Firenze: l’Italiana in Algeri raccontata dai giovani

La questione dell’offerta di opere per gli studenti non ha ancora trovato una strada maestra. Tutti i teatri offrono in cartellone spettacoli per le scuole, alcune volte molto riveduti, altre meno, da decenni. La ricaduta sul futuro pubblico giovane non è tuttavia ancora rilevante. Ma questa questione sarebbe troppo lunga da discutere e non in questa sede, quindi limitiamoci a raccontare l’ultima produzione “ridotta” per le scuole, alla quale l’ex Sovrintendente del Teatro del Maggio, Alexander Pereira, teneva molto, come aveva dichiarato in svariate interviste.

Questa volta non parleremo tanto noi, ma facciamo parlare soprattutto i ragazzi, quelli del liceo, dello spettacolo operistico a cui hanno assistito, una versione ridotta dell’opera L’Italiana in Algeri di Gioachino Rossini (su libretto di Angelo Anelli) che il  Teatro del Maggio offre al pubblico e alle scuole, a partire dal 31 marzo e fino al 5 aprile. L’adattamento musicale, è di Alexander Krampe e la regia di Grischa Asagaroff. L’orchestra non è del Maggio, bensì è l’Orchestra Giovanile Italiana – una creatura di Piero Farulli, un tempo eccellenza italiana – affidata alla bacchetta di un giovane maestro, Nicolò Jacopo Suppa.  Giovane anche la compagnia di canto, composta da talenti ed ex talenti dell’Accademia del Maggio: Matteo Torcaso (Mustafà, il Bey d’Algeri), Nikoletta Hertsak (Elvira, moglie del Bey), Olha Smokolina (schiava e confidente di Elvira), Matteo Mancini (Haly, il capitano dei corsari algerini), Antonio Mandrillo (Lindoro, giovane schiavo italiano preferito di Mustafà), Aleksandra Meteleva (Isabella, vera fidanzata e promessa di Lindoro), Davide Piva (Taddeo, compagno di viaggio e spasimante non corrisposto della fascinosa Isabella).

Molto efficaci e piacevoli le colorate scene e i costumi, entrambi di Luigi Perego, mentre le luci sono, molto buone anch’esse, curate da Valerio Tiberi.

Nella riduzione, che fa durare l’opera poco più di un’ora, Asagaroff ha tolto il coro, molte arie e duetti e altre parti “lunghe”, e quindi ha dovuto inserire un narratore, con l’importante ruolo di spiegare soprattutto le parti della vicenda omesse nel riadattamento. Il personaggio è una scimmia, interpretata da Davide Gasparro.

Ai pochi liceali (del linguistico dell’IISS Calamandrei di Sesto Fiorentino) presenti, potenzialmente più vicini nel tempo a diventare “pubblico”, abbiamo chiesto le impressioni. Sentiamone alcune: Melissa dice che «La storia era molto originale e interessante, i cantanti avevano una voce molto potente e bella, ma ho avuto difficoltà nel capire le parole. Il mio personaggio preferito è la scimmia parlante, forse per l’originalità della pensata di dare ad un animale il dono della parola. La scenografia molto bella e l’orchestra giovanile era formata da musicisti molto talentuosi».

Alice osserva che «La storia, raccontata da un narratore scimmia, si capiva abbastanza bene, anche se, a mio parere, in alcuni momenti si potevano aggiungere un po’ più dettagli per far intendere meglio ciò che stava accadendo nella scena. I cantanti sono stati molto bravi, indossavano dei costumi bellissimi, decorati con fantasie e lustrini che luccicavano sotto ogni luce.  Anche l’orchestra mi è sembrata brava, ma non me ne intendo molto di musica quindi non saprei dare un giudizio tecnico».  Per Dalila «È stata un’opera divertente e colorata.Ho apprezzato molto la scenografia, le luci e i costumi dei personaggi per i loro colori vivaci, però non l’ho trovata chiara perché spesso non comprendevo le parole dei cantanti. Inoltre non ho capito per quale motivo il narratore impersonasse una scimmia e varie volte non sono riuscita a seguire l’opera attentamente perché la maggior parte degli spettatori erano bambini che disturbavano». Si riferisce al fatto che nelle due file davanti a lei c’era una classe che ha passato il tempo a lanciarsi i programmi di sala e far confusione. Pasquale osserva, con timorosa modestia, che «La scenografia era molto bella e mi è piaciuta l’idea della scimmia-narratore, ma la cosa che ho apprezzato di più dello spettacolo è stata la parte musicale, tuttavia non sono un esperto del campo, quindi non posso dire se i musicisti fossero effettivamente bravi». Secondo Elisa «Lo spettacolo mi è piaciuto, era molto colorato e belli i costumi. Il personaggio scimmia secondo me è stato importante per aiutarci a capire meglio. Secondo me con dei sottotitoli o un libretto con scritte le battute sarebbe stato meglio per comprendere cosa dicevano i personaggi».

