Malaga: una Manon Lescaut convincente chiude la stagione del Cervantes
La XXXV Stagione Lirica del Teatro Cervantes di Malaga, cala il sipario con un classico del genere. Manon Lescaut è stata la scommessa del Colosseo di Malaga per chiudere una stagione diversificata sia nei compositori che originale per quanto riguarda le opere scelte per il cartellone 2023 – 2024, non essendo le più comuni, ma senza dubbio alcune delle più ricche dal punto di vista musicale.
Dalla festa e la malizia che ci regala la Zarzuela Doña Francisquita, attraverso gli intrecci e i crepacuori delle Nozze di Figaro, fino gli scioccanti e sobri Dialogues des Carmélites. La stagione del Cervantes è stata superata dopo ogni esibizione. La loro direzione artistica e i casting che hanno condotto ciascuno di questi brani si sono adattati perfettamente alle esigenze di ciascun testo e, inoltre, hanno avuto un team permanente come il Coro dell’Opera di Malaga e l’Orchestra Sinfonica di Malaga, la cui capacità di adattamento e l’esecuzione perfetta di ogni opera si è riflessa in tutte le performance.
Manon Lescaut è, secondo me, un’opera in anticipo sui tempi. Puccini ha catturato una donna che seguiva i suoi interessi senza mettersi in secondo piano. L’amore è importante per Manon, ma nell’equilibrio tra la comodità e il conforto offerti dal potere e l’amore puro, senza dubbio, c’è un grande squilibrio il destino è il risultato di come lei, fino all’ultimo minuto, continui ad attaccarsi ai gioielli piuttosto che fuggire con il suo amante.
In questa versione del Cervantes – la regia è di Pier Francesco Maestrini – vediamo un primo atto abbastanza armonioso in termini di luci, scene e costumi. Di quest’ultima sezione parleremo più avanti, perché merita una nota a parte.
Questa versione inizia però a ritmo più lento, con una scena ricca di comparse, di protagonisti e del coro, che in questo pezzo è particolarmente attivo a livello recitativo. In questa occasione potrebbe valere la pena riflettere sul fatto che a volte meno è meglio. Ebbene, alcune comparse mancavano di espressione corporea o di energia, e il momento della danza, complesso a causa del numero di persone sul palco, era basso in ritmo e coordinazione.
Un dettaglio molto importante è stata la proposta del direttore artistico di fermare l’intero ambiente dei protagonisti fin dal loro primo incontro, in quei momenti si realizza la magia e la focalizzazione totale dell’attenzione su Manon e des Grieux con l’illuminazione puntata su di loro, con tutti i partecipanti in la scena completamente immobile, paralizzando il mondo attorno al loro amore. Senza dubbio, una proposta di grande successo.
Il primo atto si chiude ad alto livello e ci mostra che il cast guidato da Berna Perles (Manon) e Carlo Ventre (des Grieux) è stato una combinazione perfetta per questo dramma.
Tutti i loro interventi sono stati perfettamente eseguiti e interpretati con la passione e la sfrenatezza che i personaggi hanno nel corso della loro storia. Difendendo da un lato Grieux, amore puro e vero, e dall’altro l’amore per il lusso e il potere ma senza tralasciare anche l’amore vero che si traduce in passione per Manon.
Per quanto riguarda i costumi, dobbiamo evidenziare una tavolozza di colori perfettamente selezionata, dove il coro, le comparse e i protagonisti hanno avuto un posto differenziato, ma totalmente integrato tra il gran numero di persone sul palco.
Con una gamma di colori pastello, il primo atto è una festa per gli occhi nel disegno e nella realizzazione dei costumi, essendo, se volete, il più attraente dei 4 atti, perché il testo lo richiede.
Il secondo atto si apre con un’atmosfera più sobria e chiusa, qui il ritmo aumenta e da lì in poi vediamo solo come crescono tutti in scena, comparse, cori e protagonisti. C’è una grande armonia scenica che compensa i momenti di umorismo ai quali il pubblico ha reagito positivamente, con il finale tragico che inizia per Manon e des Grieux.
Questo atto è quello con più umorismo, ed è un momento in cui il pubblico si connette con tutto ciò che accade sul palco, poiché è anche il momento in cui scopriamo la vera natura di Manon.
Il ritmo degli eventi ha contato sulla reazione del pubblico in ogni momento chiave, che è la prova più grande di una proposta scenica riuscita e ben interpretata.
