Milano: nei Capuleti e i Montecchi la Oropesa incanta
È da più di trent’anni che Capuleti e Montecchi di Vincenzo Bellini è assente nella programmazione scaligera. Finalmente ritorna a risuonare nella sala del Piermarini ricordandoci l’amabile bellezza del belcanto italiano.
Capuleti e Montecchi è un’opera che non ha bisogno di presentazioni. Bellini la scrisse in fretta e furia per il Teatro La Fenice di Venezia rimpaginando del materiale preesistente per due primedonne leggendarie: il soprano Rosalbina Carradori Allan in lieta vesta di Giulietta e il mezzosoprano Giulia Grisi nei panni di Romeo.
Nell’immaginario sonoro belliniano la scelta di una tessitura femminile per il ruolo di Romeo non è solo retaggio di una prassi precedente bensì ricerca timbrica di una sonorità ben definita al fine di imprimere al personaggio un carattere più romantico e decisamente meno eroico.
Il libretto di Felice Romani non si ispira, come si potrebbe facilmente immaginare, al dramma di William Shakespeare, ma a fonti precedenti alle quali attinse lo stesso drammaturgo inglese.
Per farla breve: la tragedia lirica di Bellini-Romani è un unicum di grandiosa bellezza in cui i sublimi affetti emergono da una partitura di disarmante poesia.
Regista di questa nuova produzione scaligera è il britannico Adrian Noble, scevro da sovrastrutture concettuali, disegna uno spettacolo lineare, assecondando in parte l’essenza drammaturgica del libretto. Se però la trasposizione temporale negli anni Trenta del secolo scorso non dà particolarmente fastidio, alcune trovate lasciano qualche perplessità come la sfilata di torte di ponnelliana memoria, duelli nonché scene che si sovrappongono a incantevoli pagine orchestrali senza nulla aggiungere a ciò che già si sa o si intuisce.
Semplici le scene di Tobias Hoheisel e i costumi di Petra Reinhardt.
La parte musicale invece eccelle per la presenza di una Giulietta in stato di grazia. Lisette Oropesa incanta per come si pone in scena, per il nobile porgere delle frasi, per la purezza di stile e di emissione. Il suo canto esprime tutta la malinconica tragicità del melos belliniano, senza languori eccessivi ma restituisce un certo mordente laddove la scrittura lo richiede. Particolarmente precisa nei recitativi (ancora oggi troppo spesso di libero arbitrio) la Oropesa ha conferito al personaggio un pregevole colore interpretativo.
Marianne Crebessa è un Romeo scenicamente convincente, duttile nelle parti cantabili risulta a tratti affaticata nei passi in cui la scrittura si fa più intensa, tuttavia risolve le difficoltà con sensibile musicalità.
Perfettamente belliniano è il canto di Michele Pertusi, che ancora una volta si conferma un professionista di straordinaria solidità.
Corretti il Copellio di Jongmin Park e il Tebaldo di Jinxu Xiahou.
Sul podio la tanto attesa Speranza Scappucci, che sostituisce in corso di prova Evelino Pidò. La Scappucci, prima donna italiana a dirigere un’opera alla Scala, con poche prove tiene le redini della non facile partitura belliniana con polso energico mantenendo ottimi gli equilibri sonori tra buca e palcoscenico. Tuttavia l’’orchestrazione di Bellini, scarna ma mai come in Sonnambula, non perdona. L’orchestra, non sempre a fuoco, ha mantenuto un colore uniforme anche quando certe arcate dei fiati avrebbero potuto emergere per cantabilità e fraseggio.
Ottimo il coro istruito dal maestro Alberto Malazzi.
Ovazioni generosissime al termine dello spettacolo.
Ogni ascolto belliniano sorprende non solo per la purezza dello stile ma anche per la straordinaria ricerca che il compositore siciliano sperimenta in ogni partitura, come il finale dei Capuleti che spalanca gli orizzonti a forme estremamente moderne che anticipano di anni gli intenti wagneriani.
Gian Francesco Amoroso
(18 gennaio 2022)
La locandina
Direttrice | Speranza Scappucci |
Regia | Adrian Noble |
Assistente regista | Joanne Pearce |
Scene | Tobias Hoheisel |
Assistente scenografo | Philippine Ordinaire |
Costumi | Petra Reinhardt |
Assistente costumista | Eleonora Rossi |
Luci | Jean Kalman e Marco Filibeck |
Coreografia | Joanne Pearce |
Maestro d’armi | Mauro Plebani |
Personaggi e interpreti: | |
Romeo | Marianne Crebassa |
Giulietta | Lisette Oropesa |
Tebaldo | Jinxu Xiahou |
Lorenzo | Michele Pertusi |
Capellio | Jongmin Park |
Orchestra e coro del Teatro alla Scala | |
Maestro del coro | Alberto Malazzi |
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