Ginevra Costantini Negri parla del suo Paisiello

Di recente uscita è “Paisiello Academy”, un disco realizzato dall’Orchestra da Camera Canova (il cui giovane direttore è Enrico Saverio Pagano) interamente dedicato al compositore italiano Giovanni Paisiello (1740-1816) e contenente alcune prime registrazioni a livello mondiale di Sinfonie ed Arie estratte da opere quali “La semplice fortunata” o “La disfatta di Dario”.

Il disco contiene, altresì, due degli otto Concerti per tastiera e orchestra – ovvero il secondo e l’ottavo – che hanno avuto al pianoforte l’altrettanto giovane pianista Ginevra Costantini Negri, che ha accettato con entusiasmo di realizzare una breve intervista per Le Salon Musical, parlandoci della sua personale esperienza.

  • Paisiello non è certo tra i compositori più frequentati dai pianisti, ed è curioso vedere giovani musicisti interessarsi al suo repertorio. Com’è nato questo progetto discografico?

Mi sono sempre impegnata nella diffusione del patrimonio pianistico italiano: avevo infatti già dedicato il mio primo disco alla produzione dei Péchés de Vieillesse di Rossini, che mi ha portato tante soddisfazioni tra le quali la nomina ad Alfiere della Repubblica, e la segnalazione di Forbes, che mi ha inserito tra i 5 leader del futuro under 30 per la musica. Quando Mario Marcarini mi ha chiesto di realizzare insieme all’Orchestra da Camera Canova un nuovo progetto dedicato a Paisiello sono stata più che contenta di mettermi all’opera. Il nostro scopo era quello di rendere l’atmosfera delle accademie dell’epoca, proponendo così un programma vario, che potesse presentare in modo completo la musica di Paisiello. Io ho inciso due dei suoi otto concerti per tastiera e orchestra, ma nel disco non mancano nemmeno sinfonie e arie, alcune delle quali sono anche prime incisioni mondiali!

È stata una “allegra brigata”, e mi sono divertita molto a scoprire e studiare la musica di Paisiello con altri giovani musicisti, soprattutto con il direttore d’orchestra Enrico Saverio Pagano, che ha sempre avuto delle idee interpretative molto originali. Non dimentichiamo anche che la madrina di questo progetto è stata Manuela Custer, colei che ha inciso lei due arie contenute nel disco.

  • Leggendo le note dell’opuscolo – scritte dallo stesso direttore dell’Orchestra Canova, Enrico Pagano – si nota un particolare riferimento alle scelte stilistiche e interpretative, al fine di ricreare con gli strumenti di oggi il “gusto dell’epoca”. Come hai approcciato alla figura di Paisiello? Quali difficoltà ti sei ritrovata ad affrontare e quali occasioni ti ha offerto?

È stato un lavoro molto stimolante. A livello tecnico, i concerti di Paisiello non rappresentano un grosso problema, perché la loro scrittura è molto essenziale. Tuttavia, proprio per questo motivo, la difficoltà è quella di riuscire a esaltare il carattere e l’eleganza della composizione avendo come base un materiale semplice e ripetitivo, soprattutto nel caso del Concerto in Fa maggiore. Al contrario, nel Concerto in Sol minore questa operazione è stata molto più semplice in quanto questo concerto offre già di suo una notevole varietà di idee, ed è una delle composizioni più interessanti di tutta la produzione di Paisiello.

Grande libertà è anche lasciata all’interprete, che ha la possibilità di arricchire il brano con ornamenti e fioriture. Tuttavia non bisogna mai abusarne, per evitare di compiere scelte che mal si adattano a queste composizioni.

  • Sempre nelle note si menzionano alcuni tuoi “brevi episodi improvvisati”, e soprattutto l’inserimento di una cadenza scritta di tuo pugno per il Concerto in Fa maggiore sui temi dell’opera “La finta amante” (di cui nel disco c’è la Sinfonia). Come mai questa scelta? Come hai gestito le parti improvvisate?

Si trattava di una scelta che potevo permettermi di fare, visto il periodo storico in cui sono state scritte le composizioni. Volevo lasciare una mia impronta riconoscibile nella registrazione e così ho pensato di scrivere alcuni passaggi improvvisati, tra cui proprio la cadenza del Concerto in Fa maggiore. In questo caso ho scelto di riprendere il tema de La finta amante, perché volevo dare una sorta di ciclicità al disco, e questa composizione ben si prestava all’inserimento nel concerto, essendo entrambi i brani nella stessa tonalità. E poi, perché non citare Paisiello con Paisiello?

  • Hai qualche progetto in serbo per il futuro?

Al momento sto lavorando a diversi progetti, sia per la promozione del disco che a livello cameristico e solistico. Alcuni riguardano sempre la valorizzazione del patrimonio pianistico italiano, altri invece un repertorio completamente diverso legato alla musica del Novecento con autori come Gershwin, Kapustin e Bolcom. Sto continuando anche a sviluppare una forma diversa di performance pianistica, il “Piano Talk”, che finora ha incontrato molto successo, dove propongo momenti musicali alternati a letture di lettere e documenti originali e racconti di aneddoti.

Andrea Rocchi

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