Anche per Cloe «Lo spettacolo è stato molto carino, nonostante non si riuscisse molto bene a comprendere quello che cantavano i personaggi. I costumi e lo scenario erano molto belli e attiravano l’attenzione soprattutto grazie alle colorazioni molto accese”

Anche Matilde dice «Non ho potuto apprezzare totalmente l’opera perché non sono riuscita a capire niente di quello che cantavano, forse perché la potenza della voce faceva venire meno le parole. Forse per seguire meglio sarebbe stato utile il libretto o i sottotitoli. Sono riuscita a seguire l’opera solo grazie al personaggio “scimmia”».

Per quanto riguarda la scenografia, devo dire ben realizzata, anche gli abiti riprendevano fedelmente il contesto”. Giulia sostiene che «La storia, raccontata da un narratore scimmia, si capiva abbastanza bene, anche se, a mio parere, in alcuni momenti si potevano aggiungere un po’ più dettagli per far intendere meglio ciò che stava accadendo nella scena. I cantanti sono stati molto bravi, indossavano dei costumi bellissimi, decorati con fantasie e lustrini che luccicavano sotto ogni luce. Anche l’orchestra mi è sembrata brava, ma non me ne intendo molto di musica quindi non saprei dare un giudizio tecnico». Erika: «Secondo me lo spettacolo è stato un po’ difficile da seguire perché non si capivano le parole degli attori. Il personaggio narratore/scimmia è stato molto importante per capire le scene. Inoltre è stato divertente, ma forse più per i bambini. Nonostante questo la scenografia e i costumi erano fatti bene e il Teatro del Maggio è molto bello». Per Rebecca «Assistere alla rappresentazione dell’Italiana in Algeri di Gioacchino Rossini è stato molto interessante. Innanzitutto abbiamo avuto la possibilità di entrare nel Teatro del Maggio di Firenze, che mi ha veramente colpito, e lo spettacolo è stato molto bello. Hanno messo in scena un’opera “riadattata” a un pubblico di ragazzi giovani, rendendola piacevole e divertente. Gli attori sono stati molto bravi, ma a tratti non si riuscivano a capire bene le parole. Nel complesso è stata comunque un’esperienza diversa dal solito».

Infine Eleonora: «La musica mi è piaciuta e gli attori sono stati molto bravi ad interpretare ed eseguire i brani. I costumi erano molto appariscenti e adatti ad un tipo di spettacolo come questo, dove è presente molta gente: in questo modo anche le persone più lontane hanno avuto la possibilità di ammirarli. Tuttavia, credo che questo spettacolo non fosse adatto alle persone che oggi erano in teatro, ovvero bambini e ragazzi che non sono abituati a vedere e ascoltare questo tipo di opere, in quanto la maggior parte dello spettacolo è stato eseguito con brani lirici. Il narratore quindi è stato utile a comprendere meglio la trama dell’opera».

Diciamo che il commento più ricorrente è che non si capisce il testo cantato. I ragazzi hanno necessità di seguire anche dopo che il narratore ha introdotto ciò che sta accadendo in scena. I sottotitoli, ormai consuetudine acclarata, vanno quindi assolutamente considerati anche per queste riduzioni per le scuole.

Donatella Righini
(31 marzo 2023)

La locandina

Direttore Nicolò Jacopo Suppa
Regia Grischa Asagaroff
Scene e costumi Luigi Perego
Luci Valerio Tiberi
Elaborazione musicale e orchestrazione Alexander Krampe
Personaggi e interpreti:
Voce recitante Davide Gasparro
Mustafà Matteo Torcaso
Elvira Nikoletta Hertsak
Zulma Olha Smokolina
Haly Matteo Mancini
Lindoro Antonio Mandrillo
Isabella Aleksandra Meteleva
Taddeo Davide Piva
Orchestra Giovanile Italiana

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