Londra: l’intima Bohème firmata Jones inaugura il 2020 alla ROH

La Bohème di Giacomo Puccini è il primo titolo in cartellone per il 2020 alla Royal Opera House di Londra. Torna in scena il fortunato allestimento firmato da Richard Jones, con scene di Stewart Laing, ripreso per l’occasione da Julia Burbach e Simon Iorio.

Nel complesso lo spettacolo rispetta ampiamente l’anima intimista del capolavoro pucciniano, incorniciando lo svolgimento dei fatti in una dimensione raccolta e familiare. Gli spazi sono ottimamente gestiti, ed il sapiente progetto luci di Mimi Jordan Sherin ne esalta le profondità. Gli atti scorrono fluidi in un turbinio di tableau vivant in movimento in cui ogni dettaglio, dai costumi ai movimenti scenici curati da Sarah Fahie, è minuziosamente ricercato e mai lasciato al caso. Lo spettatore segue costantemente lo svolgimento dell’azione; nel secondo atto emblematico l’espediente, quasi cinematografico, che porta lo spettatore a seguire i personaggi dalle vie parigine all’interno del Cafè Momus, guidato da un singolo piano sequenza.

Per quanto riguarda il comparto musicale Emmanuel Villaume guida con bel piglio una sontuosa Orchestra della Royal Opera House che, unita all’ottima forma dell’omonimo Coro diretto da Andrew Haveron, decretano senza dubbio la riuscita della serata. Il rapporto con il palco è ottimo come l’evidente studio della partitura dimostrato nella scelta delle agogiche che forniscono il giusto respiro alla vicenda.

Simona Mihai sostituisce un’indisposta Sonya Yoncheva nel ruolo della protagonista Mimì in questa rappresentazione disegnando una prova in leggera salita abbandonando gradualmente un’innaturale frammentazione della voce in favore di un’emissione più morbida e legata.

Protagonista maschile indiscusso il tenore americano Charles Castronovo, impegnato nel ruolo di Rodolfo. La sua voce ricca e dal timbro mellifluo unita ad una buona prova recitativa scaldano il cuore.

Il timbro bruno e corposo del Marcello di Andrzej Filonczyk convince e ben si sposa, in contrasto, all’ottima agilità e purezza d’emissione della Musetta di Aida Garifullina vera protagonista femminile della serata.

Esuberante e padrone della scena lo Schaunard di Gyula Nagy che, seppur non dotato di una dizione perfetta, confeziona un personaggio nel complesso più che sufficiente.

Piccole pecche d’intonazione non rovinano la “Vecchia zimarra” del Colline di Peter Kellner, che riesce anch’essi a concludere una prova in positivo.

Completano il cast il più che corretto Benoît di Jeremy White, il succube Alcindoro di Eddie Wade e l’entusiasmante Parpignol di Andrew Macnair.

Sala gremita e pubblico partecipe, con vere e proprie ovazioni per Castronovo e Garifullina.

Matteo Pozzato
(10 gennaio 2020)

La locandina

Direzione Emmanuel Villaume
Regia Richard Jones
Scene Stewart Laing
Luci Mimi Jordan Sherin
Movimenti scenici Sarah Fahie
Regia ripresa da Julia Burbach, Simon Iorio
Personaggi e interpreti:
Mimì Simona Mihai
Rodolfo Charles Castronovo
Marcello Andrzej Filonczyk
Musetta Aida Garifullina
Schaunard Gyula Nagy
Colline Peter Kellner
Benoît Jeremy White
Alcindoro Eddie Wade
Parpignol Andrew Macnair
Orchestra of the Royal Opera House
Royal Opera Chorus
Maestro del Coro Andrew Haveron

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