Il terzo atto, seppure più breve, ci offre anch’esso elementi scenici non sovraccarichi e funzionali, è un atto intenso dall’inizio alla fine dove tutti sono protagonisti di un finale sfortunato, e bisogna applaudire la prestazione del cast corale, che ha trasmesso quel dramma e quell’ingiustizia dell’epoca.
Anche qui vedremo tanta gente sul palco, ma in misura giusta e perfetta, con la gente che viene a vedere lo spettacolo dell’epoca, e tutti coloro che sono protagonisti della drammaticità della situazione. Tutti posizionati strategicamente sia sulla piattaforma del porto che nel resto del palco e che ci hanno trasportato nei panni di quei personaggi che cercavano di sopravvivere, alcuni per amore e altri per i propri interessi.
Ventre, ci regala una performance magistrale. E in questo testo Puccini è pervaso da una passione smisurata, degna di uno studente idealista. Ed è così che ci ha fatto sentire il grande Carlo Ventre in ogni sua interpretazione.
Nel quarto atto il sipario lascia il posto a una scena completamente priva di scenografia e circondata dal ciclorama che proietta l’arida valle che causerà il terribile esito. Lì, Perles e Ventre dimostrano ancora una volta il loro talento interpretando ogni testo di quell’atto che è più di ogni altra cosa, un addio agli innamorati, e un momento d’oro per Perles nel suo assolo, anche con un’interpretazione semplicemente perfetta di ciò che in definitiva è una riflessione di Manon su ciò che è stato, sul vedersi sull’orlo della morte e cercare di aggrapparsi alla vita, per poi rassegnarsi e trovare conforto nel morire tra le braccia di qualcuno che darebbe la propria vita per lei.
È uno spettacolo meraviglioso, in cui l’intero pubblico è rimasto ipnotizzato dall’inizio, fino al calare del sipario.
Possiamo dire che questa versione di Manon Lescaut al Teatro Cervantes è stata una scommessa ambiziosa per chiudere in bellezza una stagione in cui questo teatro ha superato se stesso in termini di cartelloni, produzione e casting. Da Le Salón Musical, ti porteremo tutte le novità della XXXVI stagione di questo palcoscenico che aumenta ogni anno in qualità, eleganza e originalità.
Vladimir Paredes
(24 maggio 2024)
Originale spagnolo
La XXXV Temporada Lírica del Teatro Cervantes de Málaga, baja el telón con un clásico del género. Manon Lescaut ha sido la apuesta de este coliseo malagueño para cerrar una temporada diversa tanto en sus compositores, como original en cuanto a las obras elegidas para su cartelera 2023 – 2024, no siendo las más comunes, pero sin duda, algunas de las más ricas musicalmente.
Desde la festividad y picardía que nos brinda la Zarzuela Doña Francisquita, pasando por los enredos y desamores de Las Bodas de Fígaro, hasta la impactante y sobria Diálogos de Carmelitas. La temporada del Cervantes se ha superado tras cada representación. Su dirección artística y los castings que han encabezado cada una de estas piezas, han encajado perfectamente con las exigencias de cada texto, y además, han contado con un equipo fijo como el Coro de Ópera de Málaga y la Orquesta Sinfónica de Málaga, cuya capacidad de adaptación y perfecta ejecución en cada obra, se han visto reflejados en todas las representaciones.
Manon Lescaut es, en mi opinión una obra adelantada a su época. Puccini plasmó una mujer que seguía sus intereses sin ponerse en un segundo plano, el amor, es importante para Manon, pero en la balanza entre la comodidad y el confort que ofrece el poder y el amor puro, sin duda alguna, hay una gran descompensación, pues su destino es el resultado de cómo hasta el último minuto, continúa apegada a las joyas antes que huir con su amado.
En esta versión del Cervantes, vemos un primer acto bastante armónico en cuanto iluminación, escenografía y vestuario. Sobre este último apartado, hablaremos más adelante, porque merece un apunte especial.
Sin embargo, esta versión, comienza baja de ritmo, con un escenario repleto de figurantes, de los protagonistas y del coro, que, en esta pieza, es especialmente activo a nivel actoral. Puede que en esta ocasión valga la reflexión de que, a veces menos, es más. Pues algunos figurantes estaban carentes de expresión corporal o energía, y el momento del baile, complejo por la cantidad de personas en escena, ha estado bajo de ritmo y coordinación.
Un detalle muy importante, ha sido la propuesta del director artístico de congelar todo el entorno de los protagonistas desde su primer encuentro, en esos momentos, se logra una magia y un foco total de atención en Manon y Grieux con una iluminación centrada en ellos, con todos los participantes en la escena totalmente inmóviles, haciendo el mundo que les rodea se paralice en torno a su amor. Sin duda, una propuesta muy acertada.
