Gianna Fratta racconta il Bellinifest

Iniziato lo scorso 6 agosto il Bellinifest si concluderà il 6 ottobre con una proposta che comprende più di quaranta eventi tra musica, teatro e cinema. Ne abbiamo parlato con Gianna Fratta, direttrice d’orchestra e project manager della manifestazione.

  • Il Bellininfest si pone come una delle realtà artistiche di maggior peso nel panorama siciliano. Come è nato?

Il Bellininfest è nato da un sogno, quello della Regione Siciliana di organizzare una grande manifestazione culturale nel segno di Vincenzo Bellini, genius loci e figura identitaria per la Sicilia. Il festival si è poi sviluppato, in oltre un anno di preparazione, con l’apporto delle principali istituzioni pubbliche e private dell’isola sapendo fare del concetto di “rete” un vero punto di forza. I principali teatri siciliani, dal Teatro Massimo “V. Bellini” di Catania al Teatro Massimo di Palermo e al Teatro Vittorio Emanuele di Messina, i conservatori di musica di Messina e Catania, l’università di Catania, TaoArte, la Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana, i comuni e molti altri enti si sono uniti e, sotto l’egida dell’Assessorato del Turismo, Sport e Spettacolo della Regione, hanno dato vita a una manifestazione che è più di un festival, è piuttosto un composito progetto culturale, con precise strategie a lungo termine e col precipuo obiettivo di fare in modo che anche Vincenzo Bellini, al pari di compositori come Verdi, Puccini, Rossini, Donizetti, abbia un festival dedicato, ideato e realizzato dalle istituzioni.

Il Bellininfest, che già in questa prima edizione vede in cartellone artisti come Riccardo Muti, Placido Domingo, Lisette Oropesa, Marina Rebeka, Leo Nucci, Davide Livermore, Paolo Fresu, Eleonora Abbagnato, diventa così un “prodotto culturale” in grado di attrarre in Sicilia gli appassionati d’opera e d’arte e di proporre ai tanti turisti un’offerta culturale variegata e di altissimo profilo.

  • Non solo musica, ma anche prosa e cinema. Quanto è complesso il coordinamento di tante manifestazioni?

Molto complesso; non solo per la quantità delle iniziative, oltre 40 in 60 giorni o per il numero di artisti coinvolti, più di mille, per le location plurime, che toccano Messina, Taormina e Catania, o per le tempistiche serrate, quanto soprattutto perché il coordinamento di una kermesse così eterogenea e multidisciplinare pone problematiche differenziate, soprattutto in ordine alla necessità di pianificare un progetto di comunicazione e promozione capace di intercettare i differenti target di pubblico che possono essere interessati alle varie iniziative, coinvolgendoli con azioni di public engagement e public development. Opere liriche, concerti di classica, jazz, pop, teatro, rassegne cinematografiche, danza, concorso di canto, incontri, presentazioni, tavole rotonde, un festival con una proposta davvero completa, che trova la sua unità nel nome e nella figura del grande compositore Vincenzo Bellini.

  • Qual è la risposta del pubblico?

Ottima. Teatro Antico di Taormina pieno per l’anteprima di Riccardo Muti e per le due recite di Rigoletto dirette da Domingo e con Leo Nucci alla regia e nel ruolo del titolo, tutto esaurito per il galà lirico con Lisette Oropesa il 6 agosto, così come per Vincenzo e la Luna a Catania, ottime le prenotazioni per i prossimi eventi di settembre, da Paolo Fresu che interpreta in chiave jazz le pagine di Norma al concerto dell’HJO con la Compagnia Colonna, da eventi come Belliniana alla realizzazione dell’opera Norma in edizione critica con la regia di Davide Livermore, oltre ai tanti concerti solistici, cameristici e sinfonici, tra cui i due del Teatro Massimo di Palermo e dell’Orchestra Sinfonica Siciliana. Il pubblico, sia locale che internazionale, sta mostrando di gradire le scelte della direzione artistica di Fabrizio Carminati che non ha mancato di dare importanza anche a momenti di formazione, valorizzando i giovani studenti dei conservatori di Messina e Catania, le rispettive orchestre e ideando tante iniziative dedicate proprio a chi sta facendo della musica la sua professione.

  • Quanto è difficile organizzare manifestazioni tanto articolate in un periodo così complesso? La voglia di ripartire supera l’emergenza sanitaria?

Ciò che rende davvero complessa l’organizzazione di concerti in questo periodo è l’incertezza, il non poter programmare a lunga scadenza, non sapendo come la pandemia, purtroppo ancora in corso, si evolverà e quali saranno le misure che verranno messe in atto, soprattutto nel settore dello spettacolo dal vivo. Nonostante questo, il Bellininfest proprio nel 2021 decide di esordire con una edizione ricchissima, proprio per dare un segnale di rinascita e di speranza, per dare opportunità di lavoro a tanti artisti, tecnici, operatori, maestranze, mettendo in campo un programma eterogeneo in grado di richiamare pubblici diversificati, dopo la prolungata mancanza di spettacoli dal vivo dovuta alla pandemia. Una sfida coraggiosa che stiamo portando avanti con grande impegno e determinazione, fortemente incentivati dalla risposta del pubblico.

  • Corollario al Festival un concorso lirico internazionale. Ce ne vuole parlare?

Non sono molti i festival che al proprio interno prevedono un concorso specifico finalizzato al reclutamento di giovani voci liriche da utilizzare nelle produzioni del Teatro Massimo Bellini di Catania e, perché no, nelle prossime edizioni del festival stesso. Il concorso diventa in questo modo un mezzo per promuovere tra i giovani cantanti Bellini, la sua vocalità e il suo repertorio, un modo per dare opportunità di lavoro ai vincitori, dar loro occasioni di debutto in contesti prestigiosi, oltre che portare all’attenzione internazionale una kermesse musicale destinata a diventare una manifestazione di riferimento in Italia e fuori. Il concorso internazionale per voci liriche “V. Bellini” prevede, oltre alle prove eliminatoria e finale, un concerto dei vincitori con l’orchestra che si terrà il 2 ottobre al Teatro Massimo “V. Bellini” e conta su una giuria di prestigio, costituita da direttore artistici e sovrintendenti di importanti teatri.

  • È difficile fare musica al Sud?

Non più che altrove. Anzi, la Sicilia, nel caso specifico, sta attraversando un periodo di grandissimo fermento culturale. Pullula di iniziative musicali che spaziano dal jazz alla classica, di manifestazioni di teatro, cinema, danza, spesso organizzate in location uniche al mondo. È evidente che si tratta di un’isola dall’innegabile vocazione turistica, ma quello che noto con piacere è una declinazione di questa vocazione nel segno della cultura, una volontà di mettere in atto strategie per incentivare un turismo culturale di qualità, anche destagionalizzato, che noi artisti non possiamo che accogliere con grande favore. Certamente fare cultura, musica, arte, soprattutto in un momento post pandemico come questo, non è semplice, ma la voglia di ripartire è pressante e l’impegno, forse più al Sud che altrove, da parte delle istituzioni è lodevole. Personalmente sono una grande sostenitrice del Sud: è qui che opero e lavoro, è qui che sento di dover impiegare le mie energie migliori, perché il Sud è una terra ricchissima di arte, talenti, cultura.

È una terra che merita iniziative prestigiose come il Bellininfest.

Alessandro Cammarano

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