Malaga: una Doña Francisquita fedele inaugura la stagione del Cervantes

Dal 29 settembre al 1 ottobre, si è alzato il sipario a ghigliottina del Teatro Cervantes per dare vita alla stagione lirica 2023-2024 di questa città andalusa la cui offerta culturale non ha smesso di crescere negli ultimi anni.

La Zarzuela Doña Francisquita ha il compito di inaugurare questo cartellone con un allestimento che si basa su costumi e scenografie fedeli alla Madrid della fine del XIX secolo, periodo in cui è ambientata.

Nel suo centenario, questo teatro è stato scelto per commemorare il 1923, data in cui venne rappresentato per la prima volta. Fin dalla sua prima rappresentazione, ricevette elogi da tutta la crítica dell’epoca.

La “gioia di vivere” di Doña Francisquita ha inaugurato dunque la 35a Stagione Lirica con Ismael Jordi e María José Moreno, in questo adattamento di un capolavoro del “grande genere” che vede protagonisti l’Orchestra Filarmonica di Malaga e il suo direttore principale, José María Moreno Valiente, accompagnato dai solisti, dall’orchestra e dal coro in questa prima tappa della Stagione Lirica.

Dopo aver fatto un confronto tra altri adattamenti di quest’opera, la Doña Francisquita che abbiamo potuto ammirare al Teatro Cervantes, mantiene, a nostro avviso, la vera essenza del libretto originale di Federico Romero Sarachaga e Guillermo Fernández-Shaw Iturralde, basato sulla commedia La discreta enamorada di Félix Lope de Vega.

Dalla scenografia, che riflette la decadenza della Madrid dell’epoca, con le strade tradizionali e la vita delle taverne che animavano le strade della capitale; passando per un disegno dei costumi accurato, senza dubbio fedele alla personalità di ciascun personaggio. Come, ad esempio, quello di Francisca, madre di Francisquita; che, a differenza di altre versioni, non piange in questo montaggio, dando coerenza alla negazione della sua vedovanza e al costante desiderio di risposarsi, una delle caratteristiche più notevoli di Doña Francisca e che fornisce l’umorismo di un quasi femminismo. esistente per l’epoca.

Allo stesso modo, il matrimonio, evento centrale del primo atto, vede la partecipazione dell’intero cast con più di 50 attori, membri del coro, ballerini e protagonisti in una scena perfettamente coordinata, e, molte volte, abbiamo visto situazioni dove meno è di più. Ma Doña Francisquita sa stare in equilibrio tra le storie dei protagonisti e il contributo dato da tutti i personaggi e le vicende di una città viva sia di giorno che di notte.

Il primo e il secondo atto sono uniti da un breve intervallo che ci permette di accogliere con gioia la colorata compagnia carnevalesca con cui si apre la seconda parte dell’opera senza perdere l’attenzione e il ritmo che il primo atto ci ha lasciato.

In questa parte, la vita di strada è più intensa, quindi mettiamo in risalto il lavoro del suo regista che, ancora una volta. È riuscito a mantenere un equilibrio tra colore e storia tra Francisquita, Fernando, Aurora e Don Matías. Che in mezzo a quella confusione conservano fedelmente uno dei fattori del grande genere, l’umorismo.

Infine, il terzo atto si apre in grande stile con balconi decorati da scialli manila, come cornice alla celebrazione della danza dei cuchilleros. È un momento in cui lo spettatore può percepire l’essenza di quelle fiere tradizionali ancora vive nella cultura spagnola, solo con l’esito della trama di incomprensioni e giochi di potere che la stessa Francisquita ha promosso durante l’intera produzione. Un altro punto forte di questo adattamento è dove la donna, con intelligenza e astuzia, gestisce tutti i personaggi fino a portarli a un finale pieno di armonia, sfociando nell’unione di Francisquita e Fernando.

La chiusura con il fandango, porta la gioia che gli scrittori volevano portare al popolo di Madrid nella sua prima del 1923, dove la realtà era totalmente diversa da quella vissuta nelle strade festive, colorate e divertenti, che danno vita al storia di Donna Francisquita.

Poco da aggiungere sulla qualità dei solisti che, nei loro momenti intimi, sono riusciti a valorizzare un’orchestra perfettamente diretta, senza alcun visibile fallimento nella coordinazione tra le note e testi a volte molto complessi, essendo lo spagnolo una lingua dalle rime intricate, ma che tutte le testate hanno saputo difendere con onore. E quando si combinano elementi così brillanti nella voce e nella direzione d’orchestra, il risultato è questa versione altamente raccomandata.

Questa zarzuela ha creato una scuola all’interno del cosiddetto “genere grande” e richiede la partecipazione del Coro dell’Opera di Málaga, sotto la direzione di María del Mar Muñoz Varo, oltre a un corpo di ballo coreografato da Javier Latorre e un ensemble composta da membri dell’Orchestra Pulse e Púa di Málaga.

