Londra: un Don Giovanni multimediale e distraente
Il Covent Garden gioca in difesa quest’anno decidendo di aprire la stagione con il Don Giovanni di Mozart nella messa in scena di Kasper Holten, che arriva così alla sua alla sua quarta ripresa.
Per quanto la produzione del regista danese sia visivamente magnifica, essa non ha mai pienamente convinto sin dalla sua prima messa in scena nel 2014.
La casa di Don Giovanni è un set girevole che ruotando determina lo spazio in cui si svolge l’azione. Vero fulcro di questa produzione, a scapito dell’ interazionetra i personaggi, sono le proiezioni di luce in continuo movimento ideate da Luke Halls.
Questo aspetto, assieme ad alcune incongruenze tra l’azione in scena e il libretto – per esempio il personaggio di Donna Anna è più complice che vittima di Don Giovanni – finiscono per sottrarre verosimiglianza alla trama.
Alla lunga l’opera risulta monotona, priva di quella dinamicità che è fondamentale per la riuscita di buon Don Giovanni. Inoltre, il protagonista è lasciato solo in scena in preda alla disperazione, mentre il coro intona il gioioso finale e tutto ciò proprio non funziona dal punto di vista teatrale.
Il vero motivo di interesse di questo Don Giovanni si ritrova invece nell’ottimo cast vocale. Il basso baritono uruguaiano Erwin Schrott e il basso parmigiano Roberto Tagliavini hanno realizzato un duo a dir poco perfetto.
Schrott, che frequenta da tempo il personaggio di Don Giovanni, convince totalmente nel ruolo di seduttore sfacciato e opportunista, sia nelle parti cantate che nei recitativi.
Gli fa da spalla Tagliavini, che realizza un entusiasmante debutto alla Royal Opera House. Il suo Leporello è meno divertente del solito, probabilmente in linea con le indicazioni registiche di questa produzione, ma è interpretato con una voce di rara qualità che sorpassa quella dello stesso Schrott.
Tra le donne, la vera rivelazione della serata è il giovane soprano britannico Louise Alder, davvero deliziosa nel ruolo di Zerlina.
Il soprano svedese Malin Byström si conferma solidamente nei panni di una determinata Donna Anna, interpretata superbamente.
Meno convincente da punto di vista vocale il soprano greco Myrto Papatanasiu nei panni di Donna Elvira, che mostra qualche insicurezza nel registro acuto.
Gli altri membri del cast meritano tutti una lodevole menzione.
Il tenore tedesco Daniel Behle è dotato di un bel timbro etereo e realizza un convincente Don Ottavio.
Altrettanto convincente il baritono croato Leon Košavić nei panni di Masetto.
Brindley Sherratt è un Commendatore autorevolissimo. La parte musicale, purtroppo, è stata un po’ penalizzata dalla direzione monolitica di Hartmut Haenchen, corretta ma alquanto poco teatrale.
Thomas Gobbetti
(20 settembre 2019)
La locandina
Direttore | Hartmut Haenchen |
Regia | Kasper Holten |
Scene | Es Devlin |
Video designer 3D | Luke Halls |
Costumi | Anja Vang Kragh |
Lighting designer | Bruno Poet |
Choreografie | Signe Fabricius |
Regia ripresa da | Jack Furness |
Personaggi e interpreti: | |
Don Giovanni | Erwin Schrott |
Leporello | Roberto Tagliavini |
Donna Anna | Malin Byström |
Don Ottavio | Daniel Behle |
Donna Elvira | Myrtò Papatanasiu |
Zerlina | Louise Alder |
Masetto | Leon Košavić |
Il Commendatore | Brindley Sherratt |
Orchestra of the Royal Opera House | |
Royal Opera Chorus |
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