Milano: uno Stabat Mater a servizio delle voci

Esecuzione tesa, vibrante, lucida quella ascoltata martedi sera all’Auditorium milanese, intelligente nel sottolineare l’interesse di Rossini per una tradizione di musica sacra in parte accantonata in quel periodo storico italiano, ma pur sempre ricca e mai spenta per lo meno negli studi.

Emmanuel Tjeknavorian preferisce tempi sostenuti e cantabili, lasciando ampio sfogo alle voci e alla bellezza delle frasi musicali, dispensata per tutta l’ora dal genio di Rossini. Ne va a discapito il dramma sacro, messo in secondo piano dall’eleganza melodica e dalla polifonia corale. Ma è lettura legittima che convince il folto pubblico, partecipe ed entusiasta come ormai è rasserenante abitudine.

Il quartetto vocale ha in Benedetta Torre voce sicura, delicata e raffinata dove richiesto e decisa quando l’insieme necessita di una sfrontatezza lirica appassionata. Meno a fuoco Martina Belli, soprattutto quando le note scendono verso il registro grave, pur mantenendo un piglio interpretativo deciso e vigoroso. Juan Francisco Gatell canta con eleganza e a proprio agio, cercando sempre una linea raffinata e in ottimo equilibrio nelle parti di insieme. L’acuto finale del Cujus animam, ennesimo scatto di estro vocale sperimentato da Rossini, è risolto in parte, senza troppa convinzione. Nicola Ulivieri affida all’esperienza ormai di lunga data i propri interventi senza particolari colpi d’ala.

L’orchestra ha saputo sostenere il canto in tutte le sue necessità, tessendo un velluto sonoro che ha saputo regalare una distesa ora di ascolto, grazie all’attenzione per le raffinatezze di fraseggio e timbriche disseminate lungo tutta la partitura. Ottimo il coro, con particolare menzione per il complesso finale, esemplare compendio di una lunga tradizione musicale sacra.

Merita, infine, la lettura del libretto di sala, soprattutto per gli estratti dalle pagine dedicate dal purtroppo spesso dimenticato Riccardo Bacchelli, scrittore prolifico e acuto, appassionato ascoltatore nonché cultore rossiniano in un periodo nel quale la cosiddetta Renaissance era lontana dall’apparire.

Emanuele Amoroso
(15 aprile 2025)

La locandina

Direttore Emmanuel Tjeknavorian
Soprano Benedetta Torre
Mezzoporano Martina Belli
Tenore Juan Francisco Gatell
Basso Nicola Ulivieri
Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano
Maestro del Coro Massimo Fiocchi Malaspina
Programma:
Gioachino Rossini
Stabat Mater per soli, coro e orchestra

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