El primer acto cierra con un alto nivel, y nos demuestra que el casting encabezado por Berna Perles (Manon) y Carlo Ventre (Grieux) ha sido una combinación perfecta para este drama.
Todas sus intervenciones han estado perfectamente ejecutadas e interpretadas con la pasión y el desenfreno que tienen los personajes durante toda su historia. Defendiendo por un lado Grieux, el amor puro y verdadero, y por otro, el amor por el lujo y el poder pero sin dejar a un lado igualmente el verdadero amor que se traduce en pasión para Manon.
Sobre el vestuario, hemos de destacar una paleta de colores perfectamente seleccionada, donde coro, figurantes y protagonistas, han tenido un lugar diferenciado, pero totalmente integrados entre el gran número de personas sobre el escenario.
Con una gama de colores pasteles, el primer acto es un regalo para la vista en el diseño y confección del vestuario, siendo, si se quiere, el más vistoso de los 4 actos, porque así lo exige el texto.
El segundo acto, abre con un ambiente más sobrio y cerrado, aquí sube el ritmo y en adelante solo vemos como van creciendo todos en el escenario, figurantes, coros y protagonistas. Hay una gran armonía escénica compensando los momentos de humor a los que el público ha reaccionado positivamente, con el trágico final que comienza para Manon y Grieux.
Este acto, es el que más humor posee, y es un momento donde el público conecta con todo lo que ocurre en el escenario, pues es también el momento en que descubrimos la verdadera naturaleza de Manon.
El ritmo de los acontecimientos ha contado con la reacción del público en cada momento clave, lo cual es la mayor prueba de una propuesta escénica acertada y bien interpretada.
El tercer acto, aunque más corto, también nos brinda elementos escénicos nada recargados y funcionales, es un acto intenso de principio a fin donde todos son protagonistas de un desgraciado final, y hemos de aplaudir la interpretación del conjunto de elenco, que ha transmitido ese dramatismo e injusticia de la época.
Aquí también veremos a un gran número de personas en el escenario, pero en una medida justa y perfecta, con el pueblo que se acerca ver el espectáculo de la época, y todos los que protagonizan el drama de la situación. Todos ellos, posicionados de forma estratégica tanto en la plataforma del puerto y en el resto del escenario y que nos ha transportado a la piel de esos personajes que buscaban sobrevivir, unos por amor y otros por sus propios intereses.
Ventre, nos regala una interpretación magistral. Y es que, en este texto, Puccini llena de una pasión sin medida digna de un estudiante idealista. Y así nos lo ha hecho sentir el gran Carlo Ventre en toda su interpretación.
En el cuarto acto, el telón da paso a un escenario totalmente limpio de escenografía y arropado con el ciclorama que proyecta el árido valle que será el causante del terrible desenlace. Allí, Perles y Ventre, demuestran una vez más su talento al interpretar cada letra de aquel acto que es más que todo, una despedida de los amantes, y un momento de oro para Perles en su solo, también con una interpretación simplemente perfecta de lo que en el fondo es una reflexión de Manon de lo que ha sido, de verse al borde de la muerte y de intentar aferrarse a la vida, para luego, resignarse y consolarse con morir en los brazos de quien daría su propia vida por ella.
Es un acto maravilloso, donde todo el público estaba hipnotizado desde el principio, hasta que baja el telón.
Podemos decir que esta versión de Manon Lescaut del Teatro Cervantes, ha sido una apuesta ambiciosa para cerrar con broche de oro una temporada en el que este teatro se ha superado en cartelera, en producción y en casting. Desde Le Salón Musical, les traeremos todas las novedades de la temporada XXXVI de este escenario que cada año sube en peldaño en calidad, elegancia y originalidad.
Vladimir Paredes
La locandina
Direttore | Daniel Montané |
Regia | Pier Francesco Maestrini |
Personaggi e interpreti: | |
Manon Lescaut | Berna Perles |
Lescaut | Rodrigo Esteves |
Renato Des Grieux | Carlo Ventre |
Geronte de Ravoir | Giacomo Prestia |
Edmondo | Manuel de Diego |
L’oste/Un sergente degli arceri | Marcelo Solís |
Il maestro di ballo | Nicolás Calderón |
Unmusico | Mari Luz Román |
Un capitano di marina | Alejandro Moreno |
Orquesta Filarmónica de Málaga | |
Coro de Ópera de Málaga | |
Maestro del coro | María del Mar Muñoz Varo |
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