Piacenza: i Due Foscari oltre gli anni di galera

Verdi a posteriori l’aveva definita un «mortorio» per la tinta uniforme e per una vicenda pressoché priva di azione. In realtà nei Due Foscari l’azione c’è, eccome, ma è concepita in modo diverso collocandola nel dramma personale dei tre sventurati che soccombono a un destino che aleggia fin dalle prime note dell’ouverture.

Naturalmente il dinamismo verdiano non è nel libretto del Piave, a tratti alquanto lacunoso, ma nella partitura in cui tutto è scritto e che, ahimè, non sempre è facile da realizzare. Siamo di fronte a un lavoro frontaliero: da una parte troviamo arcate di puro belcantismo, altrove invece Verdi anticipa certi declamati che svilupperà maggiormente nelle opere successive.

Un’opera di transizione, sperimentale nelle forme, schietta e risoluta, in cui i personaggi, tratteggiati in modo definito e definitivo, sono sorretti e sostenuti da un’orchestrazione assai raffinata con un curioso gioco di motivi introduttivi ricorrenti.

Era giovane Verdi, nei suoi anni di galera, circonfuso di motti patriottici, incline a volersi distinguere e a trovare sempre la strada migliore per poi seguirne un’altra nell’opera successiva. Un vero irrequieto, si potrebbe dire.

A Piacenza i Due Foscari trionfano con la ripresa dell’allestimento del 2008 di Joseph Franconi Lee con le scene di William Orlandi e le luci di Valerio Alfieri.

Una regia nitida che ben definisce l’azione, senza inutili voli pindarici e trovate stravaganti, anche perché, essendo un’opera in cui non succede nulla, sarebbe superfluo caricarla di sovrastrutture concettuali. La mobilità delle scene, pertanto, crea spazi che non concepiscono orizzonti di fuga ma intrappola, come una morsa, i personaggi in situazioni psicologiche sempre più limitanti.

Indubbiamente la vera azione la compie la scrittura vocale, impervia e insidiosa, che mette a dura prova qualsiasi compagine vocale.

A rendere vitale questa partitura è la bacchetta di Matteo Beltrami, ospite sempre gradito del Municipale di Piacenza, qui alla testa dell’Orchestra dell’Emilia-Romagna Arturo Toscanini. La sua è una visione tesa alle contingenze drammaturgiche del testo: tempi rapidi e a volte rapidissimi, privo di eccessive sonorità bandistiche ma attento a un certo equilibrio espositivo, Beltrami cura la compattezza dell’insieme con fulmineo rigore.

A sfoderare tutto il suo impeto, e ad assecondare i tempi di Beltrami, è stato, indubbiamente, il soprano Marigona Qerkezi, sopraggiunta all’ultimo in sostituzione di Marina Rebeka prevista in cartellone.

Dotata di un ottimo volume vocale e abile nel saperlo gestire, la Qerkezi ha saputo abbandonarsi a tutto ciò che Verdi richiede, momenti di puro lirismo estatico, agilità repentine, filati, ampia estensione, nonché ottima presenza scenica.

A seguirla nel cimento il baritono Luca Salsi si impone dipingendo un doge statuario. Attento come di consueto alla parola, Salsi mostra maggior maturità nell’affrontare la parte dell’ottuagenario schiacciato dai dolori di un’esistenza segnata da una serie di eventi catastrofici.

A completare il trio vocale il tenore Luciano Ganci si dimostra sicuro in una parte a dir poco difficoltosa. Ganci primeggia nella zona acuta cercando espressione anche nelle parti di maggior cantabilità, dando una certa uniformità a una scrittura che in realtà si dimostra discontinua e perigliosa.

Bene le parti di fianco dalle quali emerge per bellezza timbrica e arte scenica il giovane soprano Ilaria Alida Quilico, così come ottima la prova del Coro del Teatro Municipale di Piacenza istruito dal maestro Corrado Casati.

Un pubblico foltissimo e festante ha applaudito con entusiasmo i Due Foscari piacentini riconoscendo il valore non solo dell’esecuzione ma anche di un’opera ingiustamente considerata secondaria.

Gian Francesco Amoroso
(3 maggio 2024)

La locandina

Direttore Matteo Beltrami
Regia Joseph Franconi Lee
Scene e costumi William Orlandi
Luci Valerio Alfieri
Coreografie Raffaella Renzi
Regista collaboratore Daniela Zedda
Personaggi e interpreti:
Francesco Foscari Luca Salsi
Jacopo Foscari Luciano Ganci
Lucrezia Contarini Marigona Qerkezi
Jacopo Loredano Antonio Di Matteo
Barbarigo Marcello Nardis
Pisana Ilaria Alida Quilico
Fante Manuel Pierattelli
Servo del Doge Eugenio Maria Degiacomi
Orchestra dell’Emilia-Romagna Arturo Toscanini
Coro del Teatro Municipale di Piacenza
Maestro del coro Corrado Casati

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