Parma: Bonato e de Maistre, la seduzione del racconto
La direzione d’orchestra è questione di scelte. Si può decidere di gettarsi a capofitto nei flutti, spesso impetuosi, della partitura lasciandosi trascinare e con il rischio di farsi sopraffare e soccombere; oppure si opta per il governo dei marosi con una navigazione accorta che, dominandoli, conduce felicemente il vascello in porto.
Alessandro Bonato – che è passato già da un po’ da “giovane promessa” a “solida conferma” – appartiene sicuramente alla categoria dei nocchieri esperti, capaci di comprendere a fondo l’impaginato che affronta immergendosi completamente in esso mantenendo sempre e comunque la barra del timone saldamente indirizzata verso l’approdo prefissato, imprimendo la sua cifra interpretativa con intelligenza e sensibilità.
Il programma proposto nell’ambito della stagione 2022 della Toscanini all’Auditorium Paganini di Parma lo scorso 20 gennaio – con replica il 22 al teatro Masini di Faenza – metteva a confronto due scuole nazionali, quella russa e quella argentina, attraverso due pagine emblematiche e in certo senso “popolari” e proprio per questo portatrici di fraintendimenti interpretativi tutt’altro che infrequenti.
Il Concerto per arpa op. 25 fu composto da Alberto Ginastera nel 1956 e dovette attendere il 1965 per essere eseguito con Nicanor Zabaleta come solista. Composizione complessa, con scarti di tempo repentini, l’impiego di un numero impressionante di percussioni – le quali tuttavia non soverchiano mai l’arpa trovando anzi con essa un dialogo costante – il Concerto presenta una costante difficoltà nel far quadrare gli equilibri, con il rischio di finire invischiati in un folklorismo che invece è di fatto totalmente assente nelle intenzioni di Ginastera che invece distilla sapientemente atmosfere di rarefatta astrattezza attraverso impasti timbrici intensamente studiati.
Bonato affronta la composizione con meditata baldanza e operando la scelta altamente condivisibile di accompagnare lo strumento solista invece di porsi in competizione con esso; il direttore veronese respira con l’orchestra e con l’arpa tessendo una trama sonora fatta di slanci travolgenti cui si alternano momenti di intimità capaci di aprire squarci di meravigliosa intimità.
Con lui l’arpi-star Xavier de Maistre, protagonista di una prova memorabile e capace di fondersi completamente con il suo strumento – che Ginastera vuole non solo pizzicato ma anche percosso e accarezzato – in un fraseggio di apollinea nitidezza. Per lui un trionfo di pubblico gratificato da un bis – il Carnaval de Venise op. 184ndi Felix Godefroid – in cui de Maistre ha dato ulteriore prova del suo virtuosismo che tuttavia non cade mai nella superficialità.
La seconda parte del concerto era dedicata a quel monumento che è Sheherazade di Nikolaj Rimskij-Korsakov e qui Bonato – complice una Filarmonica Arturo Toscanini in grande spolvero – dà ancora una volta meravigliosa prova di sé.
La scelta di dirigere senza bacchetta, “disegnando” la musica col le mani – la sinistra splendidamente espressiva e la destra a tenere salde le fila, tutto in un gesto bellissimo e comunque sempre funzionale, capace di non scadere mai nella banalizzazione di una coreografia inutile – è vincente su tutta la linea.
La sua Sheherazade è libera da qualunque retorica, depurata dall’effetto “meringa” che spesso rischia di affliggerla, resa in una narrazione serrata e in certa qual maniera cinematografica fatta di lunghi e articolati piani sequenza nitidamente lucidi e saldamente poggiati su una tavolozza cromatica iridescente, assecondato dal violino impeccabile di Mihaela Costea, “spalla” della Toscanini e ancor più fascinosa della principessa persiana della quale si fa voce.
Successo meritatissimo per tutti.
Alessandro Cammarano
(20 gennaio 2022
La locandina
Direttore | Alessandro Bonato |
Arpa | Xavier de Maistre Arpa |
Violino Solista | Mihaela Costea |
Filarmonica Arturo Toscanini | |
Programma: | |
Alberto Ginastera | |
Concerto per arpa e orchestra op. 25 | |
Nikolaj Rimskij-Korsakov | |
Sheherazade, Suite sinfonica op.35 da Le mille e una notte |
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