Parma: il filo che lega Mariotti, Toscanini, Martucci e Brhams

L’anteprima dell’edizione “Zero” di un nuovo festival rappresenta plasticamente – e al meglio – la voglia di ricominciare a fare musica con la presenza del pubblico in sala, pur con le limitazioni prescritte dall’emergenza.

Il Festival Toscanini, la nuova creatura voluta dalla Fondazione Toscanini, inizia all’insegna delle celebrazioni per il centenario del grand-tour che portò il grande direttore parmigiano in giro per il mondo insieme all’Orchestra del Teatro alla Scala – appena diventato ente lirico, per volontà dello stesso Toscanini, e dunque proiettato in inedite prospettive gestionali – e di cui la sua Parma fu tappa il 5 e 6 maggio 1921 al Teatro Regio, segnando l’ultimo concerto che il Maestro tenne nella sua città natale.

Presentata nel corso di un’articolata conferenza stampa del sovrintendente e direttore artistico Alberto Triola, il festival inizierà ufficialmente il prossimo 7 maggio e si articolerà in nove concerti – tra i protagonisti Enrico Onofri e Fabio Luisi – “ambientati” nei luoghi più significativi della citta oltre che preceduti da altrettanti “preludi” incentrati su Toscanini, la sua estetica ed il suo repertorio.

Per il concerto anteprima – con l’auditorium Paganini riempito al massimo della capienza consentita che finalmente si aggiungeva agli spettatori dello streaming – Michele Mariotti, sul podio della Filarmonica Arturo Toscanini tanto emozionata quanto precisa, ha proposto un programma in cui si confrontavano due degli autori favoriti del dedicatario del festival, Martucci e Brahams con una scelta di tre impaginati tra di loro legati da un filo tutt’altro che nascosto.

Il dittico Novelletta op. 82/Notturno op. 70 n. 1 di Martucci attinge – pur trovando un certo qual affrancamento di Martucci dal romanticismo tedesco, che comunque resta la bussola del compositore capuano – alla Seconda sinfonia di Brahms, che fu eseguita la sera del 5 maggio 1921 in occasione del primo dei due concerti parmigiani. Se il Notturno trasognato ammicca al movimento che apre la pagina brahmsiana, la Novelletta “a passo di danza” rimanda allo Scherzo, il tutto in una fascinosa “brevità”; Mariotti coglie le liaison e le rende, complice l’orchestra, con ispirata leggerezza fatta di una sottile filigrana ritmica coniugata con un più che appropriato languore espressivo.

Il pezzo forte restava comunque la Seconda, che Mariotti affronta con piglio apollineo trattenendo le dinamiche a creare una tensione costante, soprattutto nell’Allegro non troppo iniziale, stemperando poi la narrazione nel viennesissimo terzo movimento – Allegretto grazioso. Presto ma non assai – attraverso il ricorso ad agogiche ammiccanti.

Successo pieno e meritatissimo per tutti.

Alessandro Cammarano
(7 maggio 2021)

La locandina

Direttore Michele Mariotti
Filarmonica Arturo Toscanini
Programma:
Giuseppe Martucci
Novelletta per orchestra, op. 82
Notturno op. 70 n. 1
Johannes Brahms
Sinfonia n. 2 in re maggiore, op. 73

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