Macerata: la Lezione di Chung

Grande attesa e grande risultato il 21 luglio al LVIII Macerata Opera Festival per il Concerto Sinfonico avente come protagonisti il Maestro Chung e l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Solo in apparenza un Concerto Sinfonico di una ottima Orchestra con la guida di un ottimo Direttore, nei fatti una vera Lezione per chi ha avuto la fortuna di partecipare; Lezione che andrebbe divulgata come esempio di eccellenza a molte altre realtà sinfoniche italiane, oggigiorno spesso in crisi d’identità rispetto al concetto sostanziale di “Interpretazione”. La premessa è d’obbligo in quanto il programma era costituito da due capisaldi della Letteratura Sinfonica quali sono la VI e la VII Sinfonia di Ludwig van Beethoven: scelta tanto facile per il coinvolgimento del pubblico ma tanto ardua per chi si prefigge di lasciare il segno dicendo qualcosa di nuovo. Sul livello professionale dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia non occorre aggiungere più di quanto i risultati già dimostrano nei fatti: colore proprio, capacità solistiche al servizio dell’insieme e tenuta eccellente sono alcuni degli elementi che ben rivelano il raro livello qualitativo dell’Orchestra romana. Il Maestro Chung “suona” letteralmente l’Orchestra che, partecipe in ogni momento della condotta e della concezione interpretativa della sua guida, offre il meglio di ciascuno in un incastro di esecuzione e lettura difficilmente comparabili. Ecco perché va detto che Chung non dirige ma “suona”: ogni misura sembra uscire dalle sue mani come se effettivamente stessero suonando uno strumento solo! Per quanto concerne la VI Sinfonia, Chung racconta una vera dimensione di Natura: l’equilibrio delle Parti è perfetto grazie alla resa assoluta dell’agogica Beethoveniana che non solo è qui rispettata ma che, altrettanto, è resa viva. Ad esempio, è importante citare l’ Andante molto moto che non risente di certe maniere illusoriamente languide cui spesso siamo sottoposti ma è davvero “ruscello”; così come è doveroso rilevare l’attenzione riservata a strumenti a volte trascurati come la Sezione dei Contrabbassi e, altrettanto, stupiscono per corrispondenza narrativa e resa esecutiva tutti i Soli dei Fiati. Al termine della Sinfonia non si sa se sentirsi più confusi o persuasi: confusi dalla consapevolezza che la realizzazione di una Interpretazione vera è possibile, diversamente da quanto spesso e artatamente accade; persuasi dal convincimento che, resa così, l’architettura formale Beethoveniana si mostra per quello che è, ovvero non manca davvero di nulla. Sulla VII Sinfonia si possono confermare tutte le positive valutazioni per l’Orchestra e, altrettanto, l’ammirazione per l’impresa di Interprete intelligibile compiuta dal Maestro Chung. Ancor più di quanto già realizzato nella VI,  si ha nella VII un vero “miracolo” di gestione dinamica: creare un vero ppp sul palco dello Sferisterio maceratese sulle ultime misure dell’Allegretto è una prova di competenza che si traduce in eccellenza assoluta; altrettanto è davvero rimarcabile la capacità di ottenere una gestione fluida degli intrecci melodici (abbiamo finalmente ascoltato chiaramente quelle cellule tematiche che generalmente si perdono in un approssimativo unicum strumentale); infine, e non di meno, si deve sottolineare la coerenza che Chung mantiene con una idea personale che interviene sì, ma solo ed esclusivamente ad integrazione del Testo che, respirato in maniera personale (ad esempio la scelta di una velocità dell’Allegretto superiore alla Prassi), non ne risulta mai artefatto o svalutato ma spesso e volentieri arricchito. Unica perplessità sulla VII resta l’interruzione tra III e IV Movimento che richiama esclusivamente ad una scelta personale un po’ “così”.

Concerti come questi lasciano il segno in quanto testimoniano come si fanno le cose e perché ci sia bisogno di farle con sacrificio: servire l’Arte è l’unico mezzo per un Artista di esistere; farlo significa “rendere sacro” un Testo consegnandolo al presente per quello che è, ed anche per quello che genera attraverso la sua già completa scrittura. Essere un Interprete vuol dire questo e, sine dubio, il 21 luglio a Macerata il Maestro Chung con l’Orchestra Nazionale dell’Accademia di Santa Cecilia hanno offerto a tutti una gran bella Lezione di Interpretazione.

Antonio Smaldone

(21 luglio 2022)

La locandina

Direttore Myung-Whun Chung
Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Programma:
Ludwig van Beethoven
Sinfonia 6 in fa maggiore op. 98
Sinfonia n. 7 in la maggiore op. 92

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