La Winterreise sconvolgente di Bostridge e Adès
Dimenticate tutte le Winterreise che avete ascoltato finora, anche se bellissime; qui si entra in un altro mondo; un mondo aspro, impietoso, disperatamente reale nella sua spietatezza.
Ian Bostridge e Thomas Adès non prendono per mano l’ascoltatore per condurlo su sentieri rassicuranti, tutt’altro. Fin dal primo Lied del ciclo – quel “Gute Nacht” talvolta reso in maniera un po’ trasognata – ci si trova catapultati in in una tormenta fatta di neve e vento, di ghiaccio su cui si scivola e si inciampa per poi rialzarsi e proseguire senza sapere se si giungerà ad una meta.
Nella dicotomia speranza-disillusione è la seconda a vincere, mettendo in luce il lato più autentico della poetica shubertiana
Il canto di Bostridge rifugge dal legato per concentrarsi su un fraseggio tagliente, a tratti spezzato, fondato su una ricerca della parola che diviene a tratti ossessiva; mentre il pianoforte di Adès – che si accosta a questo Liederkreis con la curiosità del compositore temperata dall’acribìa dell’interprete- sembra aver smarrito i pedali tanto il suono è scabro.
Adès sceglie la via di una percussività che rende appieno la disperazione della musica.
Bostridge lavora di cesello su ogni singolo accetto plasmando la voce in un fraseggio che non concede nulla al caso.
La registrazione dal vivo conferisce un ulteriore aspetto di autenticità all’interpretazione di Bostridge e Adès che, come tutte le grandi coppie della liederistica, parlano una sola lingua.
Alessandro Cammarano
Info:
Tenore | Ian Bostridge |
Pianoforte | Thomas Adès |
Winterreise, Op. 89, D. 911 (Live) | |
Franz Schubert | |
Audio CD (Agosto 23, 2019) | |
Etichetta: Pentatone |
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