Montepulciano: un Cantiere a cielo aperto
Nell’immaginario italiano, radicato nei decenni del sentire comune, i cantieri hanno alcune peculiarità ben note: lunghi tempi di realizzazione ben superiori alle stime iniziali, continui malumori cittadini per il disturbo alla pubblica quiete e alla circolazione, oltre all’immancabile public development di controllo dello stato dei lavori che si forma al di fuori delle aree recintate.
Nel cuore dell’Italia, in un paese erto sulle colline, c’è però un Cantiere la cui finalità principale è la costruzione perpetua di un’officina culturale che faccia interagire la comunità che lo ospita e il mondo artistico ad essa esterno in un gioco di influenza a specchio fra il macro e il micro. Il progetto del compositore Hans Werner Henze, iniziato 49 anni fa, ha superato il suo stesso creatore ricreandosi annualmente in un continuo confronto fra passato e presente per immaginare il futuro.
Il Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano si presentava all’edizione 2024 in veste rinnovata su tanti fronti ma fedele a quella tradizione che l’ha accompagnato in questi decenni. La curiosità, anche per chi come scrive che era alla sua prima visita, era quella di vedere le idee e i risultati di programmazione della neo direttrice artistica, Mariangela Vacatello, pianista italiana di livello internazionale al suo primo incarico.
Prima edizione di tre, il suo contratto è infatti fino al 2026, nella quale la direttrice artistica, oltre al calendario eventi, ha voluto porre una forte impronta caratterizzante a livello musicale nominando un direttore che la affiancasse, Michele Gamba. Un incarico complesso soprattutto per l’assenza di un realtà musicale fissa (orchestra, coro o ensemble che si voglia) sulla quale, a rigor di logica e semantica, si possa imprimere la propria guida e idea musicale. Il direttore d’orchestra non si è sottratto alla sfida rispondendo con un proficuo lavoro continuativo lungo tutte le settimane di programmazione che a più livelli interagisse con le realtà invitate che si trattasse di orchestra giovanile, orchestra professionistica o ensemble.
Ma se il Cantiere ha solo compagini ospiti è anche nella gestione di questa peculiarità che si rispecchiano le decisioni della direzione artistica. Ad esempio, la scelta di dotarsi di un ensemble in residenza per la musica contemporanea, l’Opificio Sonoro, che per i prossimi anni avrà il delicato compito di vetrina per quanto riguarda la musica sperimentale e d’avanguardia, nazionale e non. Vari gli appuntamenti dedicati, in particolare le Short Stories, sei brevi ma intensi esibizioni monografiche su compositori quali, fra gli altri, Frank Bedrossian, Wolfgang Rihm e Stefano Scodanibbio. Ambientati in zone aperte della città, in modo da coinvolgere pubblico e passanti, queste pillole hanno visto i vari componenti del collettivo all’opera performativa e divulgativa al tempo stesso, anche su strumenti meno classici e per questo spesso valorizzati dal repertorio contemporaneo, come fisarmonica, contrabbasso e chitarra elettrica. A conclusione di questa residenza un doppio appuntamento serale, prima con un concerto diretto da Marco Momi sulla forza evocativa del catalogo di Fausto Romitelli e Gérard Grisey e infine un arrivederci improvvisativo, sempre a cura dei musicisti e dei sound artists dell’ensemble.
Ma di non sola musica contemporanea può vivere un festival che professa il lavoro trasversale sulle arti. Molti gli eventi così detti classici pur sempre con qualche punta di sperimentazione, a partire dai concerti in Piazza Grande, vera e propria arena all’aperto e richiamo per la cittadinanza intera. Il primo, un delicato e suggestivo omaggio a Gershwin in danza ha accompagnato il pubblico in punta di piedi.
La coreografia commissionata a Mauro De Candia partiva dall’essenza improvvisativa e feconda delle musiche di Gershwin, qui eseguite dall’ottimo trio formato dal clarinettista perugino Gabriele Mirabassi e i pianisti Manuel Magrini ed Enrico Mirabassi, che commentavano, musicalmente, alcuni quadri danzati molto suggestivi affidati alla giovane Compagnia Cantiere Danza e all’interprete principale Giulio Diligente. Una produzione che ben figurerebbe nelle programmazioni di tanti teatri italiani a cui il pubblico risponderebbe presente in modo massiccio.
