New York: il Beethoven illuminista e rivoluzionario di Gardiner
Nel 2020 tutte le istituzioni musicali, dalle più piccole e di profilo locale a quelle più grandi e prestigiose, stanno festeggiando il 250° anniversario della nascita di Ludwig van Beethoven.
Non ha saltato questa celebrazione neanche la Carnegie Hall di New York, “mitica” sala da concerto nel cuore di Manhattan che ha affidato l’omaggio a un grande maestro del podio dei nostri tempi, Sir John Eliot Gardiner, in tournée con la sua Orchestre Révolutionnaire et Romantique, formazione che vanta trent’anni di esperienza nello studio – ancora per molti versi pionieristico – della musica classica e romantica con strumenti storici. La presenza della ORR a New York è stata ulteriormente significativa perché, nonostante gli Stati Uniti abbiano dato i natali a personaggi chiave della “historically informed performance” (HIP, per la lingua americana adusa alle abbreviazioni) come Scott Ross, William Christie, Hopkinson Smith e Paul O’Dette, in essi la musica antica è stata ed è tuttora più un prodotto d’esportazione che un contesto autoctono, i cui frutti maturano e attecchiscono (fatta eccezione per qualche esperienza festivaliera) poi specialmente in Europa.
Alla Carnegie Hall il pubblico newyorkese ha avuto modo così di ascoltare l’integrale delle Sinfonie beethoveniane in cinque serate sempre gremitissime (19, 20, 21, 23 e 24 febbraio) conclusesi con una trionfale esecuzione dell’Ottava e della Nona Sinfonia e standing ovation del pubblico.
L’ascolto di quest’ultimo appuntamento è stato emotivamente molto coinvolgente e ricco di spunti di riflessione sulla tradizione esecutiva delle pagine più famose del compositore di Bonn, anche in confronto a un ascolto di alcuni mesi fa – dagli esiti altrettanto emozionanti ma totalmente diverso – della stessa Nona da parte dei Berliner Philharmoniker con Kirill Petrenko.
L’ascolto dell’esecuzione Gardiner / ORR non si riduce alla sola questione dell’assenza di vibrato o il suo minimo uso: la differenza tra un’esecuzione “tradizionale” e una “d’epoca” risulta estrema anche se l’oggetto sono le “moderne” sinfonie di Beethoven, perché il suono prodotto dagli archi montati in budello, dai fiati senza chiavi e soprattutto dalle caratteristiche timbrico-articolatorie e dinamiche dell’organico, è molto diverso; meno inteso all’uniformità e all’eufonia ma più composito, più sfaccettato. A questo si aggiunga l’adesione convinta di Gardiner alle indicazioni di metronomo originali (talvolta molto concitate) e il suo aggiornamento di carattere testuale e interdisciplinare, volto a sottrarre Beethoven alla mitopoiesi romantica e a rileggerne l’opera come espressione di un intellettuale informato dagli ideali dell’Illuminismo e della Rivoluzione Francese.
Simbolico l’ultimo movimento della Nona suonato con violini e viole in piedi, al cui esaltante risultato ha contribuito la performance (tutta a memoria) del Monteverdi Choir che, nonostante la “piccola” compagine non ha fatto rimpiangere per precisione, narrazione e accenti i numeri elefantiaci di altri eccellenti cori europei. I solisti (Lucy Crowe, Jess Dandy, Ed Lyon e Matthew Rose) anche loro disinvolti e precisi con le parti a memoria, hanno ben scalato le ardue vette della scrittura beethoveniana.
L’ultima integrale delle sinfonie beethoveniane era stata in programma alla Carnegie Hall cinque anni fa con Simon Rattle e i Berliner Philharmoniker mentre già dal 13 marzo in locandina ne compare un’altra con Yannick Nézet-Séguin e la Philadelphia Orchestra che propongono le Sinfonie “in ordine sparso” fra loro, mentre Gardiner aveva scelto l’ordine numerico.
Chi avesse invece perso queste prime tappe a Barcellona, New York e Chicago, di Gardiner e dell’ORR avrà un’ulteriore chance di ascolto, dall’11 al 16 maggio, al Barbican Center di Londra.
Floriana Tessitore
(24 febbraio 2020)
La locandina
Direttore | Sir John Eliot Gardiner |
Soprano | Lucy Crowe |
Contralto | ess Dandy |
Tenore | Ed Lyon |
Basso | Matthew Rose |
Orchestre Révolutionnaire et romantique | |
Monteverdi Choir | |
Programma: | |
Ludwig van Beethoven | |
Sinfonia n. 8 op. 93 | |
Sinfonia n. 9 op 125 |
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