Milano: Die Schöpfung, creazione illuminista
La Sinfonica della Scala inaugura solennemente la stagione con un capolavoro della letteratura sacra: Die Schöpfung (La Creazione), oratorio per soli, coro e orchestra di Franz Joseph Haydn.
Magari qualcuno avrà storto il naso nel leggere questo titolo, per giunta in tedesco, ma di certo si sarà dovuto ricredere in quanto la scrittura di Haydn è talmente evocativa e trasparente che rapisce subito al primo ascolto.
Ritornato a Vienna nel 1795 in seguito ai suoi soggiorni londinesi con in tasca un libretto messogli dal celebre impresario Johann Peter Solomon, Haydn si mise subito a comporre la partitura. Il testo, un vero collage fra Genesi, Salmi e il famoso Paradise Lost di John Milton, dall’originario inglese viene tradotto in tedesco da Gottfried van Swieten.
Haydn, sul modello di Bach e Handel, costruisce una narrazione che prevede l’alternarsi di pagine sinfoniche-vocali-corali in cui l’orchestra non si limita semplicemente ad accompagnare le voci ma è essa stessa protagonista nel ricreare un vero e proprio tappeto sonoro che amplifica e completa il racconto.
L’orchestra, disposta alla tedesca, è sapientemente diretta dall’ungherese Adam Fischer che pare vivere particolarmente questa non semplice partitura. Essenziale nel gesto – ma efficace – Fischer anticipa sempre gli attacchi con precise indicazioni espressive, notevoli i pianissimi di trasparente bellezza, divertito in alcuni passi evocativi. Adam Fischer coglie in pieno lo spirito di Haydn: elegiaco ma non severo, leggero ma non banale, sacro ma non sacrale.
Nel solco di questa interpretazione s’inserisce perfettamente il soprano salisburghese Genia Kühmeier, voce limpida, ricca di quelle finezze di chi proviene dalle meravigliose terre dei lieder. A parte qualche fissità nel registro acuto la Kühmeier regala momenti di puro e raffinato lirismo.
Il tenore Peter Sonn, anch’esso salisburghese, cesella con limpida emissione la parte di Uriele.
Meno raffinato il basso Günther Groissböck il cui canto a volte cede il passo a un’eccessiva enfasi.
Corretta nei suoi brevi interventi il mezzosoprano Daria Cherniy, solista dell’Accademia di Perfezionamento per Cantanti Lirici del Teatro alla Scala.
Non da ultimo il coro, sapientemente diretto da Bruno Casoni, ha eseguito i suoi interventi con proprietà stilistica, estrema chiarezza nei fugati ed emissione conforme alla scrittura haydeniana.
Applausi convinti per gli artisti e Haydn che ancora una volta ha conquistato il pubblico scaligero.
Gian Francesco Amoroso
(12 ottobre 2018)
La locandina
Coro e Orchestra del Teatro alla Scala | |
Direttore | Ádám Fischer |
Maestro del Coro | Bruno Casoni |
Soprano | Genia Kühmeier |
Tenore | Peter Sonn |
Basso | Günther Groissböck |
Mezzosoprano | Daria Cherniy |
Programma: | |
F. J. Haydn | |
Die Schöpfung Hob. XXI:2 Oratorio per soli, coro e orchestra |
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