Firenze: Romeo e Giulietta dramma contemporaneo

Sono molti anni che la partitura del balletto Romeo e Giulietta di Sergej Prokof’ev viene apprezzata in giro per il mondo anche con una coreografia diversa, quella di Jean-Cristophe Maillot, francese, allievo di Rosella Hightower, nominato coreografo de Les Ballets de Monte Carlo dalla Principessa di Hannover nel 1993.

Oltre ad aver ridato slancio a questa eccellente compagnia di danzatori, Maillot si fa apprezzare perché propone coreografie che fondono tradizione e avanguardia in maniera intelligente e raffinatissima, come dimostra la sua lettura di Roméo et Juliette. Questa si basa sul flash back di Frate Lorenzo, sconvolto perché vorrebbe far realizzare la storia d’amore fra i due giovani con il fine di riappacificare le rispettive famiglie rivali, ma ottiene lo stesso, come risultato, una tragedia e, alla fine del dramma, si chiede come si sia potuti arrivare a tanto.

Quindi Maillot interpreta la vicenda narrata nella tragedia shakespeariana non come un conflitto sociale o una lotta tra clan regolata da un codice d’onore, ma al contrario come un dramma fortuito che fa morire due ragazzi più presi dai giochi dell’amore che da quelli dell’odio.

In realtà, come accade sempre leggendo con attenzione le partiture musicali, i numeri di quella di Prokof’ev li ritroviamo tutti, sia i momenti degli scontri fra i giovani delle due fazioni Capuleti e Montecchi, sia la festa da ballo e l’incontro fra Romeo e Giulietta, le scene di corteggiamento di Romeo sotto la finestra di Giulietta, le risse mortali dei due clan rivali e poi la scena della finta morte di Giulietta e di quella vera di entrambi.

Ma la cifra originale di Maillot sta nel modo in cui questi numeri musicali li rivede: le risse fra i clan non sono mai violente, avvengono quasi per divertimento; i giovani fanno una vita goliardica, hanno molte ragazze da corteggiare. Anche Romeo è uno scavezzacollo, che, però, appena incontra Giulietta si innamora e cambia completamente. Giulietta prova l’amore per la prima volta, un amore assoluto anche per lei. In questo gioco della vita, però, le cose precipitano quando viene ucciso Mercuzio e Romeo si vendica su Tebaldo. Frate Lorenzo non riesce a cambiare le cose e a impedire il tragico epilogo, per il quale si dispera.

Per rappresentare tutto questo Maillot si avvale di uno stile coreutico che non esclude la danza accademica, ma la unisce a una danza d’avanguardia, dove si vede il segno lasciato nella storia della danza da Béjart, soprattutto nella scena iniziale (Frate Lorenzo con i due accoliti, bravissimi) e in alcune delle scene maschili. Ottimo il ralenti coreografico nella scena della morte di Mercuzio e di Tebaldo, che rende la lacerazione degli animi a cui la vicenda è arrivata, e molto appropriati anche i due momenti di tableaux vivants che rallentano la concitazione dell’azione. I ruoli maschili – solo giovani, non ci sono i padri dei due amanti protagonisti – sono valorizzati dalla coreografia di Maillot, che li esalta allo stesso livlello di quelli femminili. Eccellentemente simbolico l’uso del tulle rosso (il rivolo di sangue di Romeo ormai morto) con il quale Giulietta si toglie la vita nel finale, per suggellare in eterno l’unione di questo amore assoluto.

Certamente il coreografo ha dalla sua una compagnia di danzatori straordinari, fra i quali spiccano Katrin Schrader (Giulietta), Jérome Tisserand (Romeo) e Michael Grünecker (Mercuzio).

Ma anche gli altri sono eccellenti e vengono esaltati anche dalle scene, geniali, di Ernest Pignon-Ernest, fatte solo di pannelli e qualche supporto, ma che funzionano alla perfezione. Anche i costumi (di Jérôme Kaplan) e le luci (di Dominique Drillot) hanno dato un contributo importante all’eccellenza del risultato.

Ultimo, ma non ultimo, il direttore d’orchestra, Garrett Keast, che, insieme a un’orchestra in stato di grazia come quella del Teatro del Maggio era ieri sera, ha fuso musica e danza in un dialogo perfetto, con fraseggio, dinamiche, agogiche sempre perfette e in sintonia con i danzatori.

L’apprezzamento tributato dal folto pubblico ha dimostrato che a Firenze si sente la mancanza del balletto e di una compagnia stabile, come avevamo.

Donatella Righini
(10 gennaio 2025)

La locandina

Direttore Garrett Keast
Coreografia Jean-Christophe Maillot
Scene Ernest Pignon-Ernest
Costumi Jérôme Kaplan
Luci Dominique Drillot
Personaggi e interpreti:
Giulietta Katrin Schrader
Romeo Jérôme Tisserand
Madonna Capuleti
Marianna Barabas
Tebaldo Simone Tribuna
La nutrice Lydia Wellington
Mercuzio Michaël Grünecker
Benvolio Lukas Simonetto
Paride Alessio Scognamiglio
Rosalina Juliette Klein
Frate Lorenzo Jaat Benoot
I due accoliti Cristian Oliveri & Christian Tworzyanski
Les Ballets de Monte-Carlo
Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

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