Il pianoforte di Mozart a Rovereto per la Settimana Mozartiana dal 13-17 settembre 2017
Si è appena conclusa a Rovereto (Trento) la Settimana Mozartiana, giunta alla 26° edizione, promossa dall’Associazione Mozart Italia che dal 13 al 17 settembre 2017 ha coinvolto diversi luoghi e spazi del territorio trentino che furono tappe dei viaggi della famiglia Mozart nella loro percorsi verso la penisola italiana. Dedica non banale e non fuori luogo, considerando che nella cittadina del Trentino (ai tempi importante centro economico e culturale del Sacro Romano Impero con capitale Vienna) Mozart soggiornò a più riprese in occasione dei suoi viaggi in Italia, ospitato dalle famiglie nobili della città e del contado, quei Conti d’Arco, Lodron, Todeschi, Pizzini, Thun, che si dividevano tra Salisburgo, Vienna e Rovereto i cui palazzi sono sedi, a tutt’oggi, delle manifestazioni della Settimana Mozartiana.
Quest’anno il calendario degli eventi aveva come tema conduttore, il rapporto tra Mozart e il pianoforte, oggetto di una giornata di approfondimento coordinata da Piero Rattallino e con il sostegno musicale del pianista Alexander Lonquich.
Pianoforte declinato anche nella forma primordiale del fortepiano, che ha avuto come protagonista la pianista giapponese Yoko Hisamoto, che nel Palazzo Pizzini di Ala, ha reso omaggio al recondito strumento con un programma totalmente mozartiano sulle note della Fantasia KV 397, con le due sonate KV 332 e KV 333 e con una l’esecuzione della Sonata il La maggiore KV 331 (300i), composizione recuperata casualmente nel settembre 2014. Occorre del resto rendersi conto che le grandi composizioni per pianoforte del tempo di Mozart e fino al primo decennio dell’800 erano scritte su questo strumento dal suono e tecnica costruttiva alquanto primordiale, rispetto agli attuali pianoforti gran coda che si sono imposti con la tradizione tardoromantica.
Quest’anno gli appuntamenti di maggior portata si sono incentrati su due eventi particolari, presso il Teatro Zandonai: la serata inaugurale di giovedì’14 settembre affidata al pianista Alexander Lonquich, nella doppia veste di solista e direttore dell’Orchestra Haydn di Trento e Bolzano, e l’appuntamento di chiusura, domenica 17 settembre con il Concerto per tre pianoforti e orchestra KV 242 (Lodron Konzert) affidato a tre solisti di prestigio Roberto Cappello, Alexander Romanovsky e Alberto Nosè, accompagnanti dall’Orchestra Giovanile Trentina diretta da Andrea Fuoli.
E’ ormai una consuetudine per Lonquich presentarsi nella doppia veste di solista e direttore, cosa che gli permette di dare dimostrazione, oltre che del suo talento musicale, anche di esprimere il suo lato istrionico di esecutore sicuro delle sue certezze interpretative. Quello che abbiamo ascoltato nel Concerto KV 453, per pianoforte e orchestra, è stata una esecuzione fatta di stacchi provocatoriamente rabbiosi, che ha accentuato i salti di ritmo e le agilità della scrittura pianistica. Il suo dialogo con l’orchestra è risultato un dualismo di battute che enfatizzavano gli attacchi delle varie sezioni orchestrali, ricorrendo echi di elementi compositivi dell’opera comica mozartiana. Ma la sua capacità di essere virtuoso del pianoforte ha fatto riemergere anche le sonorità delle tastiere antiche con le loro asettiche agilità. Diverso il clima che invece Lonquich ha saputo instaurare con la lettura del KV 595, Concerto per pianoforte n. 27, ultima composizione di Mozart per tale organico nell’ultimo anno di vita. Giustamente ritmico nel primo movimento, Lonquich è riuscito a dare spazio alle parti cantabili ma sempre sottolineando il ruolo di accompagnamento dell’orchestra che sembra emarginata in una scrittura lontana dal tempo e dallo spirito che Mozart invece riversa sulla scrittura pianistica intensa e melanconica.
L’intervento sinfonico affidato alla Sinfonia in re min n. 80 di Joseph Haydn, sempre sotto la gestione di Lonquich, ha riportato il pubblico ad un ascolto di tutta semplicità con vivaci successioni di timbri dei fiati risolti in maniera sbrigativa.
Il concerto per tre pianoforti KV 242 (Lodron Konzert) è significativo per l’importanza che ebbe nella produzione mozartiana la committenza nobiliare: il concerto fu composto da Mozart per la contessa Antonia Lodron, sorella del conte Georg Anton Felix von Arco, primo camerlengo di Salisburgo, e le sue figlie Aloisia e Giuseppina. Questo concerto a tre cembali è stato concepito per tre musicisti con differenti capacità musicali: se infatti al primo solista appartiene una scrittura più complessa, gli altri due hanno una parte di minore difficoltà. Se ai pianoforti poi si siedono tre interpreti che hanno un passato di vincitori di premi internazionali Busoni per pianoforte (Roberto Cappello nel 1975, Alberto Nosè secondo premio nel 1999 e Alexander Romanovsky nel 2001) tutto sembra più facile quasi uno scherzo tra pianoforti e l’orchestra, che sembrano quasi dialogare tra loro in un sottile gioco delle parti. Bene l’orchestra Giovanile Trentina, formazione di giovani strumentisti e di appassionati che alla guida di Andrea Fuoli ha sostenuto, senza timore, i tre solisti. I calorosi applausi da parte di un pubblico non molto numeroso hanno determinato il successo della serata che ha saputo regalare un ultimo gioiello interpretativo: come bis i tre pianisti hanno presentato la Romanza per pianoforte a 6 mani di Rachmaninoff, con divertimento assicurato anche per i presenti.
Federica Fanizza
(Rovereto, 17 settembre 2017)
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