Jesi: al Teatro Pergolesi la Butterfly da sold-out spicca il volo

L’apertura della stagione lirica con Madama Butterfly di Giacomo Puccini è stata un inaspettato successo ieri sera al Teatro Pergolesi di Jesi, un gioiello dall’acustica strabiliante appartenente al centinaio di teatri storici marchigiani che rappresentano un patrimonio artistico inestimabile che deve rendere orgogliosi i Marchigiani nel mondo e che, soprattutto, dovrebbe essere valorizzato oltre ogni sforzo possibile.

Serata sold out per la nuova produzione della Fondazione Pergolesi Spontini in collaborazione con il Teatro Comunale di Treviso e il Teatro Comunale di Ferrara. L’allestimento concepito per lo più in carta e videoproiezioni della Romanian National Opera di Cluj-Napoca è stato realizzato dai laboratori dalla Fondazione Pergolesi Spontini e ha già debuttato un anno e mezzo fa con successo in Romania.

“Essendo originario di Jesi per me tornare al Pergolesi significa lavorare a casa. Questo spettacolo ha avuto una lunga gestazione, sono contento che venga messo in scena qui. Madama Butterlfy non è una vera storia d’ amore, per una storia d’amore bisogna essere in due», ha dichiarato il regista Matteo Mazzoni.

Siamo pienamente d’accordo con quanto sopra espresso: l’amore a senso unico della giovane farfalla nasce e muore in un mondo tutto falsificato su un palcoscenico in cui dei pannelli di carta prendono forma come fossero origami e vengono proiettate suggestive immagini di un Oriente quasi fiabesco non oleografico e folkloristico senza mai indugiare nelle solite e nauseanti giapponeserie di tradizione. La casetta dei futuri sposi viene innalzata in un attimo e in un attimo inizierà subito a deteriorarsi, a cadere a pezzi, ma per Butterfly è il castello in cui vivrà la lunga e sognata vita da moglie americana, è il luogo dove la sua verginità verrà donata a fronte dell’insistenza bramosa dello yankee americano. Presto i “miraggi ingannatori” cesseranno, tristemente scenderà la pioggia quando la madre si rivolgerà disperata al figlio e cadrà persino la neve durante il coro a bocca chiusa con Butterfly immobile nel suo kimono bianco a fiori sotto i fiocchi che scendono mentre attende l’alba con incrollabile fede e voglia di riscatto, volendo arrivare alla verità, pagando qualunque prezzo.

Lo spettacolo incentrato sulle scene impressionanti di Benito Leonori è stilizzato ma suggestivo, il terzo atto in particolare è il più coinvolgente, forse è mancato il colpo di scena, forse il regista non cercava l’applauso facile a scena aperta, se non fosse per la scontatissima aria della protagonista nel secondo atto. Probabilmente la volontà di Mazzoni era proprio questa e allora ne apprezziamo il raggiungimento degli intenti.

Tutti i volti in scena sono ricoperti con maschere del teatro Noh, una forma di teatro dalla particolarità di avere in scena uomini mascherati in ruoli sia maschili che femminili, solo i protagonisti tra cui Cio-cio-San e Pinkerton, portatori di amore o falsità recitano a volto scoperto.

L’occhio dello spettatore si abitua pian piano al gioco di luci che penetrano nel palcoscenico, creando una sensazione di giorno e notte, di mare e di neve, di pioggia e di alba, la sensazione è unica, grazie alle luci di Ludovico Gobbi.

Il pubblico ha apprezzato tutti i cantanti: la livornese Silvia Pantani (Cio-cio-san), giovane promessa del canto italiano si trasforma nella protagonista già al suo apparire in sena come fosse una piccola larva bianca per poi metamorfizzarsi lentamente in una donna imponente ma affettuosa, gelosa ma amorevole, madre, amica nonché sottomessa e votata al suicidio. Si trasforma di continuo nelle movenze, negli atteggiamenti, nelle espressioni del viso, bellissimo il gesto spesso ripetuto di allontanare con entrambe le braccia ogni parola o situazione contraria alla sua visione della realtà, quando la rabbia la invade si arma la mano e prova a colpire forsennata l’odioso Goro, poi quando arriva l’ora della desiderata morte ella si trasfigura e si irrigidisce a terra: il cuore è ormai spezzato, il corpo inerme viene inutilmente abbracciato dall’amata Suzuki. La Pantani entra in scena un po’ titubante, forse l’emozione del debutto, e gran parte degli spettatori avranno pensato:” ecco la solita Butterfly di provincia”, invece la cantante cresce sempre di più durante gli atti successivi e nel finale è strepitosa. La voce sale senza alcuna fatica, il colore è pucciniano al punto giusto, la cantante non spinge quasi mai, è incisiva se richiesto dalla partitura, ma dolce e accattivante quando il lirismo chiama. Purtroppo con un tale Pinkerton a fianco il duetto del primo atto, a tratti, è sembrato uno scontro tra titani più che un’amorevole abbraccio tra due giovani innamorati di fronte al talamo nuziale.

Francesco Forte (Pinkerton) è nato per cantare Pinkerton, ha una voce enorme, calda, pastosa, che invadeva il teatro. Quei tenori che sicuramente il pubblico apprezza e ama perché arrivano subito al cuore ma se avesse sovrastato un pochino meno la dolce e piccina Butterfly forse l’insieme musicale e l’intento pucciniano ne avrebbero guadagnato. Per Ilaria Ribezzi (Suzuki) poche parole, è stata forse la vincitrice della serata pur in un ruolo secondario, eccezionale da ogni punto di vista, le auguriamo una spledida carriera considerato che con quella voce potrà permettersi tutto. Italo Proferisce (Sharpless) dalla voce anch’egli enorme, calda e dal fraseggio esemplare. Claudio Zazzaro (Goro) bravissimo e antipatico quanto il ruolo richiede. Applausi convinti al direttore d’orchestra David Crescenzi, sul podio della Orchestra Filarmonica Marchigiana, un’ottima prova la sua dirigendo un Puccini “straripante” e provocando spesso nel pubblico la famosa “pelle d’oca” nei momenti topici della tragedia. Applausi anche al Coro Lirico Marchigiano Bellini preparato da Davide Dellisanti, e a tutti i giovani coprotagonisti.

Tutto sommato, una Butterfly di provincia, e sottolineo provincia di oggi, quindi superiore ai Teatri di serie A.

Renato Olivelli
(18 ottobre 2019)

La locandina

Direttore David Crescenzi
Regia Matteo Mazzoni
Scene Benito Leonori
Costumi Patricia Toffolutti
Luci Ludovico Gobbi
Illustrazioni Riccardo Cecchetti
Assistente alle scene Elisabetta Salvatori
Personaggi e interpreti:
Madama Butterfly Silvia Pantani
F. Pinkerton Francesco Fortes
Suzuki Ilaria Ribezzi
Goro Claudio Zazzaro
Lo zio Bonzo Andrea Tabili*
Il Principe Yamadori Dielli Hoxha
Kate Pinkerton Katia Di Munno
Lo zio Yakusidé Luca Giorgini*
L’ufficiale del registro Andrea Cutrini
La zia Eleonaora Nota*
La cugina Carmela Osato
La madre SoO Hyun Lee*
Dolore Andrea Bussotto
*cantanti del corso di formazione professionale per cantante lirico solista del Progetto Sipario Bis Bis
Orchestra Filarmonica Marchigiana
Coro Lirico Marchigiano “V. Bellini”
Maestro del Coro Davide Dellisanti

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