Monte Venda: Leonora Armellini in ascolto della Natura

Uno scroscio di applausi è sceso per Leonora Armellini dalle pendici dell’Anfiteatro del Venda (Galzignano Terme, Padova) lo scorso 8 giugno. Armellini, padovana doc, torna a casa da un breve periodo all’estero, proponendo in un luogo all’aperto un programma per la natura e sulla natura.

Il cuore della serata sono state le Waldszenen (Scene della foresta) op. 82 di Schumann costituite da nove piccoli quadri bucolici, d’ispirazione a tratti fantastica. Con questi brani, ciascuno dei quali porta un titolo suggestivo, Schumann fa entrare chi ascolta nel bosco: sono una collezione di immagini e di personaggi incontrati, quali “Jager auf der Lauer” (Cacciatore in agguato n. 2), “Einsame Blumen” (Fiori solitari n. 3) e il celebre “Vogel als Prophet” (L’uccello profeta n. 7), e infine se ne congeda con un “Addio”..

Leonora Armellini, immersa tra gli alberi e il canto dei grilli, ha suonato questi Nove pezzi per pianoforte che sembrano una Suite, come se lei stessa – e non solo Schumann – fosse in ascolto della natura. Ha ben caratterizzato ogni elemento musicale, rivelando ora la natura immaginifica delle linee dei temi, ora l’astrattezza e la resa prettamente musicale di altri passaggi. In quest’ambientazione quasi fiabesca dell’Anfiteatro del Venda ha però un po’ giocato a suo svantaggio l’amplificazione del pianoforte che ne appiattiva la gamma cromatica. Osservandone il gesto, l’intenzione e il tocco si vedeva che, a volte, quello che arrivava al pubblico non corrispondeva esattamente alla volontà della pianista. Il brano che ha avuto più successo è stato “Uccello profeta”: in esso, Armellini, completamente immersa nella sonorità dell’Anfiteatro e in se stessa, ha ben colto come sfruttare al meglio le dinamiche ridotte che lo spazio le consentiva. Nella parte centrale di questo brano si è aperta una nuova sonorità che sembrava portare alle orecchie di chi ascoltava la profezia positiva dell’“Uccello profeta”, per poi tornare nuovamente nella cupa incertezza e fiabesca volatilità della linea tematica della prima sezione del brano.

La seconda parte del programma è stata un “tutto Chopin”: Polonaise-Fantasie op. 61, i due Notturni op. 62 e infine la Barcarolle op. 60. A differenza di Schumann, Chopin non fu particolarmente un sostenitore della musica a programma (ovvero quella musica che prende un’idea extra-musicale e la declina in immagini sonore). Di fatto Chopin non ha quasi mai assegnato, nella sua produzione, titoli o sottotitoli per accompagnare i numeri d’opera. Secondo Leonora Armellini, la descrittività in Chopin non è incentrata sulle immagini esterne della natura, ma invece su suggestioni più astratte, che scaturiscono dall’interiorità dell’artista e dell’esecutrice.

La seconda parte del programma, anche se scevra di richiami espliciti alla natura, non è stata meno immaginifica: proprio grazie alla scelta interpretativa dei colori e della qualità sonora ottenuta dalla pianista. Nemmeno l’amplificazione ha intaccato il suono caldo e pieno delle linee dei bassi nei Notturni. Armellini ha reso con maturità espressiva la lucentezza delle note delle melodie chopiniane che sembravano brillare come le luci dell’orizzonte che si scorgeva dietro di lei.

La ricerca e lo studio dell’interprete si sono sentiti in ognuno dei brani proposti senza che venissero mai meno l’immediatezza e la fruibilità che, nel caso dell’Armellini, sono testimonianza della sua genuina affinità col programma proposto. Rispetto alla prima parte del programma, Leonora Armellini ha sprigionato una nuova vitalità, sempre messa al servizio della partitura e offerta al pubblico. Come ha sottolineato ella stessa, in un breve scambio dopo il concerto, è la vitalità l’elemento chiave per realizzare un’“esecuzione di livello” in grado di coinvolgere il pubblico: ovvero, “quanta energia e quanta anima” si mette nelle piccole cose, anche nei dettagli, dando a ciascuno di essi la propria identità. Questo sembra esser ciò che, per una pianista e il suo pubblico, fa la differenza.

Beatrice Bergamin
(8 giugno 2024)

La locandina

Pianoforte Leonora Armellini
Programma:
Robert Schumann
Waldszenen op. 82
Fryderyk Chopin
Polonaise-Fantasie op. 61
Notturni op. 62
Barcarolle op. 60

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