Musikàmera: il Quartetto Adorno interpreta Beethoven al Teatro La Fenice
Il giovane Quartetto Adorno, composto da Edoardo Zosi e Liù Pelliciari al violino, Benedetta Bucci alla viola e Danilo Squitieri al violoncello, è protagonista dei due recital in programma sabato 28 e domenica 29 settembre 2019 alle ore 20.00 nelle Sale Apollinee del Teatro La Fenice, nell’ambito della stagione cameristica 2019 di Musikàmera, di nuovo nel vivo della sua programmazione dopo la pausa estiva. Il progetto del Quartetto Adorno prevede l’esecuzione, nell’arco di sei concerti distribuiti in tre stagioni, dell’Integrale dei Quartetti di Beethoven: ecco perché, in via del tutto eccezionale rispetto alla prassi di Musikàmera, il programma è differenziato per le due serate, e prevede, sabato 28, l’esecuzione del Quartetto n. 3 in re maggiore op. 18 n. 3, del Quartetto n. 2 in sol maggiore op. 18 n. 2 e del Quartetto n. 8 in mi minore op. 59 n. 2 ‘Razumovsky’, mentre domenica 29 sarà il turno del Quartetto n. 13 in si bemolle maggiore op. 130, della Grande fuga in si bemolle maggiore op. 133 e del Quartetto n. 11 in fa minore op. 95 ‘serioso’.
I sedici Quartetti per archi di Beethoven, ai quali si deve aggiungere la Grande fuga, che in origine era il finale dell’op. 133, mostrano un arco evolutivo di estremo interesse. Nei primi quartetti si rileva la ricerca di uno stile personale dalla quale si giunge, attraverso un’evoluzione straordinaria, alle più ardite soluzioni armoniche e formali racchiuse negli ultimi quartetti. La forma del quartetto è, secondo il biografo beethoveniano Paul Bekker, «l’asse della psiche creativa di Beethoven, intorno al quale tutto il resto si raggruppa a guisa di complemento e di conferma».
Nei due concerti del Quartetto Adorno si traccia uno spaccato di questa evoluzione. Si parte dall’inizio, in quanto il l’op. 18 n. 3 è cronologicamente il primo dei quartetti. L’impronta è ancora quella dello stile settecentesco: tessuto sonoro trasparente, limpida omogeneità espressiva, prevalenza del primo violino, carattere elegante e scorrevole. Di carattere simile è l’op. 18 n. 2, il secondo in ordine di tempo, denominato ‘quartetto dei complimenti’ per la sua dialettica di garbati dialoghi con poca tensione espressiva. Si sente l’influenza di Haydn nella predominanza del primo violino, nella brillantezza arguta dello Scherzo e nella grande scorrevolezza del Finale, dove appare un tema popolare intonato dal violoncello e ripreso poi da tutti gli strumenti.
I tre Quartetti op. 59, dovuti a una commissione del conte Razumovsky, risentono della grande esperienza sinfonica che lascia segni evidenti nella nuova concezione di massa sonora, secondo la quale il quartetto non è più un insieme di quattro strumenti ma un unico strumento. La carica passionale e intimistica e il mirabile equilibrio fra forma e contenuto dell’op. 59 n. 2 segnano una differenza netta con il passato.
Apre il secondo concerto l’op. 130 con uno degli ultimi quartetti, legati fra loro da un sottile filo rosso costituito da brevi incisi tematici basati sull’uso del semitono come elemento germinatore. Altra caratteristica è l’articolazione formale in sei movimenti alternativamente rapidi e lenti, secondo un modello settecentesco. II primo, il terzo e il quarto sono severi, cupi, mistici e nello stesso tempo bizzarri e capricciosi. Il secondo è un succinto Presto, il quarto una Cavatina che Beethoven considerava la pagina più bella della sua musica da quartetto. L’Allegro conclusivo è un rondò su temi popolari e sostituisce la Fuga che ne era il movimento originario ma pareva troppo lunga e imponente.
La Grande Fuga op. 133 è costituita da tre ampie fughe precedute da un’introduzione e inframmezzate da episodi in stile contrappuntistico. È una delle sue pagine più avveniristiche ed emblematiche, anticipatrice del novecento musicale per la concezione del suono aggressiva e materica, per la complessità della scrittura contrappuntistica e per il radicalismo del linguaggio che ne fanno la composizione più enigmatica del terzo stile beethoveniano.
Chiude il secondo concerto il Quartetto op. 95, definito ‘serioso’ dall’autore per la severità del contenuto espressivo. Tratti peculiari sono le dimensioni contenute, l’economia del materiale, la stringatezza del trattamento e una sorta di continuità fra i vari tempi. Il primo movimento è concentrato e di forza espressiva molto marcata; il secondo vede nella parte centrale un lungo fugato; il terzo è dominato dall’aggressività del ritmo e della dinamica, cui si contrappone l’intensa melodia di corale del Trio; il Larghetto espressivo è introdotto da sette battute magnifiche e sfocia senza soluzione di continuità nel Finale, un rondò-sonata con un tema affannoso, scale cromatiche insistite e una coda che trasforma l’agitazione in un improvviso brillante fa maggiore. Sconcertante conclusione che conferma la logica di contrasti estremizzati che governa l’intera partitura.
QUARTETTO ADORNO
Fondato nel 2015 da Edoardo Zosi, Liù Pelliciari, Benedetta Bucci e Danilo Squitieri, si è perfezionato alla Scuola di Musica di Fiesole con Da Silva (Quatuor Ysaye), Nannoni e Farulli. Il nome del Quartetto è un omaggio al filosofo Theodor Wiesengrund Adorno che, in un’epoca di declino musicale e sociale, individuò nella musica da camera una chiave di salvezza per perpetuare un vero rapporto umano, secondo i valori del rispetto e dell’anelito alla perfezione. Il Quartetto si è fatto conoscere a livello internazionale aggiudicandosi il Terzo Premio (con Primo non assegnato), il Premio del Pubblico e il Premio Speciale per la migliore esecuzione del brano contemporaneo di Silvia Colasanti nell’edizione 2017 del Concorso Internazionale Premio Paolo Borciani. Ha tenuto concerti per importanti Società Musicali italiane ed estere. Nel 2016 ha debuttato nella Sala Verdi del Conservatorio di Milano dove si è esibito anche con il pianista Paul Badura-Skoda. Nel 2017 è stato selezionato per il progetto ‘Le dimore del Quartetto’ ed è stato nominato ensemble effettivo di ECMA-European Chamber Music Academy fondata da Hatto Beyerle. Nel 2018 vince la X Edizione del Concorso Internazionale per quartetto d’archi ‘Rimbotti’ e diviene inoltre artista associato in residenza presso la Chapelle Musicale Reine Elisabeth di Bruxelles. Collabora con grandi artisti quali Badura-Skoda, Canino, Carbonare, Meloni, Meyer e Sollima. Nelle Stagioni 2019/20/21 il Quartetto Adorno sarà impegnato nell’esecuzione dell’integrale dei quartetti di Beethoven presso varie istituzioni italiane.
Prossimo appuntamento
di Musikamera – FUORI ABBONAMENTO
Duo pianistico di Firenze
musiche di Respighi, Casella, Rota
Mercoledì 2 ottobre 2019 | ore 17.00
Teatro La Fenice | SALE APOLLINEE
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