Firenze: Orphée sospeso in una terra di nessuno
C’è una buona parte del pubblico fiorentino che ha ancora vivo nella memoria un allestimento di Orfeo ed Euridice. Quello diretto da Riccardo Muti con la regia di Luca Ronconi e le scene di Pier Luigi Pizzi che nel 1976 fu dato al Teatro Comunale, facendo scoppiare il grande amore tra Firenze e l’opera di Christoph Willibald Gluck grazie a un’edizione sorprendente dal punto di di vista qualitativo. 46 anni dopo il vecchio teatro non esiste più, ma è stata la stessa musica di Gluck ad avere il compito di inaugurare l’84° Maggio Musicale Fiorentino nella Sala Zubin Mehta. Stavolta però la scelta è caduta sulla versione francese del 1774 su libretto di Pierre-Louis Moline, che per la prima volta è stata rappresentata a Firenze. Un’altra prima è stata quella di Daniele Gatti al suo debutto come direttore principale nell’opera inaugurale del festival, in un’edizione dedicata a “Mitologia, amore e fabula”.
L’Orphée et Eurydice ha alcuni elementi che lo differenziano dalla versione originale in italiano: una maggiore presenza di musica dedicata alla danza, l’aggiunta di alcune arie, ma soprattutto la parte del protagonista affidata al tenore invece che a un contralto. Anzi, a un haute-contre, ovvero la voce virile acuta. La vicenda drammaturgica, ai nostri occhi contemporanei, è diventata più credibile. Ed è stata immaginata dal regista Pierre Audi in una terra di nessuno, fra il mondo dei vivi e l’Ade secondo una visione in bianco e nero, con pannelli che cambiavano spesso posizione indicando la via per i movimenti sul palco. Che non erano solo dei tre cantanti, ma anche di dieci danzatori vestiti di nero sotto la guida di Arno Schuitemaker e che hanno caratterizzato buona parte dell’allestimento.
La parte più affascinante è stata quella dell’Ade in cui Orphée incontra le ombre dei morti che lo circondano e lo avvinghiano fino a lasciarlo andare, stregati dal suo canto. Interessante anche il momento finale dove i danzatori festeggiano il ritorno di Euridice: uno di essi vuole ballare con lei, ma Orphée ha uno scatto di gelosia e butta a terra il pretendente. Lei rimprovera l’amato con espressione severa, facendo capire che la vita terrena non sarà poi così facile. Per i tre cantanti è stato scelto il colore bianco per i loro costumi dal taglio moderno: anche gli interpreti vocali sono obbligati a eseguire movimenti continui insieme ai danzatori, oltre che essere presenti in scena anche nei momenti di silenzio come scelta drammaturgica,
La menzione d’onore va al tenore Juan Francisco Gatell nel ruolo di Orphée. Nella recita di cui parliamo, la seconda, era prevista un’altra presenza. Ma Michele Agostini non era disponibile e Gatell ha ripreso la parte a sole 24 ore dall’inaugurazione. Si è trattato di uno sforzo vocale e fisico non indifferente, dove il tenore ha cantato in continuo movimento, anche strisciando in scena, affrontando le parti più acute (quelle dell’haute-contre) con naturalezza. Il timbro e la musicalità hanno fatto il resto. Il soprano Anna Prohaska ha dato autorevolezza al ruolo di Euridice abbinando alla sicurezza di una voce nobile e ben caratterizzata nel registro medio-basso una splendida vocazione d’attrice. Sara Blanch ha quindi conferito a L’Amour un ruolo paritario con le altre voci, grazie ai suoi toni brillanti e alla presenza scenica. Gatti ha dato luce ed eleganza a una partitura piena di sfumature orchestrali che sorreggono una parte vocale contenente importanti momenti corali.
Proprio con il Coro del Maggio, oltre che con l’Orchestra, e con il suo maestro Lorenzo Fratini, Gatti sta stringendo un patto virtuoso per la realizzazione di opere e concerti. Pubblico soddisfatto nei confronti di un allestimento ben studiato per l’apertura di un festival come il Maggio.
Michele Manzotti
(13 aprile 2022)
La locandina
Direttore | Daniele Gatti |
Regia | Pierre Audi |
Scene e luci | Jean Kalman |
Costumi | Haider Ackermann |
Video | Gilbert Nouno |
Coreografia | Arno Schuitemaker |
Personaggi e interpreti: | |
Orphée | Juan Francisco Gatell |
Euridice | Anna Prohaska |
L’Amour | Sara Blanch |
Compagnia di Danza di Arno Schuitemaker | |
Orchestra e coro del Maggio Musicale Fiorentino | |
Maestro del coro | Lorenzo Fratini |
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