Le scene che richiamano la Madrid romantica della fine del XIX secolo è opera di Jesús Ruiz, responsabile anche dei costumi di una grande produzione alla quale partecipano, tra gli altri, María Lourdes Benítez (venditore ambulante), Carolina Pérez (Doña Liberata),  Elena Ramos (Doña Basilisa), Antonio Burgos (Juan Andrés) e Jesús Gómez (fratello), membri del Coro dell’Opera di Málaga che partecipano in altri ruoli di contorno

Vladimir Paredes
(29 settembre 2023)

Sulla 35a Stagione Lirica del Teatro Cervantes.

Per la prima volta, Le Salón Musical coprirà l’intera ambiziosa stagione lirica del Colosseo di Malaga, che in questa 35a edizione fa un ulteriore passo avanti in termini di qualità e ambizione con novità come l’aumento del numero di produzioni e il già citato ritorno a il ciclo della zarzuela.

Prosegue anche il suo coinvolgimento nelle produzioni grazie alla collaborazione con altri teatri dell’Associazione Ópera XXI, in questo caso con una coproduzione teatrale e musicale di Dialogues des carmélites accostata dal teatro di Jerez e dal nostro Teatro Cervantes, con Ainhoa ​​​​Arteta nel ruolo di protagonista e Pedro Halffter nel box. Questa produzione dell’opera di Poulenc arriva a Malaga con il sostegno del recente premio Ópera XXI per la migliore nuova produzione teatrale della rete teatrale spagnola.

La presenza di Carlos Álvarez nel ruolo del conte d’Almaviva, ne Le nozze di Figaro, alla guida di un cast dall’accento andaluso, e di Berna Perles nel ruolo di Manon Lescaut nell’omonima opera di Puccini, che non era apparsa sulla scena di Cervantes dal 1971, sono l’attivo di Malaga di un ciclo lirico che si struttura con due formazioni locali, l’Orchestra Filarmonica di Malaga e il Coro dell’Opera di Malaga. José María Moreno nella direzione musicale di Doña Francisquita, Carlos Aragón nell’opera di Mozart, il già citato Halffter in Dialogues des carmélites e Daniel Montané responsabile della partitura di Manon Lescaut, con María del Mar Muñoz Varo alla guida del Coro dell’Opera di Málaga nella quattro titoli, sono altri nomi propri del 35° corso lirico.

Originale spagnolo

Málaga, 29 de septiembre al 1 de octubre, se abre el centenario telón de guillotina del Teatro Cervantes para dar pie a la temporada lírica 2023-2024 de esta ciudad andaluza cuya oferta cultural no ha parado de crecer en los últimos años.

La Zarzuela Doña Francisquita, ha sido la encardada de abrir esta cartelera con un montaje que apuesta por un diseño de vestuario y de escenografía fieles al Madrid de finales del siglo XIX, época en la que está ambientada.

En su 100 aniversario, este teatro ha sido el elegido para conmemorar ese 1923, fecha en la que fue representada por vez primera. Recogiendo desde su estreno, elogios de toda la crítica de la época.

La “alegría de vivir” de Doña Francisquita ha inaugurado la 35º Temporada Lírica con Ismael Jordi y María José Moreno al frente, en esta adaptación de una obra maestra del ‘género grande’ que cuenta con la Orquesta Filarmónica de Málaga y su titular, José María Moreno Valiente, acompañados desde el foso a los solistas y coro en este primer peldaño de la Temporada Lírica.

Tras hacer una comparativa entre otras adaptaciones de esta obra, la Doña Francisquita que hemos podido disfrutar en el Teatro Cervantes, mantiene desde nuestro juicio, la verdadera esencia del libreto original de Federico Romero Sarachaga y Guillermo Fernández-Shaw Iturralde, basada en la comedia La discreta enamorada de Félix Lope de Vega.

Desde su diseño de escenografía, el cual refleja la decadencia del Madrid de la época, con calles castizas y con la vida de las tabernas que animaban las calles de la capital; pasando por un cuidado diseño de vestuario sin duda, fiel a la personalidad de cada personaje. Como, por ejemplo, el de Francisca madre de Francisquita; la cual, a diferencia de otras versiones, no guarda luto en este montaje, dándole coherencia a la negación de su viudez y constantes ansias por ser desposada nuevamente, unos de los rasgos más destacados de Doña Francisca y que aporta el humor de un feminismo casi inexistente para la época.

Igualmente, la boda, el acontecimiento central del primer acto, cuenta con la participación de todo el elenco con más de 50 actores, miembros del coro, bailarines y los protagonistas en una escena perfectamente coordinada, y es que, muchas veces, hemos visto situaciones donde menos, es más. Pero Doña Francisquita sabe compensar entre las historias de los protagonistas y la aportación que dan todos los personajes y acontecimientos de una ciudad viva tanto de día como de noche.

El primer y segundo acto están unidos por un pequeño intervalo que nos permite recibir con alegría la colorida comparsa de carnaval con el que abre la segunda parte de la obra sin perder la atención y el ritmo que nos ha dejado el primer acto.

