“L’inganno felice” al debutto: l’opera rossiniana inaugura le Settimane Musicali al Teatro Olimpico
Apertura con serata di gala per le Settimane Musicali al Teatro Olimpico, alla XXVII stagione di opera e musica da camera. Venerdì 1 giugno nel teatro palladiano, alle ore 21 debutta l’opera L’inganno felice di Gioachino Rossini, seconda delle cinque farse veneziane che il direttore artistico Giovanni Battista Rigon ha scelto di portare al teatro palladiano, nell’ambito del quinquennale Progetto Rossini (2017-2021).
La serata si apre con un galà, alle ore 20, e con una conversazione introduttiva, alle ore 19,30 nell’Odeo del teatro, che vedrà protagonisti Alessandro Cammarano, critico musicale ed editor di “Le salon musical”, il direttore Giovanni Battista Rigon e il regista Alberto Triola, in un dialogo a tre pensato per raccontare al pubblico il significato, il valore e le curiosità di un lavoro giovanile, eppur già così completo, del geniale compositore, di cui ricorre quest’anno il 150 anniversario della morte. Dopo il debutto, “L’inganno felice” sarà in scena anche nelle sere del 3 – 8 – 10 – 15 – 17 giugno (il venerdì alle ore 21 e la domenica alle ore 18).
L’inganno felice è la meno “buffa” della serie, un dramma sentimentale che rappresenta un soggetto quasi tragico. Composta su libretto di Giuseppe Maria Foppa, debuttò al Teatro San Moisè l’8 gennaio 1812, e fu il primo grande successo di Rossini, cui seguirono rappresentazioni in tanti teatri italiani e stranieri. La trama ripercorre le tappe classiche della narrazione fiabesca. Il duca Bertrando incarica il servo Batone di uccidere Isabella, sua sposa, che il perfido consigliere Ormondo gli fa credere infedele. Viceversa Batone, intenerito, la lascia libera di fuggire, purché lontano il più possibile dal castello. Quando dieci anni più tardi il duca – che nel frattempo ne è sempre innamorato pur credendola morta – rivede Isabella sotto le mentite spoglie di Nisa, nipote del minatore Tarabotto, ha inizio tutta una serie di equivoci che porteranno finalmente a smascherare il disegno malvagio di Ormondo: l’amore tra il duca e la duchessa potrà dunque trionfare, nel più tradizionale dei lieti fine.
La compagnia di canto selezionata dal direttore artistico è formata da giovani talenti quali il tenore Patrick Kabongo, nella parte del duca Bertrando, il soprano Eleonora Bellocci, nel ruolo della duchessa Isabella, i baritoni Lorenzo Grante, Sergio Foresti, Daniele Caputo, rispettivamente nei panni del perfido Ormondo, intimo del duca, Batone, confidente di Ormondo, e Tarabotto, capo dei minatori. In scena si vedranno anche Clelia Fumanelli, cui sono affidate le coreografie, ad impersonare l’alter ego di Isabella, Libero Stelluti (aiuto regia) nelle vesti dell’anima di Bertrando, e Gianluca Bozzale in quelle di un minatore delle saline. L’Orchestra è quella di Padova e del Veneto, con la direzione dal cembalo dello stesso Rigon. La regia è di Alberto Triola, al suo debutto italiano, dopo una serie di felici esperienze europee. Le scene sono di Giuseppe Cosaro che, con Sara Marcucci, cura anche i costumi. Lighting designer è Giuliano Almerighi. Maestro di sala è Silvia Carta. Trucco e parrucco sono di Studio Vanity 2.0.
«La musica di Rossini è tutt’uno con l’azione scenica – sottolinea il M° Rigon. Musica e teatro si compenetrano, ritmi e tempi sono teatrali, prima che musicali. È una grande soddisfazione per me partecipare allo spettacolo in modo diretto, eseguendo l’accompagnamento al cembalo, perché posso entrare nel processo di creazione di quanto avviene sul palco. Rossini ci fornisce un canovaccio, lasciando ampio spazio di improvvisazione e di creatività agli interpreti che, attraverso un attento lavoro preparatorio, riscrivono, di fatto, l’opera. Fatto straordinario delle farse è che ci troviamo a confronto con un Rossini giovane, ma che ha già un’incredibile sicurezza di mano, una matura consapevolezza della propria cifra artistica, tanto che nelle opere successive riutilizzerà moltissimo materiale di queste opere. Lui stesso ne aveva compreso il valore. Siamo di fronte ad un giovane, e al tempo stesso ad un genio assoluto. Questa grandezza rende viva la sua musica, e sempre attuale e interessante per l’ascoltatore di ogni epoca, anche contemporanea».
«In questa farsa – afferma Alberto Triola – dove la musica si fa teatro con una naturalezza prodigiosa, il buio si trasmuta in luce e la rudezza dell’ambientazione si alterna a teneri scorci patetici; la comicità, spesso irresistibile, è sublimata in una modernissima ironia; il dramma si rivela come processo di evoluzione, per tutti i personaggi. In una lettura di impronta psicanalitica, possiamo seguire il percorso interiore di una donna: dalle conseguenze di un trauma da rifiuto e abbandono, che causa un blocco rispetto al mondo maschile, al recupero di una femminilità più consapevole e a una maggiore capacità di comprendere l’altro. La messa in scena al Teatro Olimpico parte da una rigorosa analisi testuale, che ho condiviso con gli artisti della compagnia di canto, tutti straordinariamente disponibili nel rendersi complici di uno scavo che potesse andare oltre la descrizione letterale del libretto. Abbiamo immaginato uno spazio scenico semplice e rigoroso, in grado di dialogare, senza entrare in conflitto e tanto meno in competizione con quello sublime, solenne e incombente del Palladio e dello Scamozzi».
Progetto Rossini impegnerà i cartelloni del festival delle Settimane Musicali fino al 2021 con le cinque farse veneziane, che verranno allestite seguendo l’ordine cronologico di composizione. Dopo La cambiale di matrimonio dello scorso anno e questa seconda tappa con L’inganno felice, negli anni a venire il pubblico vicentino potrà assistere a La scala di seta, L’occasione fa il ladro, e infine Il signor Bruschino.
“Progetto Rossini: le 5 farse veneziane in 5 anni”
L’INGANNO FELICE
libretto di Giuseppe Maria Foppa
musica di Gioachino Rossini
personaggi e interpreti:
Bertrando, duca Patrick Kabongo
Isabella, sua moglia Eleonora Bellocci
Ormondo, intimo del duca Lorenzo Grante
Batone, confidente d’Ormondo Sergio Foresti
Tarabotto, capo de’ minatori Daniele Caputo
Alter ego di Isabella Clelia Fumanelli
Anima di Bertrando Libero Stelluti
Minatore delle saline Gianluca Bozzale
Orchestra di Padova e del Veneto
direttore e maestro al cembalo Giovanni Battista Rigon
regia Alberto Triola
scene Giuseppe Cosaro
costumi Giuseppe Cosaro e Sara Marcucci
lighting designer Giuliano Almerighi
trucco e parrucco Studio Vanity 2.0
aiuto regia Libero Stelluti
coreografie Clelia Fumanelli
maestro di sala Silvia Carta
si ringrazia la compagnia Eco di fondo
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