Pistoia: nella Voix humaine la sublimazione del dialogo

Una donna sola nella sua stanza e che ha come unico riferimento un telefono. Al filo di questo apparecchio si aggrappano le ultime speranze di riconquistare l’uomo che ama. Un’impresa difficile se non disperata, che a sua volta trova ostacoli nelle linee telefoniche di una volta, fatte di centralini che mediavano e interrompevano le chiamate.

Un dialogo sublimato in un monologo dove l’interprete femminile è chiamata a un tour del force musicale e teatrale al tempo stesso.  La voix humaine, partitura di Francis Poulenc scritta nel 1958 sul testo di Jean Cocteau del 1930, è andata in scena al Teatro Manzoni di Pistoia in forma semiscenica nell’allestimento dell’Associazione Teatrale Pistoiese. Protagonista Cristina Zavalloni, una delle voci più duttili della nostra scena musicale, affiancata da Andrea Rebaudengo al pianoforte in un viaggio ideale nella Francia del secolo passato.

Questo caposaldo del teatro musicale da camera del Novecento è stato infatti preceduto da una scelta di brani per descrivere la scena d’Oltralpe: non solo tre chansons dello stesso Poulenc per voce e pianoforte, ma anche pezzi pianistici di rara esecuzione in Italia (gli Huit Nocturnes e il Presto in si bemolle). A questi sono stati aggiunti Le Diva de l’Empire e Je te veux di Erik Satie per aprire il concerto in un’atmosfera tipicamente francese 

In questa prima parte Zavalloni mostra già la sua vocazione a interpretare le musiche anche con il proprio corpo, descrivendo i contenuti dei brani. Ma è nell’attesa realizzazione di La voix humaine che la cantante si è calata perfettamente nei panni della personaggio. L’allestimento ha permesso all’intreprete, regista di se stessa, di muoversi in scioltezza sul palcoscenico, accompagnando con gesti, sguardi, pose, movimenti il testo che in passato aveva ispirato anche produzioni cinematografiche. La voce, sorretta con rigore dal pianoforte di Rebaudengo, ha espresso con il giusto tono di drammaticità la musica di Poulenc, uno dei compositori del Novecento che ha fatto della cantabilità la sua cifra stilistica. 

Un programma raffinato e ben eseguito dove Zavalloni (festeggiatissima dal pubblico, purtroppo non numeroso) è riuscita a portarci in un’atmosfera di qualche decennio fa restando saldamente un’artista dei nostri giorni.

Michele Manzotti
(23 marzo 2022)

La locandina

Soprano e regia Cristina Zavalloni
Pianoforte Andrea Rebaudengo
Programma:
Eric Satie
La Diva de l’Empire, Je te veux per voce e pianoforte
Francis Poulenc
da “Le Bestiaire au Cortège d’Orphée: Le Dromadaire – La Carpe
da “Banalités”: Hôtel
Huite Nocturnes per pianoforte op. 56
Presto in si bemolle maggiore per pianoforte [1934]
Francis Poulenc
“La Voix humaine” (versione per voce e pianoforte)

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