nuova sala Zubin Mehta. è stata la Missa in tempore belli, conosciuta anche come Paukenmesse (ovvero “del timpano”, per soli, coro e orchestra).
E in questo caso l’attualità è entrata dentro il teatro del Maggio. Il ricavato del concerto era destinato al comune di Firenze per le iniziative di accoglienza dei profughi ucraini e lo stesso sovrintendente Alexander Pereira dal palco ha voluto fare un parallelo con il periodo della composizione, il 1796. Un anno di guerra dove l’impero austriaco si appellava alla mobilitazione perché l’esercito francese rientrasse entro le vecchie frontiere. Anche i musicisti risposero all’appello, compreso Haydn con questo lavoro, ma Pereira ha voluto sottolineare come il compositore pose l’accento sull’ultimo movimento, l’Agnus Dei, con il ruolo del timpano a sorreggere quello del coro che canta, quasi gridando, l’invocazione Dona nobis pacem.
La Paukenmesse presenta una sonorità piena di tono solenne e cantabilità. Composta nella tonalità luminosa di Do maggiore, ha un approccio in parte profano allo spirito religioso. Il ruolo di protagonista è affidato principalmente al coro, sulla base di una scrittura orchestrale ricca. Elder ha compreso in pieno lo spirito della composizione sottolineando i momenti più cantabili e brillanti, senza dimenticare di evidenziare le parti contrappuntistiche e dal carattere più strettamente solenne.
I quattro solisti Lenneke Ruiten (soprano), Marie-Claude Chappuis (mezzosoprano), Matthew Swensen (tenore) e Alessandro Luongo (baritono), hanno svolto bene il loro compito integrandosi nella lettura complessiva. Benissimo l’orchestra che ha saputo rendere la tessitura haydniana, e straordinario il coro diretto da Lorenzo Fratini. Ruiten è stata anche protagonista felice dell’aria mozartiana Ah lo previdi K 272, pagina di rara esecuzione nella quale è stata affiancata dall’oboe di Marco Salvatori. Prima di Wolfgang Amadeus Mozart, il concerto era stato aperto dall’Introduzione e Rappresentazione del Caos da La Creazione per far prendere subito confidenza al pubblico con le sonorità dello stesso Haydn. La serata ha avuto un’ottima affluenza di spettatori, che hanno onorato così lo scopo del concerto. Un atto di civiltà unito all’ascolto di grande musica.
Michele Manzotti
(10 aprile 2022)
La locandina
Direttore | Sir Mark Philip Elder |
Soprano | Lenneke Ruiten |
Mezzosoprano | Marie-Claude Chappuis |
Tenore | Matthew Swensen |
Baritono | Alessandro Luongo |
Coro e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino | |
Maestro del coro | Lorenzo Fratini |
Programma: | |
Franz Joseph Haydn | |
Die Schöpfung (La Creazione), preludio dall’oratorio Hob. XXI:2 | |
Wolfgang Amadeus Mozart | |
Ah, lo previdi/Ah, t’invola agli occhi miei K. 272 per soprano e orchestra | |
Franz Joseph Haydn | |
Missa in tempore belli (o Paukenmesse) in do maggiore Hob. XXII:9 per soli, coro e orchestra |
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