Londra: la “Risurrezione” ruggente e appassionata di Bychkov e la LSO
Dopo il grande successo raccolto lo scorso autunno con la Quinta Sinfonia di Mahler, Semyon Bychkov torna alla guida della London Symphony Orchestra (LSO) con un’altra delle grandi opere del compositore e direttore d’orchestra austriaco: la Sinfonia n. 2 in do minore “Risurrezione”. La composizione prende il nome dall’inno “Die Auferstehung” di Friedrich Klopstock i cui versi, rielaborati dallo stesso Mahler costituiscono il finale del poema sinfonico.
Come di consueto “Risurrezione”, con i suoi oltre ottanta minuti di musica, ha costituito da sola l’intero programma della serata. Nessun’altra composizione potrebbe essere accostata a questa sinfonia, infatti, senza correre il concreto rischio di essere sminuita.Le premesse per assistere a un concerto memorabile (trasmesso in streaming in diretta su youtube e visibile QUI) c’erano tutte: da una parte l’impaginato mahleriano, tra i più monumentali lavori orchestrali del compositore, e dall’altra Semyon Bychkov, direttore tra i più sensibili e raffinati, recentemente nominato direttore dell’Orchestra Filarmonica Ceca.
La Seconda incomincia là dove si conclude la Prima: “perché sei vissuto? perché hai sofferto? E tutto questo solo un grande, atroce scherzo?” (cit. Mahler). Mahler attraverso questa composizione, anche più efficacemente che nella Prima sinfonia, riesce a descrivere il viaggio dell’anima dalla morte alla risurrezione, dalla disperazione al trionfo della vita.
E’ compito quasi impossibile descrivere a parole la lettura catartica e così ricca di contrasti della LSO guidata da Bychkov. È d’obbligo iniziare rilevando l’atletismo ispirato della LSO. L’orchestra londinese impressiona per la rotondità dell’amalgama, per la pulizia del suono degli ottoni, per gli accurati attacchi degli archi e la precisione esaltante delle percussioni.L’eccellente prova orchestrale ha assecondato la visione caleidoscopica, ma al tempo stesso organica, di Bychkov. Il direttore russo e’ riuscito a catturare perfettamente il mutare degli stati d’animo che Mahler descrive nelle diverse parti della sinfonia.
Il lunghissimo primo movimento è un autentico capolavoro. Bychkov lega la sterminata marcia funeraria, violentemente aperta dal ruggire dei contrabbassi, con speranzosi sprazzi bucolici destinati inevitabilmente a soccombere al tono scuro e furioso del disperato finale. Sebbene funestata dai soliti tisici (esagerati) colpi di tosse, Bichkov ha permesso una lunga pausa tra il primo e il secondo movimento. Mahler stesso indicò necessari 5 minuti di silenzio, come a voler marcare intensamente il momento negativo da cui reagire e avviarsi verso il trionfo della vita celebrato nel finale. Dopo la ripresa Bychkov conduce in una lettura quasi affettuosa il secondo movimento, contraddistinto da una sofisticata musica popolare (Landler), brutalmente spazzato via dal terzo senza soluzione di continuità. Quest’ultimo, lo scherzo, e’ un “grido di disgusto”. L’orchestra è precisa e trascinante. Il risultato è da togliere il fiato.
Poi, improvvisamente, la poesia; le parole sommessamente intonate, con splendida voce pastosa dal mezzosoprano Anna Larsson riempiono la sala avvolte dalla musica.Infine l’orchestra, il mezzosoprano, e il soprano Christiane Karg, si uniscono a un potentissimo London Simphony Chorus (preparato da Simon Hasley) lanciato all’unisono per celebrare la Resurrezione.Il climax finale e’ pieno di energia e di potenza: “Risorgerai, certo, risorgerai, dopo breve riposo, mia polvere!”.Successo travolgente.
Thomas Gobbetti
(Londra, 4 febbraio 2018)
La locandina
Direttore | Semyon Bychkov |
Soprano | Christiane Karg |
Alto | Anna Larsson |
London Symphony Orchestra | |
London Symphony Chorus | |
Maestro del Coro | Simon Halsey |
Gustav Mahler | |
Sinfonia n. 2 “Resurrezione” |
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