Juan Jesús Rodríguez: «Un artista non ha limiti»
Juan Jesús Rodríguez è considerato dalla critica e dal pubblico uno dei baritoni verdiani di riferimento nel panorama operistico attuale. www.juanjesusrodriguez.com
- Qual è il suo rapporto con l’Italia? Il pubblico italiano ha avuto il piacere di ammirare la sua arte nel prestigioso Teatro Massimo di Palermo. Quale significato riveste per Lei questo paese?
Amo profondamente l’Italia, un paese dove ho ottenuto grandi successi, dove l’opera è parte dell’anima e il pubblico è allo stesso tempo esigente ed entusiasta. Ho avuto l’onore di interpretare opere di Verdi a Napoli, Palermo, Firenze, Torino e Roma. Ho vissuto un paese dove la bellezza è impareggiabile. Come in tutti i paesi, anche qui esistono dinamiche complesse nell’ambito delle agenzie; attualmente non ho un’agenzia in Italia, motivo per cui la mia presenza lì è ormai inesistente, sebbene qualche offerta sia arrivata.
- La Sua carriera è di grande rilievo, con importanti opportunità in Spagna e nel panorama operistico internazionale. Se dovesse descriversi come artista, quali limiti troverebbe? E come li affronterebbe?
Un artista non ha limiti. Un artista ha la responsabilità di sviluppare i talenti che la Vita gli ha donato e di metterli al servizio del pubblico: commuoverlo, sensibilizzarlo, giungere negli angoli più reconditi del suo cuore e portare luce. Per adempiere a questa missione, bisogna affrontare dei draghi che tenteranno di spegnere la tua luce per invidia, ambizione o competitività. Ma la nostra responsabilità è di presentarci al pubblico nella forma più autentica e priva di fardelli, in uno stato puro che consenta di trasmettere, da Anima ad Anima, la magia della Vita attraverso l’Arte.
- Parliamo del Suo più recente lavoro. Al Teatro de la Zarzuela, con “Marina” sotto la direzione di Bárbara Lluch. Cosa ha rappresentato per Lei come artista e come persona? E quale contributo ha apportato a questo classico del genere?
Ogni personaggio che ho interpretato nella mia vita mi ha permesso di esplorare e scoprire aspetti di me stesso che mi arricchiscono sempre. Mi innamoro dei miei personaggi e infondo loro il meglio di me, affinché possano raggiungere il pubblico nella forma più genuina.
- Se fosse certo che le nuove generazioni ascolteranno i Suoi consigli, cosa direbbe loro?
Direi loro di lasciarsi guidare dal cuore: loro stessi sono l’autorità della propria voce e del proprio cammino, e non devono mai delegare questa autorità, per quanto possano ammirare qualcuno. Direi di cantare ciò che amano e non ciò che viene loro imposto, e, in caso di difficoltà, di cercare i mezzi necessari per superarle. Direi loro di essere sempre buoni compagni nelle produzioni, di cercare l’armonia del gruppo e di non permettere a nessuno di spezzarla per egoismo. Che abbandonino l’individualismo e si impegnino affinché tutti possano essere in equilibrio. E infine, direi loro di NON vendersi mai per poco; che tutto ciò che fanno sia frutto del loro impegno, e che sviluppino il loro talento per offrirlo alla Vita e al pubblico. Solo essendo liberi si può servire l’Arte e la Vita.
- Ha recentemente rifiutato il Premio come Miglior Cantante Spagnolo, un riconoscimento che le è stato conferito quest’anno ai Galardones Líricos. Quali ragioni La hanno spinto a questa scelta e quali reazioni crede susciterà tra i Suoi colleghi?
Ho già spiegato le ragioni durante l’evento: è un’incongruenza premiare un artista come il migliore e, al contempo, che i teatri che assegnano il premio non lo includano nelle loro stagioni. Il miglior premio per un artista è poter calcare le scene; in Spagna, però, ciò non accade, a causa di interessi occulti che danneggiano l’Arte, il pubblico e gli artisti stessi.
- Pensando al futuro, come vede il Suo percorso professionale, Juan Jesús Rodríguez?
Nel lungo termine, mi vedo come direttore artistico di un teatro, ma anche nel breve o medio termine, perché no? La mia voce sta attraversando un momento sublime per il repertorio baritonale e ho ancora molto da cantare. Tuttavia, posso conciliare questo aspetto con la direzione artistica, dove intendo fare emergere il talento al di sopra dei personalismi e degli interessi personali. E certamente darò risalto e valore agli artisti del nostro paese, perché, pur essendo tanti e di grande valore, vivono una condizione assai precaria.
Grazie, Juan Jesús Rodríguez.
