Napoli: Asmik, Lukas e Sergej
Tra due recite di Rusalka, Asmik Grigorian ha trovato il tempo di un concerto quanto mai gradito dai suoi innumerevoli ammiratori. Nella grande sala del Teatro di San Carlo si svolge dunque un recital in cui il soprano lituano, accompagnato dal pianista russo-lituano Lukas Geniušas, ha presentato un programma tutto centrato su liriche di Sergej Rachmaninov.
Il compositore russo naturalizzato statunitense è noto soprattutto per la sua carriera pianistica e per le sue composizioni dove lo strumento a tastiera è padrone: i quattro concerti per pianoforte e orchestra, le varie serie di preludi, due sonate, molte variazioni e pezzi salottieri per strumento solo. Oltre a quattro sinfonie, Rachmaninov compose anche quattro importanti opere liriche e per la voce oltre ottanta liriche. Fin dai suoi primi lavori, siamo nei primi anni ’90, troviamo infatti la raccolta di sei canti – ma in russo si chiamano romansov (romanze) – op. 4, il quarto dei quali apre la serata. «Oh, non cantarmi, mia bella, i tuoi tristi canti georgiani» intona la voce in un allegretto in la minore dove la nostalgica melodia su parole di Puškin è sostenuta da un accompagnamento del pianoforte di grande sobrietà e la voce è emessa in struggenti dissolvenze e legati ammalianti. Ben diversa è l’atmosfera dell’altro canto, il n° 3, «Nel silenzio della notte misteriosa», dove il pianoforte acquista i suoni turgidi a cui ci ha abituato Rachmaninov e l’interpretazione vocale si fa altamente drammatica, tanto da strappare un sincero applauso ed essere poi riproposto nei due bis richiesti alla fine del concerto.
Due sono i canti dell’op. 8, ed entrambi su testo di Heine: il n° 2 Bambino, sei bello come un fiore e il n° 5 Sogno, che la Grigorian porge con il suo timbro dal colore slavo e dal prezioso fraseggio. Con i dodici canti dell’op. 14 siamo negli anni 1894-1896: «Oh, non rattristarmi» è il n° 8, «Ti aspetto», il n° 1 e «Acque primaverili», il n° 11, rispettivamente di Aleksej Nikolaevič Apuchtin, Marija Avgustovna Davidova e Fjodor Tjutcev,. Qui i sentimenti si specchiano nella natura, soprattutto nel n° 11, dove il disgelo della primavera diventa una struggente ode al risveglio quando la voce urla gioiosamente «La primavera viene! Viene la primavera!» sul pianoforte che commenta questo intenso slancio vocale e poi, dopo un pianissimo, la musica riparte con poderosi accordi e sembra che tutta l’arte del concerto per pianoforte e orchestra, da Cajkovskij allo stesso Rachmaninoff, si metta al servizio del travolgente finale di questa memorabile paginetta.
Sono invece del 1900-1901 i dodici canti dell’op. 21 e qui ne vengono eseguiti cinque: il n° 12, «Come sto male»; il n° 4, «Hanno risposto»; il n° 3, «Crepuscolo»; il n° 7, «Com’è bello qui» e il n° 6, «Frammento da A. De Musset» su testi di vari autori. Le diverse atmosfere di queste pagine trovano magnifica realizzazione nella sensibilità interpretativa dei due artisti che concludono la loro performance insieme in un crescendo emozionale in cui non si finisce di ammirare la proiezione di una voce sontuosa, omogenea nei passaggi di registro, intensamente espressiva in tutte le sfumature emotive, smorzature ed improvvise accensioni. Un caleidoscopio di colori e di suoni per inseguire l’impetuoso susseguirsi di emozioni fornite dalle liriche del compositore russo-statunitense.
L’eccellente qualità dell’accompagnamento pianistico di Lukas Geniušas viene evidenziata nei pezzi puramente strumentali in programma. Due brani tratti da opere liriche russe danno la possibilità al pianista di dimostrare la brillantezza del suo tocco: sono lo hopak, la danza del terzo atto de La fiera di Soročinci di Modest Musorgskij e il celeberrimo “Volo del calabrone” da La favola dello Zar Saltan di Nikolaj Rimskij-Korsakov con quell’incessante moto di terzine di crome. Il preludio per antonomasia di Rachmaninov è quello in do diesis minore presente nei Cinque pezzi di fantasia op. 3 composti a 19 anni, ma dopo i dieci dell’op. 23, il compositore scrive i tredici dell’op. 32 – arrivando così a 24, come Chopin… – di cui Geniušas fa ascoltare gli ultimi due: il breve e delicato n° 12 in sol diesis minore e il 13° in re bemolle maggiore, una pagina complessa questa, ricca di episodi contrastanti e dalla sonorità molto densa. Con questo pezzo Rachmaninov sembra passare dal tardo romanticismo alla modernità novecentesca e questo è messo in luce in maniera evidente dal pianista lituano.
In definitiva si è trattato di un concerto di elevatissima e raffinata qualità, molto apprezzato dal pubblico che ha compensato il non elevato numero di presenze con applausi copiosi e insistenti culminati in una standing ovation per i due artisti.
Renato Verga
(1º dicembre 2024)
La locandina
Soprano | Asmik Grigorian |
Pianoforte | Lukas Geniušas |
Programma: | |
Sergej Rachmaninov | |
Ne poj, krasavica, pri mne (Non cantare, mia bella), op. 4 n. 4 | |
Vsjo otniali menia (Tutto mi ha tolto),op. 26 n. 2 | |
O, ne grusti (Oh, non rattristarmi), op. 14 n. 8 | |
Kak mne bol’no (Come sto male), op. 21 n. 12 | |
“Hopak” dall’opera La fiera di Soročinci di Modest Musorgskij | |
Margaritki (Margherite), op. 38 n. 3 | |
“Il volo del calabrone” dall’opera La favola dello Zar Saltan di Nikolaj Rimskij-Korsakov | |
Ditia! kak cvetok ty prekrasna (Bambino, sei bello come un fiore), op. 8 n. 2 | |
Oni otvečali (Hanno risposto), op. 21 n. 4 | |
V molčanii noči tajnoj (Nel silenzio della notte misteriosa), op. 4 n. 3 | |
Ne ver’ mne, droug (Non credermi, amico), op 14 n. 7 | |
Sumerki (Crepuscolo), op. 21 n. 3 | |
Zdes’ khorošo (Com’è bello qui), op. 21 n. 7 | |
Ia ždu teba (Ti aspetto), op. 14 n. 1 | |
Vesennie vody (Acque primaverili), op. 14 n. 11 | |
Preludio in sol diesis minore, op. 32 n. 12 | |
Preludio in re bemolle, Oop. 32 n. 13 | |
Son (Il sogno), op. 8 n. 5 | |
Otrijvok iz A. Mjusset (Frammento da De Musset), op. 21 n. 6 | |
Dissonans (Dissonanza), op. 34 n. 13 |
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