Parma: Chénier nel solco della tradizione
In seguito alle numerose repliche nei teatri del circuito emiliano, Andrea Chénier approda a Parma riscuotendo ampi consensi da parte del pubblico che affollava la sala del teatro Regio.
L’allestimento, che si inserisce nel solco della tradizione, ad apertura del sipario riproduce gli interni della reggia di Versailles durante il dominio di Luigi XV usurpati durante il compiersi del dramma dagli accadimenti degli anni del Terrore.
L’ambientazione ricostruita da Justin Arienti e impreziosita dai bei costumi di Edoardo Russo fa da scenario a una regia, firmata da Nicola Berloffa, a tratti statica, talora con qualche ingenua incongruenza come l’omicidio della Contessa di Coigny al termine del primo quadro che Maddalena successivamente rivelerà essere avvenuto in altro modo.
Dalla compagine musicale è spiccato il Carlo Gérard di Claudio Sgura, bella presenza scenica, voce voluminosa e ben amministrata, ottima dizione, tutti elementi che hanno conquistato il pubblico del Regio.
A indossare i panni di Maddalena di Coigny il giovane soprano Teresa Romano che debutta nel ruolo con intenso trasporto, nonostante la sua vocalità sia ancora troppo leggera per questa scrittura. Tuttavia, il suo canto emoziona.
Martin Muhele, Andrea Chénier particolarmente solido nella zona acuta, interpreta l’Improvviso con ispirata poesia ma il meglio lo dà nell’aria Come un bel dì di maggio riscuotendo ovazioni a scena aperta.
Ottime le parti di fianco a partire dalla mulatta Bersi della brava Nozomi Kato, così come la Contessa di Coigny di Shay Bloch e la Madelon di Antonella Colaianni. Istrionico il Roucher di Stefano Marchisio. Bene il resto del cast.
A mantenere un certo equilibrio sonoro, in un’opera che mostra spesso il fianco a fragori e intemperanze, l’esperta bacchetta del maestro Giovanni Di Stefano accompagna con sapienza le voci senza tralasciare i numerosi dettagli della scrittura orchestrale.
Ottimi gli interventi corali da parte dell’Associazione Coro Lirico Terre verdiane – Fondazione Teatro Comunale di Modena diretti dal maestro Stefano Calò.
Gian Francesco Amoroso
(5 aprile 2019)
La locandina
Direttore | Giovanni Di Stefano |
Regia | Nicola Berloffa |
Scene | Justin Arienti |
Costumi | Edoardo Russo |
Luci | Valerio Tiberi |
Personaggi e interpreti: | |
Andrea Chénier | Martin Muehle |
Carlo Gérard | Claudio Sgura |
Maddalena di Coigny | Teresa Romano |
La mulatta Bersi | Nozomi Kato |
La Contessa di Coigny | Shay Bloch |
Madelon | Antonella Colaianni |
Roucher | Stefano Marchisio |
Pietro Fléville / Fouquier Tinville | Alex Martini |
Il sanculotto Mathieu | Fellipe Oliveira |
Un “Incredibile” | Alfonso Zambuto |
L’Abate, poeta | Roberto Carli |
Schmidt | Stefano Cescatti |
Il Maestro di Casa / Dumas | Luca Marcheselli |
Orchestra dell’Emilia-Romagna Arturo Toscanini | |
Associazione Coro Lirico Terre Verdiane-Fondazione Teatro Comunale di Modena | |
Maestro del coro | Stefano Colò |
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