Piacenza: universo Salsi
Annunciata per la Stagione Autunnale del Teatro Municipale di Piacenza una nuova produzione della Trilogia Popolare Verdiana, che vede la presenza di un unico cast, la giornata è volta al termine col recital di canto di uno dei protagonisti di questa epopea: Luca Salsi.
Star del firmamento operistico mondiale, il baritono emiliano non manca mai di esprimere il suo amore per Giuseppe Verdi al quale dedica il concerto all’indomani del 124º anniversario della morte del Cigno di Busseto.
Un programma tutto italiano che principia con quattro delle più celebri liriche di Francesco Paolo Tosti: L’ultima canzone, Non t’amo più, Sogno e L’alba separa dalla luce l’ombra.
Nonostante Tosti abbia composto più di cinquecento liriche, spesso la scelta ricade su alcuni titoli che sono entrati a far parte dei cavalli di battaglia delle grandi voci del passato, compresa la terza lirica dell’unico ciclo femminile -Le Quattro canzoni d’Amaranta- scritto da Tosti su testi di D’Annunzio,
L’alba separa dalla luce l’ombra, la cui scrittura nella tessitura maschile lascia sempre qualche perplessità, viene spesso eseguita con veemenza quando invece l’intera pagina è presagio di un tragico destino in cui il distacco, che si avvera nella simbolista coda pianistica (ahimè tagliata ingiustamente), è motivo di lacerante disperazione.
Salsi cerca un’espressività più levigata, nonostante il suo sia un approccio più teatrale che salottiero, dove il racconto è subordinato a una vocalità omogenea contrappuntata dal sapiente tocco del pianista Nelson Calzi.
Segue un ciclo italiano di Franz Liszt, Tre sonetti del Petrarca, una silloge di stampo liederistico in cui la voce si intreccia mirabilmente con la parte pianistica, costringendola a una flessibilità di fraseggio propria della tradizione tedesca.
Luca Salsi affronta la scrittura lisztiana puntando dritto verso la parola, cercando di ottenere pianissimi anche laddove la sua corda rimane corposa e affidando il colore più introspettivo al pianoforte.
La prima parte si conclude con Non t’accostare all’urna, celebre aria da camera di Verdi, eseguita con profonda mestizia.
La seconda parte del recital è invece interamente dedicato a pagine operistiche del repertorio verdiano dove Luca Salsi bandisce il leggio dal palcoscenico per interpretare i suoi cavalli di battaglia. Di certo ci si aspetterebbe da un grande baritono qual è un recital interamente a memoria ma sono sottigliezze trascurabili.
La battaglia di Legnano, I due Foscari, Macbeth, Don Carlo, Otello, Falstaff, sono tutti titoli che il baritono emiliano ha eseguito sui più grandi palcoscenici del mondo.
Salsi affronta la scrittura verdiana con generosità di volume, attento al testo, all’accento e a creare l’effetto. Il suo canto non porta alla commozione ma travolge in un impeto di emozioni primeggiando nel perfido carattere di Jago nel suo celebre Credo.
Al termine del recital ovazioni e richieste di bis accolte.
Un crescendo torrenziale principiato con Cortigiani vil razza dannata da Rigoletto, per poi passare a Nemico della patria dall’Andrea Chenier e concludersi con Di Provenza il mare, il suol da La traviata.
Una sola pausa ha permesso di ammirare ancora una volta la bravura di Nelson Calzi il quale, oltre ad aver eseguito con incantevole eleganza due Notturni di Martucci, ha suonato, fuori programma, il lied Widmung di Schumann nella trascrizione pianistica di Franz Liszt.
Sorpresa finale: un ultimo bis, Tace il labbro, durante il quale si è materializzata per coronare il duetto una vaporosa Carmela Remigio.
Il Teatro Municipale di Piacenza, una fucina di sorprese!
Gian Francesco Amoroso
(28 gennaio 2025)
La locandina
Baritono | Luca Salsi |
Pianoforte | Nelson Calzi |
Programma: | |
Francesco Paolo Tosti | |
L’ultima canzone | |
Non t’amo più | |
Sogno | |
L’alba separa dalla luce l’ombra | |
Giuseppe Martucci | |
Notturno per pianoforte, op 70, n. 2 | |
Franz Liszt | |
Tre sonetti del Petrarca | |
Giuseppe Verdi | |
Non t’accostare all’urna | |
La battaglia di Legnano, “Se al nuovo dì pugnando” | |
I due Foscari, “O vecchio cor che batti” | |
Macbeth, “Pietà, rispetto, onore” | |
Giuseppe Martucci | |
Notturno per pianoforte, Op. 70 n. 1 | |
Giuseppe Verdi | |
Don Carlo, “Per me giunto…Io morrò” | |
Otello, “Credo in un Dio crudel” | |
Falstaff, “L’onore! Ladri!” |
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