Piacenza: l’attualità nella Traviata secondo Nucci

A inaugurare la stagione 2018-2019 del Teatro Municipale di Piacenza è il capolavoro verdiano più rappresentato, amato e discusso di tutti i tempi: La traviata. Fin dal suo primo esordio sono stati versati fiumi di parole sull’umana vicenda di Violetta Valéry, attuale già all’epoca per contenuti e innovazioni drammaturgico-musicali.

Gianandrea Gavazzeni, nel suo interessante saggio Se si ascoltasse per la prima volta La traviata, afferma che «ci si trova da sempre a un fenomeno atipico: ch’essa esiste anche per chi non la conosca ancora», e anche per chi già la conosce è sorprendente il numero di dettagli che emergono e sui quali non ci si sofferma mai abbastanza.

Al riguardo si esprime molto bene Leo Nucci – regista di questa produzione – fermamente convinto che sul libretto e in partitura sia già tutto scritto e che è fondamentale restituire la volontà dell’autore senza mai trascurare i minimi particolari.

Il maestro Nucci, che ormai da anni si dedica ai giovani in un importante progetto formativo, nelle note di regia definisce Traviata «un quadro di vita terribilmente attuale», collocabile in qualsiasi periodo. Questa produzione è infatti ambientata alla fine degli anni cinquanta del secolo scorso e ripercorre in filigrana la vita di Maria Callas, storica e intramontabile interprete del ruolo di Violetta, donna sola, abbandonata, in questo popoloso deserto che appellano Parigi.

Attorno a lei ruotano dei personaggi privi di vero affetto che si allontanano definitivamente nell’ultima scena; Violetta, ormai consumata dalla tisi, anziché abbandonarsi esanime sul divano si affaccia alla finestra, mentre sulla parete della sua camera appare la celebre foto della Callas anch’essa alla finestra del suo appartamento parigino.

Il cast, composto da giovani esordienti che hanno preso parte all’Opera Laboratorio, era accompagnato dall’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini magistralmente condotta dal maestro Pier Giorgio Morandi. Abile concertatore, Morandi ha saputo mantenere ottimi equilibri fra buca e palcoscenico, sostenendo sapientemente le voci e ottenendo suoni di efficace impatto teatrale.

Adriana Iozzia, al suo debutto nel ruolo di Violetta, nonostante alcune difficoltà nell’impervia tessitura acuta del primo atto, ha affrontato gli altri due atti – vocalmente a lei più congeniali – con sicurezza e particolare attenzione all’emissione del suono.

Più discontinua la prestazione del tenore spagnolo Santiago Sanchez, preciso nella parte ma a tratti vocalmente opaco e troppo leggero nella collerica scena finale a casa di Flora.

Molto più convincente il baritono coreano Benjamin Cho, perfettamente calato nella parte, ha sfoderato una voce brunita e nobile nell’accento, dimostrando di saper porgere le frasi con eleganza e musicalità.

Esuberante la Flora di Carlotta Vichi, ottimo scenicamente e vocalmente il Marchese D’Obigny di Stefano Marchisio che ci auguriamo di sentire presto in ruoli più rilevanti. Puntuali gli interventi di Luisa Tambaro nelle vesti di Annina e di Juliusz Loranzi nei panni del barone Douphol. Bene il resto del cast.

Eleganti ed essenziali le scene di Carlo Centolavigna così come i costumi di Artemio Cabassi.

Ottimo il coro istruito dal maestro Corrado Casati.

Il pubblico piacentino ha dimostrato vivo entusiasmo per il risultato del progetto Opera-Laboratorio 2018, una realtà importante che merita di essere sostenuta e valorizzata.

Gian Francesco Amoroso
(21 dicembre 2018)

La locandina

Direttore Pier Giorgio Morandi
Regia Leo Nucci
Movimenti coreografici Sabrina Fontanella
Scene Carlo Centolavigna,
Costumi Artemio Cabassi
Luci Claudio Schmid
Violetta Adriana Iozzia
Alfredo Santiago Sanchez
Flora Carlotta Vichi
Annina Luisa Tambaro
Giorgio Germont Benjamin Cho
Gastone Raffaele Feo
Il barone Douphol Juliusz Loranzi
Il marchese d’Obigny Stefano Marchisio
Il dottor Grenvil Vincenzo Santoro
Giuseppe Andrea Galli
Un domestico di Flora / Un commissionario Francesco Cascione
Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
Coro del Teatro Municipale di Piacenza
Maestro del coro Corrado Casati

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