Ricardo Ladrón de Guevara
Nota: Le opinioni espresse dall’intervistato riflettono il suo personale punto di vista e non rappresentano necessariamente quello di Le Salon Musical.
Original en español
Juan Jesús Rodríguez está considerado por la crítica y el público como uno de los barítonos verdianos de referencia del panorama operístico actual.
- ¿Cuál es su relación con Italia? El público italiano ha disfrutado de su arte en el prestigioso Teatro Massimo de Palermo. ¿Qué lugar ocupa este país en Usted?
Amo Italia, he cosechado grandes éxitos en un país que lleva la ópera en la sangre , de público exigente y entusiasta a la vez.
He tenido el honor de interpretar óperas de Verdi en Napoli , Palermo , Firenze, Torino y,Roma
Y he disfrutado de un país donde la belleza es inigualable.
Como en todos los países la mafia de las agencias siempre está presente , yo ya no tengo agencia en Italia , por lo que mi presencia ahora es inexistente ,aunque alguna oferta he recibido .
- Su trayectoria es muy destacada. Ha tenido grandes oportunidades tanto en España como en el resto del mundo operístico. Si tuviera que definirse como artista, ¿cuáles serían sus límites? y como lo haría?
Un artista no tiene límites .
Un artista tiene la responsabilidad de desarrollar los talentos que le ha dado la Vida y ponerlos al servicio del público : conmoverlo , sensibilizarlo , llegar hasta los rincones más oscuros de su corazón y llevar luz .
Para poder desempeñar esta misión hay que enfrentarse a algunos dragones que van a querer apagar tu luz por envidia , ambición , competitividad ,etc , pero nuestra responsabilidad es poder llegar a ese encuentro con el público de la manera más genuina y libre de cargas , en un estado puro que pueda desde Alma a Alma trasmitir la magia de la Vida a través del Arte.
- Su más reciente trabajo. En el Teatro de la Zarzuela, “Marina” bajo la dirección de: Bárbara Lluch. ¿Qué le ha aportado como artista y como persona? y ¿cuál ha sido su aporte a ese clásico del género?
Todos los personajes que he interpretado a lo largo de mi vida me hacen profundizar y encontrar registros dentro de mi que siempre me enriquecen , yo siempre acabo enamorándome de mis personajes y los impregno con lo mejor de mi para que llegue al público de la manera más genuina .
- Si tuviese la certeza que las nuevas generaciones atenderán a sus consejos. ¿Cuáles serían sus palabras?
Les diría que se dejen guiar por su corazón , que ellos y ellas son la autoridad de su voz y de su camino y que nunca dejen esa autoridad a otras personas por mucho que las admiren .
Les diría que canten lo que les guste y no lo que les digan que tienen que cantar y que si se encuentran dificultades para abordar el repertorio que busquen los recursos necesarios para superarlas.
Les diría que siempre que participen en una producción sean buenos compañeros /as y busquen hacer equipo y no permitir que nadie rompa la armonía con su ego , que abandonen el individualismo y busquen que todo y todos estén bien .
Por último les diría que NUNCA se vendieran por canta , que todo lo que hagan sea por su esfuerzo , que busquen optimizar sus recursos y desarrollar su talento para ponerlo al servicio de la Vida y del público, porque solo siendo libres podemos estar al servicio del arte y de la Vida
- Se le ha concedido muy recientemente el Premio al Mejor Cantante Español en la gala de los galardones líricos de este año. Un premio que merece sin duda alguna y Usted lo ha rechazado. ¿Cuáles son las razones que lo llevan a tomar esa decisión y cual cree serán las reacciones de sus homólogos?
Las razones ya las expliqué en ese acto, es una incongruencia premiar a un cantante como el mejor y los mismos teatros que lo premian no cuentan con él para sus temporada.
El mejor premio es que los artistas estén presentes en los escenarios y eso en España no ocurre por intereses ocultos en detrimento del Arte, del público y de los artistas .
- ¿Cuándo piensa en el futuro como se ve, Juan Jesús Rodríguez profesionalmente?
A largo plazo me veo como director artístico de un teatro, y también a corto o medio plazo , por qué no !
Mi voz está en un momento sublime para el barítono y tengo mucho que cantar todavía pero se puede compaginar perfectamente con una dirección artística donde voy a buscar que el talento predomine por encima de personalismos e intereses personales , y por supuesto voy a dar visibilidad y poner en valor a los artistas que residimos en este país , porque la situación es muy precaria habiendo tanto bueno .
Gracias, Juan Jesús Rodríguez
Ricardo Ladrón de Guevara
Nota: Las opiniones emitidas por entrevistado representan su parecer y no el de Salon Musical.
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