La grande partecipazione di pubblico si è poi confermata per l’appuntamento di chiusura del Festival con protagonisti i due direttori del Cantiere rispettivamente nei ruoli da biografie. Con la partecipazione dell’Orchestra Haydn di Trento e Bolzano, Mariangela Vacatello e Michele Gamba si sono incontrati nell’esecuzione del concerto per pianoforte di Grieg. Tolti i ben noti problemi di esecuzione all’aperto e delle amplificazioni varie, l’energica esecuzione della solista ha messo in luce le sue ben note capacità pianistiche ma anche tutto l’affetto del pubblico e della cittadinanza costruiti in questi mesi di lavoro a Montepulciano, in un entusiastico applauso complessivo a fine esecuzione.
A margine, ma non per valore artistico, gli appuntamenti rivolti alle pagine solistico-orchestrali di Chopin ma…senza orchestra. Affidate alle mani dei giovani pianisti Matteo Sebastiani (25 luglio) e David Mancini (26 luglio), i concerti per pianoforte e orchestra hanno trovato nuova forma nella riduzione per quartetto d’archi (David Trio e Emanuele De Luca al violino II). Eventi dedicati e autoconclusivi dall’ampia partecipazione di pubblico.
La contemporanea, di quella che proprio simboleggia la contemporaneità degli autori, ha trovato però anche spazio nell’opera e nell’allestimento scenico, altra cifra che contraddistingue la programmazione del Cantiere. L’opera messa in scena per l’ultima settimana di programmazione era un gradevole riadattamento originale del compositore Alessandro Solbiati e messo in scena dal giovane regista Guglielmo Del Sante. ‘Il n’est pas comme nous’ rientra nella categoria delle opere da camera, vuoi per i ridotti ranghi degli interpreti (molto bene l’impegno del Trio Quodlibet accompagnato da Davide Costantini alle percussioni) vuoi per la presenza di una sola solista, il soprano Maria Eleonora Caminada, vuoi anche per l’esiguità della storia che trae origine dalla produzione di Cervantes. Nell’ottica di sperimentazione e laboratorio, però, il carattere di gioventù rappresentato dagli interpreti e dalla spontaneità registica ben si sposavano con l’intenzione del Cantiere stesso. Al netto di alcune imprecisioni, molto apprezzabile lo sforzo e il risultato finale, merito in particolar modo di due interpreti, il direttore Michele Gamba e il soprano Caminada punti di riferimento del repertorio contemporaneo italiano.
La filosofia del Cantiere, quella di una grande famiglia allargata che ogni anno amplia i suoi confini parentali, ha pochi eguali in Italia. La storicità integrata alla progressività in un contesto geografico di ospitalità crea un legame che ti proietta già all’edizione successiva, così per la sincera umanità che si forma nelle interazioni pre e post concerto come per il desiderio di cosa potrai scoprire di nuovo.
In attesa dei fuochi d’artificio che contraddistingueranno la prossima felice edizione a cifra tonda, il Cantiere di Montepulciano ci ricorda che è possibile creare un appuntamento non inviso alla propria cittadinanza ma anzi partecipato, che richiama i turisti ma senza snaturarsi alla ricerca di formule organizzative più ampie. Una terza strada fra un realtà europea e una realtà locale, con la stessa qualità artistica della prima ma con la stessa spontaneità e generosità della seconda.
Carlo Emilio Tortarolo
(25-28 luglio 2024)
La locandina
OS Short Series (25-26-27 luglio) | |
Chitarra | Francesco Palmieri |
Contrabbasso | Giacomo Piermatti |
Violino | Sara Mazzarotto |
Violoncello | Stefano Bruno |
Fisarmonica | Samuele Telari |
The young Fryderyk (25-26 luglio) | |
Pianoforte | Matteo Sebastiani |
Pianoforte | David Mancini |
Gershwin Postcards (25 luglio) | |
Compagnia Cantiere danza | |
Interprete principale | Giulio Diligente |
Coreografo | Mauro de Candia |
Clarinetto | Gabriele Mirabassi |
Pianoforti | Manuel Magrini, Enrico Mirabassi |
Il n’est pas comme nous (26 luglio) | |
Regia | Guglielmo Del Sante |
Direttore | Michele Gamba |
Soprano | Maria Eleonora Caminada |
Tellurica (27 luglio) | |
Opificio Sonoro | |
Direttore | Marco Momi |
Concerto di chiusura (28 luglio) | |
Orchestra Haydn di Trento e Bolzano | |
Direttore | Michele Gamba |
Pianoforte | Mariangela Vacatello |
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