Milano: Schiff e COE inaugurano la Stagione 2019/2020 delle Serate Musicali

Una scelta certamente felice quella di affidare l’apertura della stagione 2019/2020 delle Serate Musicali alla Chamber Orchestra of Europe con direttore e solista Sir András Schiff. La Sala Verdi del Conservatorio per l’occasione ha registrato quasi il sold out.

La COE, compagine orchestrale composta da circa 60 membri impegnati in carriere internazionali come solisti, prime parti di blasonate orchestre, provenienti da ensemble di musica da camera o professori di musica, è stata costituita nel 1981 da un gruppo di giovani musicisti membri della European Union Youth Orchestra (EUYO). Sviluppa la propria identità grazie a collaborazioni con rilevanti direttori d’orchestra, come Claudio Abbado, mentore nei primi anni, e noti solisti. Varie le nazionalità dei suoi membri, tra cui gli italiani Lorenza Borrani, primo violino di spalla e Hans Liviabella, concertino dei primi violini.

Impegnativo e particolarmente ricco il programma proposto. Due gli autori affrontati, così come i periodi di riferimento. Franz Joseph Haydn e Felix Mendelssohn Bartholdy, accostati in un interessante viaggio tra classicismo viennese e romanticismo tedesco. La serata si apre con musiche dall’opera “L’isola disabitata” di Haydn, messa in scena per la prima volta nel Castello di Esterhaza. L’ouverture ha un carattere brillante e la lettura che la COE guidata da Schiff ne dà è particolarmente convincente. Un “far musica” dal gusto spiccatamente cameristico che si traduce in continui sguardi d’intesa, una particolare attitudine all’ascoltarsi ed equilibrio e dialogo tra le parti. Non a caso la COE è considerata “la miglior orchestra da camera del mondo”. Piccola parentesi organizzativa: è recente l’annuncio della COE, causa incertezza legata alla Brexit, di voler creare una fondazione indipendente in Germania che affiancherà la sua storica sede londinese così da poter continuare a gestire la sua attività nei paesi dell’Unione Europea anche in caso di uscita del Regno Unito senza accordo.

Tornando alla Sala Verdi, la serata prosegue con il Concerto in re maggiore per pianoforte e orchestra Hob:XVIII:11, ultimo scritto da Haydn. L’interpretazione del pianista e direttore d’orchestra ungherese – naturalizzato britannico – è fresca e raffinata, ne esalta il carattere brillante così come la architettura compositiva, un esemplare esempio del suonare insieme concertante. Ma è nella Sinfonia n. 88 in sol maggiore Hob:I:88 che l’ensemble propone un’esecuzione di assoluta ricchezza espressiva. Perfetto appare l’amalgama timbrico, gli equilibri tra le sezioni e la tavolozza dei colori muove all’interno di una estesa gamma di nuances.

La seconda parte del concerto ha visto protagoniste alcune tra le più note pagine di Felix Mendelssohn Bartholdy: dal Concerto n. 1 in sol minore per pianoforte e orchestra op. 25 alla Sinfonia “Italiana”. La scrittura è perfettamente resa tra momenti di irruenza e pathos propri della raffinata partitura del Concerto allo spirito del “brano più divertente” come lo stesso autore definiva la Sinfonia in la maggiore op. 90, con riferimento agli accordi staccati dei legni che introducono il primo Movimento e il celebre Saltarello che chiude la sinfonia; a rendere ancora una volta più che evidente la perfezione dell’insieme e l’incredibile padronanza tecnica, lo spirito gioioso e l’energia sprigionati da questo straordinario ensemble.

Luisa Sclocchis
(7 ottobre 2019)

La locandina

Chamber Orchestra Of Europe
Direttore e solista Sir Andras Schiff
Programma:
F. J. Haydn
L’Isola disabitata, Ouverture
Concerto in re maggiore per pianoforte e orchestra, Hob:XVIII:11
Sinfonia n.88 in sol maggiore
F. Mendelssohn
Concerto n.1 in sol minore per pianoforte e orchestra op. 25
Sinfonia n.4  in la maggiore op.90 “Italiana”

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