Innsbruck: gli infiniti clavicembali di Rondeau

“Lasciatevi sorprendere …” questo l’impaginato del concerto, strepitoso, che Jean Rondeau ha regalato al pubblico che affollava la Spanischer Saal del castello di Ambrass nell’ambito delle  Innsbrucker Festwochen der Alten Musik, proponendo una visione diametralmente opposta a quella “tradizionale” rispetto a quella che il pubblico si aspetta dall’interprete.

Il clavicembalista francese, anima barocca screziata di jazz – per inciso l’improvvisazione appartiene ad entrambi i generi –, rovescia il concetto di “programma” affidandosi invece ad un’esecuzione che procede in forma ininterrotta, come se si trattasse di un piano-sequenza sonoro ove per quasi un’ora e mezza le caratteristiche dello strumento trovano espressioni tanto inaspettate quanto affascinanti.

Nella breve nota nel programma di sala Rondeau rivendica la sperimentalità dell’operazione, volta a spiazzare diventando al contempo catalizzatore di una riflessione profonda.

Il concerto, o meglio la performance, inizia con un’unica nota, suono primigenio, e va via via sviluppandosi in un racconto le cui sonorità rimandano al salterio medievale; da qui fiorisce una narrazione che attraversa il Rinascimento, giungendo al Barocco per approdare a sonorità contemporanee che rimandano non solo al jazz ma anche alla musica techno.

Una gioia per le orecchie ed un esercizio per la mente che il pubblico ha mostrato di comprendere e gradire, al netto di cinque o sei defezioni da parte di altrettanti spettatori che forse speravano in una selezione di Pièces de Clavecin di Rameau o in un “a tutto Bach”.

Solo alla fine Rondeau ha spiegato la natura e le ragioni della sua scelta, che tra l’altro proponeva per la prima volta in concerto, ovvero quella di rendere tangibili le infinite possibilità del clavicembalo in un viaggio nel tempo; musica pura, che prescinde dagli autori e che nelle sue diversità – che talvolta diventano benefiche contraddizioni – assume un significato “altro” e profondissimo.

Al termine, dopo un silenzio che ha cristallizzato l’ultimo accordo, la platea ha mostrato di aver compreso ed apprezzato l’operazione di Rondeau, che ha regalato come bis il Tema e le prime due variazioni delle Goldberg e Les Sauvages di Rameau, quasi a ristabilire l’ordine delle cose così come siamo abituati a concepirle.

Di fatto, dopo un concerto così, anche le convinzioni più radicate devono essere necessariamente ripensate; ed è un bene.

Alessandro Cammarano
(8 agosto 2023)

Deutsche Übersetzung

Innsbruck: Rondeaus unendliche Cembali

„Lassen Sie sich überraschen…“, so lautet der Grundriss des erstaunlichen Konzerts, das Jean Rondeau im Rahmen der Innsbrucker Festwochen der Alten Musik dem Publikum gab, das den Spanischen Saal von Schloss Ambrass füllte, und eine Vision vorschlug, die dem „Traditionellen“ diametral entgegengesetzt ist. eins im Vergleich zu dem, was die Öffentlichkeit vom Dolmetscher erwartet.

Der französische Cembalist, eine barocke, mit Jazz angereicherte Seele – Improvisation gehört übrigens zu beiden Genres – stößt den Begriff „Programm“ um, indem er auf eine Aufführung setzt, die ununterbrochen abläuft, als wäre es eine Klaviersequenz, bei der fast eine Stunde lang und … Die Charakteristika des Instruments finden einen ebenso unerwarteten wie faszinierenden Ausdruck.

In der kurzen Anmerkung im Programm betont Rondeau den experimentellen Charakter der Operation, die darauf abzielt, zu überraschen und gleichzeitig ein Katalysator für tiefgreifende Reflexion zu werden.

Das Konzert bzw. die Aufführung beginnt mit einem einzigen Ton, einem Urklang, und entwickelt sich nach und nach zu einer Geschichte, deren Klänge an das mittelalterliche Psalter erinnern; Von hier aus erblüht eine Erzählung, die von der Renaissance über den Barock bis hin zu zeitgenössischen Klängen reicht, die sich nicht nur auf Jazz, sondern auch auf Technomusik beziehen.

Eine Freude für die Ohren und eine Übung für den Geist, die das Publikum zeigte, dass es es verstand und schätzte, trotz fünf oder sechs Abweichungen seitens ebenso vieler Zuschauer, die vielleicht auf eine Auswahl von Rameaus Pièces de Clavecin oder ein „a all“ gehofft hatten Bach“.

Erst am Ende erläuterte Rondeau die Natur und die Gründe seiner Wahl, die er unter anderem zum ersten Mal im Konzert vorschlug, nämlich die unendlichen Möglichkeiten des Cembalos auf einer Zeitreise erlebbar zu machen; reine Musik, die die Autoren ignoriert und in ihrer Vielfalt – die manchmal zu wohltuenden Widersprüchen wird – eine „andere“ und sehr tiefe Bedeutung erhält.

Am Ende, nach einer Stille, in der sich der letzte Akkord herauskristallisierte, zeigte das Publikum, dass es Rondeaus Vorgehensweise verstanden und geschätzt hatte, der als Zugabe das Thema und die ersten beiden Variationen von Rameaus Goldberg und Les Sauvages gab, um das Ganze fast wiederherzustellen Ordnung der Dinge, wie wir es gewohnt sind, sie uns vorzustellen.

Tatsächlich müssen nach einem Konzert wie diesem zwangsläufig selbst tief verwurzelte Überzeugungen überdacht werden; und das ist gut so.

Alessandro Cammarano
(8. August 2023)

La locandina

Clavicembalo Jean Rondeau
Programma:
“Lasciatevi sorprendere …”

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