Milano: le Serate Musicali e i 100 anni dalla nascita di Cziffra

Lunedì 21 Novembre scorso Serate Musicali proponeva un tutto “à la hongroise”, un viaggio affascinante fra Bartòk e Liszt, per celebrare il centenario della nascita del grande pianista Gyorgy Cziffra.

Il programma di sala è quasi indiscutibile: l’omonima Cziffra Chamber Festival Orchestra, guidata dalla bacchetta di Gàbor Takàcs-Nagy, con le famosissime Danze Popolari Rumene (nella versione per piccola orchestra) e il Divertimento per archi di Béla Bartòk. Quindi, unendosi a Jànos Balàzs – pianista ungherese di dichiarata fama, nonché docente all’Accademia Franz Liszt di Budapest – in un corposo assaggio lisztiano con il Concerto n.1 in Mi bemolle maggiore e la Fantasia su temi popolari ungheresi.

I giovani componenti dell’orchestra d’archi hanno offerto una lettura fresca e di notevole interesse musicale ed esecutivo delle Danze bartochiane. Non manca l’attenzione al dettaglio, le accentazioni caratteristiche messe in giusto rilievo, uno sforzo curato per proporre fraseggi non prevedibili ma comunque pienamente giustificati dal contenuto musicale della partitura. L’aiuto viene dal direttore stesso e dal suo gioioso entusiasmo, che traspare attraverso tutto il suo corpo, comunicando in modo molto diretto le richieste e le idee musicali.

Dopo uno scrociante applauso Takàcs-Nagy ricompare sul palco in compagnia di Balàzs, pronti ad eseguire il brillante concerto lisztiano. I notevoli mezzi tecnici del pianista sono evidenti (nonostante diverse imprecisioni – va detto), e la sua piega improvvisativa, caratteristica per la quale egli è noto, attribuisce a numerosi momenti del concerto un tratto personale, vivo e di chiaro “momento presente”; al contempo, però, spesso inficia la percezione globale dell’opera, che risulta frammentata – se non a volte addirittura disturbata – da alcune gestualità sorprendenti alla prima, ma piuttosto prevedibili nelle successive (glissando in sovrabbondanza sopra a tutti). Notevole l’esecuzione del secondo movimento, in particolare l’intro orchestrale, con un meraviglioso fraseggio. Il finale è marchiato a fuoco dalla personalità del pianista, che si prende numerosi rischi in favore di un’esecuzione viva, non subordinata ad eccessi di controllo.

Medesimo approccio per la Fantasia su temi ungheresi, dal piglio nient’affatto timoroso, già a partire dalle prime note dell’orchestra, dentate e nervose tanto quanto vive e narrative. Gli episodi più memorabili: l’Allegretto alla zingarese, frizzante e delicato, ottimamente fraseggiato; e il Vivace assai, in cui Balàzs si scatena, supportato dai brillanti interventi orchestrali.

Chiude il concerto il Divertimento per archi di Bartòk, composizione non frequentemente proposta in concerto, ma di grande fascino. Ancora una volta l’orchestra di Takàcs-Nagy dimostra ottima padronanza e un altissimo livello esecutivo. Una menzione particolare, e doverosa, per il secondo movimento, Molto adagio, aperto con un suono così rarefatto da sembrare spettrale.

Andrea Rocchi
(21 novembre 2022)

La locandina

Direttore Gábor Takács-Nagy
Pianoforte János Balázs
Programma:
Béla Bartók
Romàn népi tàncok (Danze popolari rumene) per piccola orchestra BB 76, SZ 68
Ferenc Liszt
Concerto n. 1 in mi bemolle maggiore per pianoforte e orchestra, S124
Fantasia su temi popolari ungheresi, S123
Béla Bartók
Divertimento per archi BB 118, SZ 113

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