Milano: in viaggio per Mahler

L’ambizioso Festival Mahler, che prenderà ufficialmente il via il 25 ottobre con la Seconda Sinfonia diretta da Andreij Boreijko, ha avuto il 22 ottobre una giornata prologo con due concerti. Dopo il programma di musica da camera al Teatro Gerolamo, ci spostiamo all’Auditorium di Milano Fondazione Cariplo per un programma sinfonico. L’Orchestra Sinfonica di Milano è diretta da Kolja Blacher in un programma che vede protagonista il baritono Johannes Held con la trascizione di Arnold Schönberg dei Lieder eines fahrenden Gesellen (Canti di un viandante) di Gustav Mahler e la Sinfonia n.4 op.60 di Ludwig van Beethoven.

Prima di entrare nel merito del concerto due parole sul Festival. In tre settimane dieci orchestre sinfoniche italiane si alterneranno sul palcoscenico dell’Auditorium di Milano per dar vita a quattordici concerti (oltre ai due di anteprima) percorrendo tutte le sinfonie i cicli liederistici le revisioni delle sinfonie di Schumann e le riorchestrazioni da Bach. Saranno presenti: la Filarmonica della Scala diretta da Riccardo Chailly, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia guidata da Manfred Honeck, la Spira Mirabilis, l’Orchestra I Pomeriggi Musicali diretta da James Feddeck, l’Orchestra della Toscana insieme all’Orchestra Giovanile Italiana dirette da Markus Stenz, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai con Robert Treviño sul podio, l’Orchestra della Fondazione Arena di Verona sotto la direzione da Marco Angius, l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento sotto la bacchetta da Ottavio Dantone e la Filarmonica Arturo Toscanini diretta da Omer Meir Wellber.

Anteprima di un viaggio musicale così lungo e affascinante non potevano che essere i Lieder eines fahrenden Gesellen ad indentificare il viandante con l’ascoltatore che affronterà questo percorso musicale ed emotivo attraverso la produzione mahleriana. Scritti, nella versione per orchestra, tra il 1892 ed il 1893 e qui presentati nella riduzione per Salonorchester (flauto, clarinetto, armonium, pianoforte, percussioni e quintetto d’archi) approntata da Arnold Schönberg nel 1920, è cronologicamente il secondo ciclo liederistico di Mahler dopo Das klagende Lied (Il canto del lamento).

Quattro sono i Lieder che compongono questo piccolo ciclo: “Wenn mein Schatz Hochzeit macht” (Quando il mio tesoro va a nozze), “Ging heut’ morgen übers Feld” (Andavo stamattina per la campagna), “Ich hab’ ein glühend Messer” (Ho un coltello incandescente) e “Die zwei blauen Augen” (I due occhi azzurri del mio tesoro). La scelta della versione di Schönberg, con orchestra d’archi al posto del quintetto, privilegia la trasparenza di scrittura del compositore boemo alleggerendo di molto un orchanico originariamente imponente. Il secondo ed il quarto dei Lieder non sono altro che anticipazioni del materiale che Mahler userà nel primo e nel terzo movimento della prima sinfonia. Da sottolineare come i testi usati per questa raccolta, nonostante Mahler non lo abbia mai rivelato, sono suoi originali.

Questo individuo in cammino è impersonificato da Johannes Held che traduce perfettamente in musica con il supporto di Blacher il senso di un dolore rassegnato e trattenuto che non esplode mai in espressioni enfatiche.

Si procede dall’ambientazione rustico-nuziale del primo con il canto degli uccelli mentre il viandante esprime in ampie arcate il suo dolore, a quella campestre e più serena. Nel tempestoso terzo Lied si apprezza bene la grande estensione di oltre due ottave del baritono tedesco. La dolcezza di emissione con dei fiati ben calibrati poi emergono per la gioia degli ascoltatori nel brano finale che si conclude con una sublimazione emotiva che già anticipa le positive e luminose affermazioni dei finali delle prime tre sinfonie. Blacher dal podio sembra un accompagnatore di cantanti navigato, rispettoso delle dinamiche, disegnando a tratti dei pianissimi davvero suggestivi e attento a non sovrastare mai Held.

A completamento di questo breve concerto di anteprima la Quarta sinfonia di Beethoven. Nata schiacciata tra due titani come l’Eroica e la Quinta, la Quarta si stacca da esse per linguaggio e spirito. I tratti caratteristici sono quelli dell’ironia: la brillantezza ritmica, la contrapposizione fra gruppi strumentali, la dolce espressività dei legni, la raffinatezza timbrica e lo spirito cameristico sono solo alcuni degli elementi che sono ben valorizzati da Kolja Blacher alla testa dell’Orchestra Sinfonica di Milano.

Ogni volta che assistiamo ai concerti di Blacher ci interroghiamo su come riesca ad ottenere compattezza strumentale con un gesto così insolito e irregolare ed ogni volta la risposta è che tutto funziona e che quindi la ragione sia dalla sua parte. A parte questo elemento meramente visivo per l’ascoltatore, ma fondamentale per gli esecutori, Blacher è un grande musicista e la sua concertazione è sempre molto interessante. Le cura soprattutto del fraseggio è sicuramente l’aspetto che è più evidente oltre ad una chiara e precisa distinzione dei piani sonori qui come nei Lieder mahleriani. Unico personale appunto una relazione dei metronomi tra i diversi movimenti che penalizza un po’ l’Adagio, già segnato da un inciampo dei corni, con un tempo fin troppo scorrevole e agile: una scelta più moderata avrebbe fatto risaltare maggiormente questo movimento che Berlioz definiva “così angelico nell’espressione melodica”.

A conclusione del concerto, a grande richiesta del pubblico, viene bissato il brillante quarto movimento della sinfonia di Beethoven.

Luca Di Giulio
(22 ottobre 2023)

La locandina

Direttore Kolija Blacher
Baritono Johannes Held
Orchestra Sinfonica di Milano
Programma:
Gustav Mahler
Lieder eines fahrenden Gesellen
Ludwig van Beethoven
Sinfonia n. 4 op. 60

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.