Milano: inarrivabile Fleming
Essere una Diva del palcoscenico non sempre è sinonimo di un canto plateale fondato su programmi di facile consumo infarciti di arie d’opera con acuti, ammiccamenti alle prime file di platea e ai palchi di proscenio, bensì può anche essere l’esempio di una summa artistica che mira a una raffinata essenza dell’essere musicista.
Lo ha dimostrato il soprano statunitense Renée Fleming che per il Teatro alla Scala ha confezionato un programma cameristico di sublime bellezza, complice la presenza del pianista russo Evgeny Kissin.
La Fleming non si atteggia ma entra in scena immergendosi immediatamente nella rapida introduzione del poetico lied Suleika I di Franz Schubert su versi di Marianne Willemer per poi passare al più giocoso Die Vögel (Gli uccelli), una miniatura sul testo di Friedrich von Schlegel che cede il passo alle inquietudini descritte da Wolfgang von Goethe nel Lied der Mignon (Canzone di Mignon) e in Rastlose Liebe.
In quattro lieder la Fleming ritrae la poetica schubertiana con una vocalità cesellata, sostenuta dall’equilibratissimo e variegato tocco di Evgeny Kissin.
Dopo questa incantevole parentesi il pianista russo introduce Franz Liszt, secondo autore in programma, con due brani: Lo sposalizio dagli Années de pèlerinage Deuxième Année: Italie S 161 e il Valse n. 1 dai Quatre Valses oubliée S 215, pagine in cui anche il virtuosismo più spiccato assume un carattere levigato grazie anche a una specifica ricerca di sonorità vitree da parte di Kissin.
In questo clima intimamente romantico Renée Fleming torna alla ribalta con tre lieder lisztiani: Freudvoll und Leidvoll (Al colmo della gioia e del dolore), Über allen Gipfeln ist Ruh (Su tutte le vette è pace) e Im Rhein im schönen Strome (nel Reno, nel bel fiume), su testi di Goethe (i primi due) e Heine (il terzo). Tre pagine in cui il pianismo di Liszt si intreccia con la linea del canto in un dialogo che non sfocia mai nell’ostentazione ma gravita in un universo interiore la cui spiritualità si avvera nelle suggestive immagini dipinte nel terzo lied, in cui l’evocativa parte pianistica fa da tappeto al pensiero vocale.
Fine prima parte, cambio d’abito e da Liszt di passa a Sergej Rachmaninov con Siren (Lillà) e Son (Il sonno), due liriche evanescenti su testi di Ekaterina Beketova e Fëdor Teternikov affrontate da Renée Fleming con una vocalità più tornita ma sempre tesa all’emissione di pianissimi vibranti di emozioni.
Ad esse Evgeny Kissin accosta Mélodie e Sérénade da Morceaux de fantasie op. 3 di Rachmaninov, due brani pianistici sentimentali, lontani dalle intemperanze del compositore russo e che ben si inseriscono nel clima elegiaco del programma.
Con S’il est un charmant gazon (Se c’è un grazioso praticello) e Oh! Quand je dors (Oh! Quando dormo) si torna a Liszt sui versi di Victor Hugo. Qui il duo Fleming-Kissin si abbandona in un continuo gioco di abbandoni anticipatori delle due mélodies conclusive di Henri Duparc: Extase (Estasi) e Le manoir de Rosemonde (La dimora di Rosamonda) rispettivamente sui versi di Henri Cazalis e Robert de Bonnières.
Due composizioni diametralmente opposte: la prima simbolista la seconda che riecheggia l’Erlkönig schubertiano, scelta non certo casuale che da un senso ciclico a tutto il concerto.
Applausi scroscianti.
Quel che più ha affascinato di Renée Fleming è la presenza non tanto scenica -di cui è maestra- ma soprattutto vocale. Una voce che sta inevitabilmente sfiorendo ma che ha mantenuto lo smalto, un colore e un volume nobili. Ad essa si è unito un Evgeny Kissin di gran classe nel saper rimanere nel ruolo di accompagnatore senza mai adombrare la voce anche nei brani solistici. Una vera lezione di stile che ha infervorato il pubblico omaggiato da tre bis coronati dall’immortale Morgen di Richard Strauss.
Gian Francesco Amoroso
(26 gennaio 2023)
La locandina
Soprano | Renée Fleming |
Pianoforte | Evgeny Kissin |
Programma: | |
Franz Schubert | |
Suleika I D 720 | |
Die Vögel D 691 | |
Lied der Mignon (Nur wer die Sehnsucht kennt) D 877 | |
Rastlose Liebe D 138 | |
Franz Liszt | |
da Années de pèlerinage Deuxième Année: Italie S 161 | |
Sposalizio | |
da Quatre Valses oubliée S 215 | |
Valse n. 1 | |
per pianoforte solo | |
Freudvoll und Leidvoll S 280/1 | |
Über allen Gipfeln ist Ruh S 306/2 | |
Im Rhein, im schönen Strome S 272/1 | |
Sergej Vasil’evič Rachmaninov | |
Lillà op. 21 n. 5 | |
Il Sogno op. 38 n. 5 | |
da Morceaux de Fantaisie op. 3 | |
3. Melodia | |
5. Serenata | |
per pianoforte solo | |
Franz Liszt | |
S’il est un charmant gazon S 284/1 | |
Oh! Quand je dors S 282/1 | |
Henri Duparc | |
Extase | |
Le manoir de Rosemonde |
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