Firenze: tutti in “delirio” per Jessica Pratt
“Delirio” è il titolo del concerto che si è tenuto nella Sala Zubin Mehta del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, lo scorso 12 settembre, con protagonista il soprano Jessica Pratt, accompagnata dall’Orchestra del Maggio, diretta con grande maestria da Riccardo Frizza, affiancato dal Coro guidato da Lorenzo Fratini.
Perché “delirio”? Perché il concerto si è incentrato sulle celebri “arie di pazzia” dalle opere di Vincenzo Bellini e Gaetano Donizetti, ma ha compreso anche sinfonie tratte da opere dei medesimi autori: un repertorio che ha messo in luce non solo il virtuosismo tecnico dei musicisti, ma anche l’espressività drammatica, dato che un viaggio nella follia operistica esalta la complessità psicologica e emotiva dei personaggi tratteggiati dai due compositori.
La serata si è aperta con la Sinfonia de I Capuleti e i Montecchi di Bellini, eseguita dall’orchestra con una precisione impeccabile. Frizza ha saputo gestire le dinamiche sonore senza mai soffocare la linea melodica tipicamente belliniana. Jessica Pratt ha fatto il suo ingresso subito dopo con l’aria “Ah! Non credea mirarti” dalla Sonnambula – preceduta dal recitativo, il cantabile lento e che, dopo la fase transitoria, sfocia nella cabaletta virtuosistica, come vuole lo schema di tutte le arie di follia – e la sua voce cristallina e agilissima ha restituito ogni sfumatura emotiva di Amina, e toccato il cuore degli spettatori.
Con il passaggio a Donizetti, il tono si è fatto più drammatico e teatrale. Prima si è avutal’esecuzione di “Madre, deh placati” da Emilia di Liverpool, un’aria che ha evidenziato la capacità della Pratt di rendere la profonda sofferenza interiore del personaggio (Emilia è depressa, non ha perso il senno) con accenti commoventi, senza mai perdere il controllo tecnico. Ad affiancare la Pratt in quest’aria era il mezzosoprano Aleksandra Metreleva. La successiva Sinfonia da Roberto Devereux ha fatto nuovamente risaltare il lato più brillante dell’orchestra, con Frizza che ha esaltato i contrasti drammatici di questa ouverture che contiene i temi eroici e tragici dell’opera.
Il momento clou della serata è arrivato con l’aria “Il dolce suono… Ardon gli incensi” dalla celebre scena della follia di Lucia di Lammermoor. La Pratt, qui in pieno controllo delle sue formidabili risorse tecniche, ha regalato al pubblico un’interpretazione memorabile, rendendo tangibile la discesa nella follia di Lucia con una vocalità che sfidava le leggi della gravità, impressionante per la pulizia e la perfezione dell’emissione e ben affiancata dal flauto di Mattia Petrilli: un dialogo che mostrato in maniera inequivocabile come nel belcanto la voce sia trattata come uno strumento musicale.
Con “O rendetemi la speme” dai Puritani di Bellini, ancora una volta il soprano ha incantato con il suo controllo delle variazioni dinamiche e la straordinaria estensione vocale, riuscendo a trasmettere con intensità la disperazione di Elvira: un virtuosismo, come ha scritto Fabrizio Della Seta, “potente strumento di espressione drammatica”.
Il programma si è concluso con il Donizetti più lirico e sentimentale. L’Ouverture da La Favorite, in cui Frizza ha fatto ben sentire il carattere verdiano del linguaggio di Donizetti a questa altezza cronologica , ha preceduto l’ultima, struggente aria “Nel silenzio della sera” da Linda di Chamounix, in cui la Pratt (affiancata ancora una volta dalla Meteleva) ha dimostrato di essere non solo una virtuosa dell’agilità vocale, ma anche un’interprete capace di trasmettere una profondità emotiva rara, chiudendo la serata con una nota di delicata malinconia.
Questo programma era stato collaudato dalla registrazione dell’omonimo CD per l’etichetta Tancredi. Certo non passa inosservata la sintonia che c’è fra la Pratt e Frizza, che, ai fini dell’esito delll’esecuzione è un valore aggiunto alle tante belle qualità musicali di tutti i protagonisti della serata. E va aggiunta, alla riuscita dello spettacolo, anche la qualità di un altro elemento fondamentale: i costumi indossati dalla Pratt, disegnati per lei da Giuseppe Palella.
E che Jessica Pratt sia una cantante straordinaria, non solo belcantista, in possesso anche di una invidiabile arte scenica, lo ha dimostrato nel bis: il “Glitter and be gay” dal Candide di Bernstein: il pubblico, già calorosissimo ed entusiasta, è andato decisamente in “delirio”!
Donatella Righini
(12 settembre 2024)
La locandina
Direttore | Riccardo Frizza |
Soprano | Jessica Pratt |
Mezzosoprano | Aleksandra Meteleva |
Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino | |
Maestro del Coro | Lorenzo Fratini |
Programma: | |
Vincenzo Bellini | |
I Capuleti e Montecchi, sinfonia | |
La sonnambula: “Ah! non credea mirarti… Ah! non giunge uman pensiero” | |
Gaetano Donizetti | |
Emilia di Liverpool: “Madre! Deh placati! … Ah! di contento…” | |
Roberto Devereux, sinfonia | |
Da Lucia di Lammermoor: “Il dolce suono… Ardon gl’incensi… Spargi d’amaro pianto” | |
Vincenzo Bellini | |
I puritani: “O rendetemi la speme… Qui la voce sua soave… Vien diletto è in ciel la luna” | |
Gaetano Donizetti | |
La Favorite, ouverture | |
Linda di Chamounix: “Nel silenzio della sera… No, non è ver, mentirono” |
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