Martina Franca: Se la Tarantola morde Figaro…

Rossini incontra la Taranta, o meglio Il barbiere di Siviglia incontra la Tarantola in “Figaro su, Figaro giù…!”, una singolare e riuscita contaminazione tra opera e tradizione popolare che il Festival della Valle d’Itria ha inserito nel programma di quest’anno, complice il centocinquantesimo anniversario della morte di Rossini, per avvicinare il pubblico, soprattutto giovane, alle produzioni del Festival.

L’operazione  ci pare perfettamente riuscita: l’Atrio dell’Ateneo Bruni, ovvero il cortile di una scuola, è gremito del pubblico che generalmente non ci si aspetta di incontrare a teatro o nelle sale da concerto e che invece partecipa, commenta curioso, magari parla a voce alta durante lo spettacolo, ma che alla fine esce soddisfatto al termine della serata, a ritmo di taranta e magari decide di dare fiducia anche alla musica colta progettando di andare a vedere un’opera “vera”.

Il Barbiere di Siviglia è un pretesto, ci si scherza su prendendo nel contempo in giro i personaggi strani che frequentano l’opera, dal melomane isterico al “vedovo Callas”, tutti probabilmente vittime della Tarantola, il cui morso rende pazzi e costringe a danzare sino allo sfinimento e che hanno bisogno del “rimorso” per guarire. La musica di Rossini si mescola con quella della Pizzica e della Tarantella, declinate nei loro aspetti più diversi.
Protagonista assoluto un Elio straordinario che, in veste di Tarantola, recita i sapidi e ironicissimi testi di Francesco Micheli guidando le azioni dei protagonisti del Barbiere che trovano svolgimento, o più esattamente stravolgimento, fra elementi dei carri del Carnevale di Putignano posti uno spazio scenico agile e in continuo movimento ideato da Benito Leonori.
Gianmaria Aliverta firma un progetto registico efficace nel sottolineare, accentuandoli, gli elementi comici del capolavoro rossiniano, oltre che i tic del pubblico dell’opera e si sposa perfettamente con le interpolazioni musicali e coreografiche derivanti dalla tradizione salentina.

Tutto scorre leggero per infiammarsi, al comando di Elio-Tarantola, nel sole della danza che diviene elemento liberatorio e nobilita l’intero spettacolo. Ben concepiti i costumi di Sara Marcucci e Francesco Bondì.
Due orchestre sul palco, l’ Orchestra ICO Magna Grecia, diretta da Giuseppe Grazioli, e quella, travolgente, della Notte della Taranta, che mostrano i due aspetti dello spettacolo trovando suggestivi elementi di unità.

Cantano piuttosto bene e si divertono Daniele Terenzi (Figaro), David Ferri Durà (Acquaviva, non Almaviva), Maria Aleida (Rosina), Peter Kelnner (Don Basilio) e Hanna Fraser (Berta), mentre Marco Filippo Romano canta e recita benissimo il suo Don Bartolo. Al di là del divertente Davide Gasparro nei panni di Ambrogio detto “lo svegliato”.
Strepitosamente bravi i danzatori del Corpo di ballo de La Notte della Taranta, ovvero Laura Boccadamo, Carla Del Giudice, Fabrizio Nigro e Nicola Simonetti, di trasmettere tutta la carica dionisiaca che Pizzica e Taranta contengono, portandole al massimo grado di nobiltà.

Alla fine tutti in piedi ad applaudire, noi compresi.

Alessandro Cammarano
(23 luglio 2018)

La locandina

Direttore Giuseppe Grazioli
Progetto drammaturgico e regia Gianmaria Aliverta
Progetto scenografico Benito Leonori
Costumi Sara Marcucci e Francesco Bondì
Progetto luci Luciano Novelli
Realizzazione luci Carlo Piatti
Il Conte d’Acquaviva David Ferri Durà
Don Bartolo Marco Filippo Romano
Rosina Maria Aleida
Figaro Daniele Terenzi
Don Basilio Peter Kellner
Berta Hannah Fraser
Ambrogio, detto “lo svegliato” Davide Gasparro
con la partecipazione straordinaria di Elio su testi originali di Francesco Micheli 
Corpo di ballo de La Notte della Taranta Laura Boccadamo, Carla Del Giudice, Fabrizio Nigro, Nicola Simonetti
Orchestra Popolare La Notte della Taranta
Orchestra ICO Magna Grecia

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