En esta parte, la vida en las calles es más intensa, por lo que destacamos la labor del su director de escena que, una vez más. Ha logrado mantener un equilibro entre el colorido y la historia entre Francisquita, Fernando, Aurora y Don Matías. Quienes en medio de aquella algarabía conservan fielmente uno de los factores del género grande, el humor.

Por último, el tercer acto abre por todo lo grande con balcones decorados por mantones de manila, como marco a la celebración del baile de cuchilleros. Es un momento donde el espectador puede sentir la esencia de aquellas ferias tradicionales aun vivas en la cultura española, sólo que con el desenlace de la trama de malos entendidos y juegos de poder que la misma Francisquita ha promovido durante todo el montaje. Otro rasgo a destacar de esta adaptación donde la mujer con inteligencia y astucia, maneja a todos los personajes hasta llevarlos a un final lleno de concordia dando como resultado la unión de Francisquita y Fernando.

El cierre con el fandango, aporta la alegría que los escritores quisieron aportar al pueblo de Madrid en su estreno en 1923, donde la realidad era totalmente distinta a la que se vive en las calles festivas, coloridas y llenas de humor, que dan vida a la historia de Doña Francisquita.

Poco podemos aportar a la calidad de los solistas que, en sus momentos íntimos, han logrado realzar a una orquesta perfectamente dirigida, sin ningún fallo visible en la coordinación entre las notas y unas letras en ocasiones, muy complejas, siendo el castellano una lengua con enredadas rimas, pero que todos los titulares han sabido defender con matrícula de honor. Y es que, cuando se unen elementos tan brillantes en la voz, y en la dirección de orquesta, el resultado es esta versión altamente recomendable.

Esta zarzuela que creó escuela dentro del llamado género grande. Requiere la participación del Coro de Ópera de Málaga, bajo la dirección de María del Mar Muñoz Varo, así como de un cuerpo de baile con coreografía de Javier Latorre y una rondalla compuesta por miembros de la Orquesta de Pulso y Púa de Málaga.

La escenografía que ambientó el Madrid Romántico de finales del Siglo XIX, es obra de Jesús Ruiz, responsable también del diseño de vestuario de un gran montaje en el que además participan, entre otros, María Lourdes Benítez (buhonera), Carolina Pérez (Doña Liberata), Elena Ramos (Doña Basilisa), Antonio Burgos (Juan Andrés) y Jesús Gómez (cofrade), miembros del Coro de Ópera de Málaga que intervienen como partiquinos (cantantes que ejecutan partes breves de las obras líricas).

Vladimir Paredes
(29 settembre 2023)

Sobre la 35º Temporada Lírica del Teatro Cervantes.

Por primera vez, Le Salón Musical cubrirá toda la ambiciosa temporada lírica del coliseo malagueño que en esta 35º edición sube un peldaño más en calidad y ambición con novedades como el aumento del número de producciones y el citado regreso al ciclo de la zarzuela.

Prosigue además con su implicación en las producciones gracias al trabajo conjunto con otros teatros de la Asociación Ópera XXI, en este caso con una coproducción escénica y musical de Dialogues des carmélites abordada por el teatro jerezano y nuestro Teatro Cervantes, con Ainhoa Arteta en el papel protagonista y Pedro Halffter en el foso. Este montaje de la obra de Poulenc llega a Málaga con el aval del reciente premio Ópera XXI a la Mejor Nueva Producción escénica de la red de teatros españoles.

La presencia de Carlos Álvarez en el rol del conde de Almaviva, en Le nozze di Figaro, encabezando un reparto con acento andaluz, y de Berna Perles como Manon Lescaut en la ópera homónima de Puccini, que no subía a las tablas del Cervantes desde 1971, son las bazas malagueñas de un ciclo lírico que se vertebra con dos formaciones de la tierra, la Orquesta Filarmónica de Málaga y el Coro de Ópera de Málaga. José María Moreno en la dirección musical de Doña Francisquita, Carlos Aragón en la ópera de Mozart, el citado Halffter en Dialogues des carmélites y Daniel Montané al frente de la partitura de Manon Lescaut, con María del Mar Muñoz Varo comandando el Coro de Ópera de Málaga en los cuatro títulos, son otros de los nombres propios del 35 curso lírico.

La locandina

Direttore José María Moreno
Regia Francisco López
Scene e costumi Jesús Ruiz
Coreografia Javier Latorre
Personaggi e interpreti:
Francisquita  María José Moreno
Aurora  Mónica Redondo
Doña Francisca Milagros Martín
Irene Lucía Millán
Fernando Ismael Jordi
Don Matías Santos Ariño
Cardona Jesús Álvarez
Lorenzo Pérez Antonio Torres
Orquesta Filarmónica de Málaga
Coro de Ópera de Málaga
Orquesta de Pulso y Púa de Málaga
Maestro del coro María del Mar Muñoz Varo

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