Padova: Nicola Marchesini illumina di Barocco il Cantiere all’Opera

La settima stagione concertistica di Cantiere all’Opera si è aperta all’insegna del Barocco, e che Barocco.

Protagonista Nicola Marchesini, controtenore di razza e primo nel suo registro a vincere il concorso “Iris Adami Corradetti” , chiamato da Riccardo Muti a al Festival di Salisburgo e protagonista della Barocco-Renaissance italiana.

Voce corposa quella di Marchesini, capace di affrontare le asperità del repertorio haendeliano e della Scuola Napoletana, ma altrettanto duttile a plasmarsi al fraseggio richiesto dai compositori del secondo Settecento, Mozart primo fra tutti.

A questo si unisce una sensibilità tutt’altro che comune nel cogliere il senso intimo della parola cantata prima ancora di quello della musica.

Sembrerà strano, eppure per lui quello di domenica scorsa è stato il suo debutto padovano, e lo si è percepito nell’evidente emozione iniziale che è stata posta anch’essa a servizio dell’interpretazione.

Accompagnato da Mari Fujino, giunta a sostituire in corsa l’annunciato Dragan Babic e protagonista di una prova ben più che convincente, Marchesini ha circoscritto il programma a Händel e Mozart, scegliendo una serie di arie che potessero mettere in luce tutta la gamma delle possibilità che la voce di controtenore consente.

Le arie di Händel furono composte per due dei più celebri e bizzosi fra i castrati, ovvero Senesino e Niccolini e qui divise in parti eguali.

Dal Giulio cesare in Egitto si è ascoltata la celeberrima “Va tacito e nascosto”, ove al canto si chiede di imitare, tra l’altro, i corni presenti in orchestra, chiamati a rievocare la caccia e nella quale il contraltista vicentino padroneggia una linea di canto cristallina.

Nella successiva “Stille amare” dal Tolomeo, una delle arie di morte più celebri della storia dell’opera del primo Settecento e in cui l’omaggio di Händel ad Alessandro Scarlatti appare evidente, Marchesini profonde un pathos straziante ma sapientemente trattenuto.

L’aria di Dardano “Pena tiranna”, dall’Amadigi di Gaula, è risolta, come si conviene ad un’aria d’abbandono, con la giusta elegia e soprattutto con grande attenzione al controllo dei fiati.

Chiude la serie hendeliana l’impervia “Or la tromba”, dal Rinaldo, qui affrontata con la necessaria spavalderia e agilità sicure.

La prima proposta mozartiana è tutt’altro che comune; l’aria da concerto “Io ti lascio questo addio” KV 255 non è di ascolto frequente, anche perché richiede tra l’atro una linea di canto di grande uniformità. Qui Marchesini dà il meglio di sé quanto a fraseggio.

Il concerto si chiudeva con due delle quattro arie che Mozart, nel Mitridate re del Ponto, compose per Giuseppe Cicognani, contralto castrato e primo interprete di Farnace.

Due momenti distinti dell’opera che qui sono stati assai ben evidenziati; l’irruenza di “Venga pur minacci e frema” contrasta con “Già dagli occhi il velo è tolto” e segnano il cambiamento d’animo del personaggio, interpretato più volte da Marchesini, che dà ancora una volta prova di saper ben comprendere lo spirito intimo della pagina per renderla all’ascolto con bella varietà di colori e intenzioni.

Gradevoli le interpolazioni del solo pianoforte affidate alla Fujino, ovvero una versione strumentale della celebre “Lascia ch’io pianga”, dal Rinaldo, e il Rondò alla turca dalla Sonata K 331 di Mozart.

Perfetti gli interventi musicologici affidati a Francesco Bertini, che ha trovato il giusto equilibrio tra tecnica e aneddotica.

Successo pieno e meritato, coronato dal ringraziamento commosso di Marchesini a Mara Zampieri, sua insegnante e che del Cantiere all’Opera è Presidente e animatrice.

Alessandro Cammarano
(3 febbraio 2019)

La locandina

Contraltista Nicola Marchesini
Pianoforte Mari Fujino
Programma
Georg Friederich Händel Va tacito e nascosto (Giulio Cesare)
Inumano fratel …Stille amare (Tolomeo)
Pena tiranna (Amadigi di Gaula)
Or la tromba (Rinaldo)
Wolfgang Amadeus Mozart Ombra felice…io ti lascio questo addio KV 255
Già dagli occhi il velo è tolto (Mitridate re di Ponto)
Venga pur minacci e frema (Mitridate re di Ponto)

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