Il Ridotto del Teatro alla Scala accoglie il grande pubblico per la presentazione del programma “Giacomo Puccini e Renata Scotto”
Domenica 5 febbraio, presso il Ridotto dei Palchi “Arturo Toscanini” del Teatro alla Scala di Milano, si è tenuta la conferenza di presentazione del programma “Giacomo Puccini e Renata Scotto”, prodotto dall’emittente televisiva Classica HD presso le sale del Museo Teatrale alla Scala in collaborazione con la Fondazione Giacomo Puccini di Lucca e il Centro Studi Giacomo Puccini.
Il programma, a cura del musicologo Simone Di Crescenzo, è dedicato alle opere del Maestro Giacomo Puccini e alla carriera di una delle più grandi interpreti del Novecento, la diva internazionale Renata Scotto.
In occasione della conferenza sono intervenuti il responsabile ufficio stampa della Scala Paolo Besana, la direttrice del Museo Teatrale alla Scala Donatella Brunazzi, il direttore artistico di Classica HD Paolo Gavazzeni e Simone Di Crescenzo, autore del programma.
Di fronte ad una sala gremita di giornalisti, direttori, cantanti, musicisti e amatori, i relatori hanno ricordato i momenti salienti in cui le carriere di Puccini e della Scotto si sono incrociate con la storia della Scala. Un’occasione non solo per ripercorrere veri e propri capitoli della storia del teatro d’opera, ma anche per riflettere su antiche e nuove consuetudini del melodramma.
La proiezione di alcuni estratti delle due puntate, andate in onda nel novembre 2022 su Classica HD (Sky, canale 136), porta nuovamente al centro i protagonisti del programma: le opere del Maestro Puccini e le interpretazioni della Scotto che, intervistata da Di Crescenzo, condivide oltre al suo vissuto personale anche tutto il suo sapere di interprete e studiosa d’opera. Un racconto a quattro mani che, se da una parte affronta tematiche impegnative, dall’altra le rende accessibili per il grande pubblico. L’emozione che traspare dal racconto della Scotto è tale da contaminare l’aria del Ridotto, fino a culminare in un sentito applauso finale. Ancora una volta, siamo vittime della magia del Teatro.
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