Cecilia Bartoli e Sol Gabetta in un “Dolce Duello”
Come d’abitudine Cecilia Bartoli torna a Londra, al Barbican Centre, con il concerto “Dolce Duello” nell’ambito del tour europeo legato all’ultima fatica discografica del mezzosoprano romano.
Londra ha una vera e propria venerazione per Cecilia. Il lungo concerto di più di due ore è stato accolto con grande entusiasmo e con una standing ovation finale. Cecilia si conferma la grande artista di sempre. La Bartoli non è solo un miracolo d’ingegnosità tecnica e di espressività, ma lei stessa si trasforma nella musica. E’ questo il prodigio taumaturgico di Cecilia: tessendo il suo incantesimo vocale riesce persino a far trattenere i colpi di tosse che tanto imperversano nelle sale da concerto a ogni cambio di stagione.
Cecilia, instancabile nella sua volontà di esplorare il repertorio barocco, questa volta decide di condividere le scene con la violoncellista franco-argentina Sol Gabetta in un rapporto assolutamente paritario. Come ci si aspetta da tutti i progetti firmati dalla Bartoli, il concerto è carismatico e accuratamente studiato dal ricercato uso delle luci all’attenta scelta del repertorio. Cecilia è da tempo conosciuta per la sua inventiva musicale e questo spettacolo non fa eccezione. Il programma trae ispirazione dall’ossessione durante il XVIII secolo per i duelli musicali. Durante la serata brani meno conosciuti di Pollarolo e Raupach si alternano a estratti di Handel e Gluck. Il percorso musicale si dispiega ponderando l’intreccio tra voce e violoncello. Cecilia e Sol, cantante e violoncellista, si abbandonano a intensi “lamenti” e a straordinari scoppi di virtuosismo. La “voce” del violoncello ha una risonanza molto simile a quella della voce umana mezzo-sopranile, e la loro combinazione è a dir poco entusiasmante.
Sol Gabetta è però la vera sorpresa della serata, e alla sua performance sono legate le emozioni più inaspettate. La violoncellista riesce a stabilire uno spettacolare connubio tra una raffinata presenza sul palco ed una grande tecnica strumentale. Pura poesia il momento solistico a lei dedicato con il Concerto per violoncello No 10 di Boccherini. Sol è sicuramente un’artista da seguire da vicino nell’imminente futuro. Il resto è semplicemente Cecilia. La voce della Bartoli resiste al passare del tempo e trova nella dimensione concertistica il suo territorio di elezione. La diva stupisce sempre nelle colorature virtuosistiche (fantastica nel “O placido il mare” di Raupach) e incanta poeticamente tutto il pubblico quando affronta un classico del suo repertorio come “Lascia la spina” di Handel.
Le due artiste, uguali persino nella scelta dell’abito (nero per la prima parte e floreale dopo la ripresa), erano brillantemente supportate dall’ensemble Cappella Gabetta. La formazione, guidata dal vibrante primo violino Andres Gabetta, fratello di Sol, ha suonato meglio di altre orchestre che hanno accompagnato la Bartoli nei suoi tour. L’ensemble ha saputo creare il leggero sfondo musicale sia per le agilità espressive del mezzosoprano che per le esibizioni virtuosistiche della violoncellista. Particolarmente trascinante la performance della “Danza delle furie” dall’Orfeo ed Euridice di Gluck.
Il concerto è terminato con 4 generosi bis dove Cecilia è stata protagonista di una ritmata con “Seguedillas y Fandango” di Nebra, un toccante “Sovente il sole” di Vivaldi e di una esuberante Tarantella di Rossini. Un sentito “Non ti scordar di me” di De Curtis ha chiuso il concerto con un intreccio di voce e violoncello davvero indimenticabile.
Thomas Gobbetti
(1 dicembre 2017)
La locandina
Mezzo-soprano | Cecilia Bartoli |
Violoncello | Sol Gabetta |
Cappella Gabetta | |
Direttore | Andrés Gabetta |
Programma: | |
Hasse | |
Overture from Il Ciro riconosciuto | |
Caldara | |
‘Fortuna e speranza’ from Nitocri | |
Albinoni | |
‘Aure andate e baciate’ from Il nascimento dell’Aurora | |
Gabrielli | |
‘Aure voi de’miei sospiri’ from San Sigismondo, re di Borgogna | |
Pollarolo | |
Overture from Ariodante | |
Handel | |
‘Lascia la spina cogli la rosa’ from Il Trionfo del Tempo e del Disinganno | |
Raupach | |
‘O placido il mare’ from Siroe, re di Persia | |
Handel | |
‘What passion cannot Music raise and quell!’ from Ode for St Cecilia’s Day | |
Boccherini | |
Cello Concerto No 10 in D major, G483 | |
Gluck | |
‘Dance of the Furies’ from Orfeo ed Euridice | |
Boccherini | |
‘Se d’un amor tiranno’, G557 |
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