Milano: Lorenzo Viotti alla Filarmonica della Scala insieme a Gautier Capuçon
Secondo appuntamento del mese per la Stagione della Filarmonica della Scala lunedì 24 febbraio: sul podio Lorenzo Viotti, che dirige una suite originale dal balletto Romeo e Giulietta di Sergej Prokof’ev impaginata dal Maestro Riccardo Chailly, costretto a rinunciare al concerto per motivi di salute.
Arriva per la prima volta alla Scala Gautier Capuçon, tra i più grandi violoncellisti della sua generazione, con il Concerto in si min. op. 104 di Antonín Dvořák. In apertura le Quattro versioni originali della Ritirata notturna di Madrid di L. Boccherini di Luciano Berio, in occasione del centesimo anniversario della nascita.
Martedì 25 febbraio la Filarmonica è già in partenza per la prima tournée del 2025, che tocca le capitali europee della musica: gli scaligeri sono attesi al Konzerthaus di Vienna (25 febbraio), alla Béla Bártok National Concert Hall di Budapest (26 febbraio), alle Philharmonie di Lussemburgo (28 febbraio) e Parigi (1° marzo), a Saragozza (3 marzo) e all’Auditorio Nacional di Madrid (4 marzo).
Negli ultimi anni Lorenzo Viotti ha consolidato il suo rapporto artistico con la Filarmonica della Scala: il debutto con la Filarmonica risale al 2018 quando, appena ventottenne, diresse un programma raffinato che includeva musiche di Wagner, Rachmaninov, Debussy e Scrjabin. L’ultimo impegno è dello scorso gennaio, quando ha diretto la Sesta Sinfonia di Mahler. Classe 1990, Viotti è attualmente direttore principale della Netherlands Philharmonic Orchestra e della Dutch National Opera. È salito sul podio di alcune delle maggiori orchestre del mondo, come Wiener Philharmoniker, i Berliner Philharmoniker, la Royal Concertgebouw Orchestra, la Gewandhausorchester di Lipsia, la Cleveland Orchestra, i Wiener Symphoniker, l’Orchestra Sinfonica della Radio Svedese e la Royal Philharmonic Orchestra.
A proposito della suite dal balletto Romeo e Giulietta di Sergej Prokof’ev, Angelo Foletto scrive nelle note di sala: «Le tre Suite d’autore (da Romeo e Giulietta) sono un saggio esemplare dell’ispirazione poetica e della sopraffina arte di strumentatore oltre che un terreno ideale per il virtuosismo delle grandi orchestre. Nel compilarle, Prokof’ev non badò a principi narrativi ma tenne conto soprattutto della bellezza dei singoli numeri e del gioco di accostamenti tra momenti segnati dal ritmo e altri specificatamente elegiaci, intrisi di caratteristici umori cantabili straniti. La presente esecuzione-redazione concepita da Riccardo Chailly è basata sulle prime due Suite. E procede secondo un criterio misto: salvaguarda la consequenzialità della vicenda degli amanti veronesi ma non esclude nessuna delle pagine più intense e brillanti della partitura. In tal modo risultano ancor più dettagliati i momenti salienti del tragico racconto definendo un arco drammatico che ha come baricentro le tempestose folate orchestrali che incidono La morte di Tebaldo, pagina di grande respiro teatrale, scandita in più rapidi episodi e forti contrasti. […] Fino alle luminose trafitture orchestrali che introducono e poi fanno da corteo funebre alla morte di Giulietta, con gesti armonici e strumentali che di Prokof’ev costituiscono l’inconfondibile firma sonora»
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