Firenze: Roberta Vacca, miti, ricerca e ricette regionali
Uscire da un concerto, intorno alle 20 in una zona della città ad alto tasso di proposte mangerecce, dove l’ultima composizione ascoltata si intitola Ris, patàn’e coz e la soprano ci ha cantato la ricetta barese usando una teglia da forno come percussione, potremo considerarla una provocazione culinaria. Ma in questo spazio dovremo parlare di musica e non di menù, seppur allettanti.
Alle Murate Art District gli Amici della Musica di Firenze ci offrono l’ultimo appuntamento di Ritratti, spazio dedicato a compositori contemporanei invitati ad affiancare, in un immaginario dialogo tra passato e presente, alle proprie composizioni, tracce, fascinazioni, le lezioni dei grandi maestri. L’ultima ospite, Roberta Vacca, presenta un programma corposo e variegato coinvolgendo un ensemble composto dalla soprano Rosaria Angotti, il violoncellista Alessandro Mastracci e la pianista Laura Sebastiani.
La corda barocca è una composizione per pianoforte preparato del 2004. La preparazione, gomme da cancellare sulle corde gravi più una catenella da tirar fuori, con gesto e suono conseguente, nel finale, è una scelta della compositrice per adeguare lo strumento allo spettacolo di Moni Ovadia cui era destinata. Una scelta interessante che funziona, avvicina il pianoforte alle sonorità, le sinuosità mediorientali, coerente con le tematiche dell’evento. Musica danzante, anche estraniante, che mantiene, attraverso una elegante trama di arabeschi, una propria freschezza, compiutezza anche sganciata dal contesto drammaturgico. Una commissione durante il periodo della pandemia, che prevedeva nuove interpretazioni delle Invenzioni a due o tre voci, avvicina la compositrice a Bach. La Vacca privilegia la Sinfonia n. 7 in mi ninore a tre voci e Seven per pianoforte è il risultato che mette anche in rilievo la brillante capacità interpretativa della Sebastiani. Il breve inciso iniziale della sinfonia è come un lampo, memoria che poi si dissolve tra cascate, grappoli accordali lucenti, un percorso mosso, dove il contrappunto attraverso il moto retrogrado torna alla citazione bachiana. Una scelta che va oltre l’aspetto tecnico di prassi compositiva, ma evoca un ritorno indietro come riconoscimento del genio tedesco, da dove tutto ha inizio.
Shakespeare fa da connessione tra la compositrice aquilana e Mario Castelnuovo-Tedesco, entrambi infatti hanno musicato testi shakesperiani, lei dal Macbeth, il compositore fiorentino dai Sonetti. My fair Lady per soprano e pianoforte è incastrato tra i due lavori di Castelnuovo – Tedesco, uno dei quali tratto dal sonetto 104, arrangiato dalla stessa Vacca per soprano e violoncello risulta il più coinvolgente. Un’altra commissione, per l’anniversario beeethoveniano del 2019, è il preludio a Dark Sun per pianoforte, il brano introduce il primo movimento della Sonata op.27 n.2, il celebre Al chiaro di luna. Qui la compositrice espone tutta la propria profonda cultura pianistica nella costruzione di una architettura dove si avventura in un accattivante processo di smontaggio delle esplorazioni armoniche e soluzioni espressive beeethoveniane.
Per rimanere in tema di mostri sacri la Vacca esprime anche tutto il proprio apprezzamento per Robert Schumann, verso le sue visioni creative avanguardiste, accosta due sue composizioni– L’ombra che il suono perpetua per pianoforte e violoncello e Come un’orazione per violoncello e voce a Fantasiestücke op.73. Due belle pagine dove il violoncello di Mastracci e la voce della Angotti danno vita ad un dialogo serrato con la tastiera. Nel primo lavoro il violoncello è sognante, percorre la linea drammatica dei tasti, in un dialogo che evapora in un finale sospeso. Più poetico, dolce l’ambiente di Come un’orazione, dove la voce crea una fascinosa trama con il violoncello il cui legno è spesso usato come percussione.
Ris, patàn’e coz , che fa parte del progetto Note di gusto e mette in musica ricette popolari delle regioni italiane, è la portata giusta al momento giusto. Ritmicamente ricorda la tammurriata partenopea, si respira anche un filo di sapori d’oriente, tutti i musicisti sono coinvolti in un piacevole finale. Fuori però, nella tiepida serata fiorentina, scovare questa ricetta pugliese che ci stimola è praticamente impossibile. Ci accontentiamo, si fa per dire, di una fumante pappa al pomodoro con sopra una spettacolare foglia di basilico. Ricetta che Roberta Vacca ha scelto come piatto di riferimento della Toscana per il suo progetto, la ascolteremo con piacere in altre occasioni, intanto la verifichiamo dal vivo.
Paolo Carradori
(9 marzo 2025)
La locandina
Soprano | Rosaria Angotti |
Violoncello | Alessandro Mastracci |
Pianoforte | Laura Sebastiani |
Programma: | |
Roberta Vacca | |
La corda barocca per pianoforte preparato (2004) | |
Seven per pianoforte | |
Mario Castelnuovo-Tedesco | |
Thy Bossomm is Endeared with All Hearts da Shakespeare Sonnets op.125, sonetto n.31 | |
Roberta Vacca | |
My fair Lady per soprano e pianoforte (2016) testo liberamente tratto dal Macbeth di W. Shakespeare | |
Mario Castelnuovo-Tedesco | |
To me, fair friend, you never can be old da Shakespeare Sonnets op.125, sonetto n.104 | |
Roberta Vacca | |
Dark Sun per pianoforte (2019) | |
Ludwig van Beethoven | |
Adagio sostenuto dalla Sonata n.14 op.27 n.2 Al chiaro di luna | |
Roberta Vacca | |
L’ombra che il suono perpetua per violoncello e pianoforte (2004) | |
Robert Schumann | |
Fantasiestücke op.73 per pianoforte e violoncello | |
Roberta Vacca | |
Come un’orazione per violoncello e voce ad libitum | |
Ris, patàn’e coz da Note di gusto (2015-2023) versione per soprano, pianoforte, violoncello e batteria da cucina |
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