La mia prima Fanciulla Del West: intervista a Donato Renzetti alla vigilia del debutto al Teatro Lirico Di Cagliari
Pur essendo uno tra i direttori d’orchestra italiani più affermati nel mondo, Donato Renzetti è al debutto ne La Fanciulla del West di Puccini che il Teatro Lirico di Cagliari, di cui è direttore principale, gli ha affidato nella stagione in corso. Il debutto è imminente, ottimo motivo per chiedergli, in una pausa delle prove, le sue impressioni: “Non l’ho mai voluta affrontare” riflette “per un semplice motivo. E’ la prima opera impressionista di Puccini e per il direttore d’orchestra è di una difficoltà estrema. Devi avere avuto esperienze con la musica dell’impressionismo per entrare in un mondo che, sì, rappresenta l’America e il Far West, ma stilisticamente è legato all’esperienza europea. Ne diressi una selezione parecchi anni fa, ma sentivo che La Fanciulla va affrontata nella tua piena maturità.”.
Ed eccolo, Renzetti, mettersi all’opera per un ennesimo debutto con uno spettacolo che Cagliari coproduce con l’Opera Carolina di Charlotte dove è stato presentato la stagione passata, la New York City Opera e il Teatro del Giglio di Lucca dove arriverà l’anno prossimo.
“In comune con la Madama Butterfly che la precede di quattro anni La Fanciulla del West ha l’autore del dramma da cui l’opera è tratta: David Belasco. Per il resto quello di Fanciulla è un mondo a parte rispetto a tutto ciò che Puccini ha scritto…”.
“Si sa che dopo Butterfly non gli fu facile trovare un soggetto che lo convincesse. L’occasione arrivò in America, dove lo adoravano e dove nell’arco di un mese assistette alla rappresentazione di quattro suoi lavori. Fu l’occasione per conoscere il dramma di Belasco che, in un primo momento, non lo convinse. Poi si mise a fare ricerche di temi indiani da inserire nell’opera e a studiare meglio il soggetto. Fu un caso privato, l’arresto della moglie che in quel periodo aveva inutilmente sospettato di essere tradita dal marito con una camerierina morta suicida illibata, a spingere il Maestro di Lucca verso New York dove La Fanciulla del West fu tenuta a battesimo da Toscanini nel 1910.”.
Direttore di vasta esperienza pucciniana Donato Renzetti rileva come in Fanciulla del West Puccini utilizzi il Leitmotiv: “è la prima volta che lo noto, ogni personaggio ha un suo tema, per quelli minori è una sorta di accompagnamento ritmico, per i due maggiori, Minnie e Johnson, ha a che fare con le loro grandi frasi d’amore perché la vicenda è molto romantica.”.
Perché si rappresenta così poco La Fanciulla del West Maestro? “Perché, a differenza che nelle altre sue opere, Turandot compresa, mancano le romanze. Sì, c’è quella del tenore all’ultimo atto, ma è molto breve. E poi per il direttore è difficile da gestire. C’è un’orchestra grande, i flauti per esempio sono tre, in genere ne bastano due. Senza contare tutti quegli strumenti particolari che servono a rappresentare, è il primo caso che mi viene in mente, la neve nel secondo atto. E poi un coro nutrito, tanti personaggi in scena. Le dico, mi è capitato di dirigere Il Naso di Sciostakovich qualche stagione fa, è molto meno complicato della Fanciulla.”.
Renzetti, che ha studiato composizione e direzione d’orchestra al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, ha ottenuto numerosi riconoscimenti in importanti concorsi internazionali: il “Diapason d’Argento” nel 1975 e nel 1976 il Gino Marinuzzi di San Remo e l’Ottorino Respighi all’Accademia Chigiana di Siena, la medaglia di bronzo nel 1978 al “Primo Concorso Ernest Ansermet” di Ginevra. Nel 1980 è stato nominato all’unanimità vincitore assoluto del decimo “Concorso Guido Cantelli” del Teatro alla Scala di Milano al Teatro Coccia di Novara. Alla Scala è stato professore d’orchestra e nel 1978 ha fatto il suo debutto alla Piccola Scala dirigendo la prima assoluta di Diario dell’assassinata di Gino Negri con Milva abbinato a Pierrot Lunaire di Schönberg
La sua carriera non ha avuto sosta alternando l’attività sinfonica con produzioni d’opera lirica e registrazioni discografiche.
Dal 1982 al 1987 è stato Direttore Principale dell’Opera dell’Orchestra Internazionale Italiana, dal 1987 al 1992 Direttore Principale dell’Orchestra regionale toscana, dal 1993 al 2001 Direttore Principale dell’Orchestra Stabile di Bergamo. Nel 2007 è stato nominato Direttore Artistico e Direttore Principale dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana fino al 2013.
A Cagliari, dove ogni anni gli sono affidati due titoli di teatro musicale e numerosi concerti ha affrontato per la prima volta il Respighi operistico, de La campana sommersa prima, poi la più rara La bella dormente nel bosco. “Ho novantatré opere in repertorio oltre a un repertorio sinfonico non disprezzabile di cui si sa poco, perché nel nostro ambiente è naturale etichettarti come direttore operistico.”.
D’altro canto tanti anni di teatro vissuti intensamente pesano su una carriera che gli ha dato molto. Con il senno di poi, arrivato alla soglia dei sessantotto anni, quello che è mancato a Donato Renzetti è stata una carriera sinfonica.
“Wagner e Mahler però li ho affrontati a Bologna qualche stagione fa. Dieci giorni intensi di prove che poi sono stati buttati al vento perché il concerto era previsto all’aperto nell’ambito dell’attività estiva del Comunale e fu cancellato a causa di un temporale…”.
Non è escluso che proprio a Cagliari Renzetti possa togliersi qualche soddisfazione e realizzare qualche sogno proibito.
“Nella nostra cultura c’è prima di tutto l’opera e in particolare l’opera italiana. Io, comunque, credo che un direttore debba sapere fare tutto, non credo nelle specializzazioni. Mi è capitato di dirigere la Salome di Strauss, ma è stato un caso. Fra i miei sogni, in materia operistica, c’è il Boris, ma anche il Cavaliere della rosa e, perché no, Tristano. Per il momento qui a Cagliari mi aspetta La Fanciulla e, più in là, la Turandot di Busoni. Al San Carlo di Napoli torno invece con My Fair Lady, perché anche il mondo del musical mi appartiene e fa parte del mio bagaglio musicale.”.
Direttore d’orchestra eclettico, Donato Renzetti è anche un eccellente didatta e dal suo corso di Direzione d’Orchestra all’Accademia Musicale Pescarese – il Maestro è nativo di Torino di Sangro – sono usciti talenti come Massimo Zanetti e Gianandrea Noseda, Daniele Agiman e Michele Mariotti, Dario Lucantoni e Giacono Sagripanti. “Noi diamo ai giovani l’occasione per cominciare, poi la carriera ognuno se la deve fare da solo. Anche in questa materia però, non lo nascondo, ho avuto le mie belle soddisfazioni…”.
Rino Alessi
(8 ottobre 2017)
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