Londra: un Hansel und Gretel di intelligente tradizione

Opera di Natale per eccellenza, come lo Schiaccianoci per il balletto, Hansel und Gretel è molto più che una pagina per bambini.

Engelbert Humperdinck rappresenta uno degli epigoni di maggior valore del tardoromanticismo tedesco di stampo wagneriano, ma è anche compositore che guarda ai suoi contemporanei: l’impronta squisitamente mahleriana che si ritrova soprattutto nelle ballate di Peter e nelle filastrocche dei due protagonisti rimanda direttamente a Des Knaben Wunderhorn.

A ridosso del centoventicinquesimo anno dalla sua prima rappresentazione, che il 23 dicembre del 1893 ebbe Richard Strauss a dirigerla, la Royal Opera House propone un nuovo e convincente allestimento di Hansel und Gretel firmato da Anthony McDonald, che oltre alla regia cura anche scene e costumi, il tutto illuminato con cura da Lucy Carter.

McDonald torna alla fiaba, riportandola al suo valore didattico e morale, senza ricorrerere alla psicoanalisi o a riletture, seguendo una linea drammaturgica che si potrebbe definire didascalica e che invece, nel suo calligrafismo, rende perfettamente lo spirito del testo e fa anche di più: rende un omaggio sincero al genio dei fratelli Grimm mettendo in scena, nel sogno dei bimbi addormentati nel bosco, Rapunzel e Tremotino – che dalla paglia fila l’oro che farà da cuscino a Hansele Gretel –, Biancaneve e Cenerentola inseguita dal Principe, Cappuccetto Rosso e il lupo, ovvero una silloge dei personaggi nati dalla fantasia dei favolisti – ma che lessicografi e fililogi – di Hanau.

Scene e costumi sembrano usciti dalle illustrazioni stampate in color seppia, con qualche ripasso ad acquerello, dei libri di favole del Diciannovesimo secolo – quelli belli che si regalavano ai bimbi di buona famiglia – in qualche maniera esagerate nelle dimensioni tanto da non rendere la realtà troppo realistica. La casa della Strega, qui un debordante donnone teutonico vestito in Dirdl, diventa ad esempio un’immensa torta “Foresta Nera”, con tanto di ciliegia a coronamento e un coltellone di Sheffield piantato sopra e il bosco è volutamente ingigantito.

Ogni cosa si muove a passo di danza, grazie anche ai movimenti coreografici pieni d’ironia di Lucy Burge; come se si trattasse di un musical ante litteram, il gesto segue la musica e quasi la disegna; bella, fra le altre, l’idea di mostrare in due flash durante l’ouverture, il declino economico della famiglia, che dapprima si vede felice intorno ad una tavola imbandita, per ricomparire poi a supplicare un secondo mestolo di una povera zuppa che non c’è.

Deliziosi l’Omino della sabbia, che richiama il Cappellaio Matto di Alice e la Fata della rugiada così simile alla Fata Madrina di Cenerentola.

Funziona tutto, a dimostrazione che esistono solo regie intelligenti e ben realizzate e regie sciocche e fini a se stesse, “tradizionali” o “moderne” che siano.

Perfetta anchela parte musicale.
Sebastian Weigle conduce l’Orchestra, ispiratissima, in una racconto improntato ad una narratività leggera, poggiata su ampie arcate melodiche sostenute da un architrave ritmico sempre ben presente e su slanci dinamici di bel respiro in cui gli intermezzi sinfonici trovano espressione piena ed efficace, così come il canto di conversazione è ben risolto.

Funziona benissimo la coppia dei protagonisti, con Jennifer Davis, Gretel dal fraseggio impertinente e Hanna Hipp Hansel scatenato e convincente nonostante un colore di voce non sempre grato.

Ottima anche la coppia dei genitori: Eddie Wade, giunto a sostituire l’indisposto James Rutherford, è un Peter bonariamente autoritario e più incline al sorriso che al rimprovero, mentre Michaela Schuster dà voce e corpo ad una Gertrud a tratti matrigna.
Ben disegnati l’Omino della sabbia di Haegee Lee e la Fata della rugiada di Christina Gansch, entrambe dotate del giusto cristallo vocale.

La Strega di Gerhard Siegel è caratterizzata con sagacia; lusinga e minaccia sino a finire in un pentolone di cioccolato bollente, il tutto con una presensa scenica prorompente.

Bravissime le voci bianche, che cantano e danzano da professionisti consumati e soprattutto divertendosi parecchio.

Inutile dirlo, successo travolgente e meritato per tutti.

Alessandro Cammarano
(13 dicembre 2018)

La locandina

Direttore Sebastian Weigle
Regia, scene e costumi Antony McDonald
Lighting designer Lucy Carter
Movimenti Lucy Burge
Personaggi e interpreti:
Hansel Hanna Hipp
Gretel Jennifer Davis
La strega Gerhard Siegel
Gertrud Michaela Schuster
Peter Eddie Wade
Il nano Sabbiolino/Echo Haegee Lee
Il nano Rugiadoso/Echo Christina Gansch
Il nano Rugiadoso/Echo Christina Gansch
Echos Catherine Carby, Jacquelyn Stucker, Hongni Wu
Orchestra of the Royal Opera House

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